Il Coordinamento FREE che riunisce decine di Associazioni delle rinnovabili “bacchetta” la stampa che omette le ricerche scientifiche. Una dura lettera aperta dopo quella di 100 scienziati e gli appelli del Presidente Mattarella e di Papa Francesco
“I cambiamenti climatici non gestiti distruggeranno il rapporto tra l’uomo e il pianeta. Trasformerebbero dove abbiamo potuto vivere e come potremmo vivere la nostra vita ” disse lo scienziato americano James Hansen al World Economic Forum di Davos del 2013. Un’affermazione che fece il giro del mondo fondata su studi e previsioni. Allora, quegli studi cominciavano a girare nei circoli economici di mezzo mondo suscitando panico, ma anche interesse per cambiare l’economia mondiale. Gli accordi di Parigi sul clima sarebbero arrivati due anni dopo nel 2015. Dieci anni sono passati tra alti e bassi, tra buone rivendicazioni e Conferenze fallite, tra movimenti ambientalisti giusti e correnti di pensiero (?) negazioniste, come va di moda oggi. Ma il cambiamento climatico è un fatto. Quando i mass media affrontano temi legati al clima è necessario “non trattare notizie scientificamente provate riguardanti il cambiamento climatico come semplici opinioni da verificare o mettere in discussione”. Giornali, tv, siti di informazione hanno il dovere professionale- oltre che deontologico- di “fornire una corretta rappresentazione di cause e effetti del cambiamento climatico”.
Approfondire sempre le cause all’origine dei fenomeni
Per quale motivo bisogna ricordare questi fondamentali a chi per professione ha scelto di informare gli altri comuni cittadini ? Perché “l’informazione sulle tematiche connesse al cambiamento climatico non sempre viene fornita con il dovuto rigore scientifico e con un adeguato livello di approfondimento delle cause, degli effetti e delle soluzioni” rispondono dal Coordinamento FREE, l‘Associazione Italiana delle fonti rinnovabili. Presieduta da Livio de Santoli con un prestigioso board composto da Francesco Ferrante ( vice Presidente) Gianni Silvestrini e Giovan Battista Zorzoli (Presidenti onorari), Roberto Murano ( Segretario generale), l’Associazione ha deciso di rivolgersi direttamente alla stampa italiana. I giornalisti non sempre fanno bene il proprio mestiere allorché trattano argomenti sì complessi, ma molto studiati. In principio ci sono le notizie, poi la verifica delle fonti, la preparazione del giornalista, il confronto, il rispetto per chi legge o ascolta. Non dovremmo essere all’anno zero, eppure…. Il Coordinamento FREE è tra le organizzazioni più sensibili e battagliere in Europa sulla riconversione energetica e il climatechange. Stufa dei ” non è vero” sul clima, ha scritto una lettera aperta ai media italiani richiamandoli alla responsabilità per una seria informazione. Il clima che cambia non è un’opinione ma è scienza e la buona informazione è un punto cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici. “In Italia viviamo solo una piccola parte di ciò che sta avvenendo in tutto il mondo” viene precisato. Un esempio sono le alte temperature di giugno, tra le più calde in assoluto da quando vengono registrate. “Questo intensificarsi degli effetti del cambiamento climatico fa riflettere sulla responsabilità che ciascuno di noi ha per fare in modo che l’azione collettiva di contrasto al clima che cambia sia la più efficace e rapida possibile” si legge nella lettera. Qualcuno bara ? Per interesse, impreparazione, malvezzo ? I mezzi di informazione sono responsabili di ciò che scrivono e diffondono. Il punto vero, da sciogliere, è che la massa delle notizie non sempre ha un origine controllata e verificata. Il web è una miscela eterogenea che trasferisce la qualità delle notizie all’internauta, operazione diabolica e dannosa. Gli autori non rispondono delle cose che scrivono e possono essere ( sono) false notizie, opinioni personali bislacche, chiacchiere da bar. Nelle redazioni e nell’organizzazione del lavoro giornalistico, poi, c’è una specifica responsabilità dei redattori e degli editori: chi scrive, di cosa, quanto ne sa di ciò che pubblica, ha verificato ? La crisi dei giornali è crisi di qualità, come in questa fattispecie. Si mettono sul mercato informazioni su fatti epocali che intrecciano ogni aspetto della vita delle persone mentre i social, privi di professionisti preparati, seppure aumentano i click, vanno verso la morte.
Gli appelli di Mattarella e di Papa Francesco
L’ ansia di fare effetto sul pubblico sta minando alla radice la credibilità dell’informazione. E’ di pochi giorni fa l’altra lettera aperta ai media firmata da 100 scienziati italiani, ricorda il Coordinamento FREE: “Giornalisti, parlate delle cause della crisi climatica e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore. I media italiani parlano ancora troppo spesso di “maltempo” invece che di cambiamento climatico”. Non è bastata. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è sentito in dovere di richiamare l’attenzione della categoria sia a livello Paese, sia con i Capi di Stato dei Paesi Mediterranei, sollecitando a non sottovalutare ciò che sta succedendo. E Papa Francesco da Lisbona, rivolto ai giovani, ha detto che non c’è più tempo da perdere. Possibile che l’informazione sia così superficiale da negare la scienza, le evidenze climatiche che colpiscono tutto e tutti. Anche le cronache andrebbero costruite in maniera più dettagliata, senza fare sfregio alla verità. Quale attendibilità può vantare una categoria professionale con un Ordine a sua tutela, che si sente dire da scienziati ed imprenditori attenetevi “al valore scientifico delle informazioni che vengono date, senza lasciare la possibilità di libera interpretazione di ciò che oggi la comunità scientifica ha stabilito essere vero” ? Tutta l’informazione italiana è in preda a un delirante stravolgimento sui mutamenti climatici e sulla necessità di rivedere il rapporto tra l’uomo e il pianeta, come diceva Jansen,dieci anni fa ? No. Le cose vanno studiate, verificate, esposte con chiarezza per informare, non per fare l’esatto contrario.
Una critica non è una censura
” Perché la nostra critica non sembri eccessivamente generalizzata, riconosciamo il valore fondamentale che svolgono i media nel diffondere una seria cultura ambientale e nel far capire l’importanza della transizione energetica senza alcuna volontà di censura” scrive il Coordinamento FREE. Lo squarcio aperto dall’organizzazione ambientalista sui mass media è benefico perché bisogna finalmente prendere atto della responsabilità che si ha nel fornire una buona rappresentazione di cause e effetti. I giovani giornalisti prendano esempio da coloro che possono trasmettere valori. Rispetto alla terra che si ribella e che ci obbliga a costruire una transizione energetica ed ecologica, si avverte una mancanza di rigore narrativo che genera un dannoso negazionismo, tipo la terra è piatta e alla fine si cade giù. Le associazioni ambientaliste non hanno il dono dell’infallibilità, ma sono sulla strada giusta. Angelo Bonelli leader dei Verdi italiani probabilmente ha esagerato nel chiedere l’introduzione nel codice penale italiano del reato di negazionismo climatico. E’ da ritenere che colpirebbe molti operatori della comunicazione, troppe volte- va detto a loro discolpa- a digiuno delle cose di cui parlano, mentre l’informazione è lo specchio della realtà. Non serve cambiarla a proprio piacimento perché in fondo le notizie hanno le gambe corte. E’ forse il caso di ricordare la nota frase di Indro Montanelli, ” chi vorrà fare il giornalista, si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore “. Anche se gli capita di scrivere di clima ed ambiente, caro vecchio Maestro.
Di Nunzio Ingiusto