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Il tam-tam è iniziato su WhatsApp, poi Facebook e Instagram: segnalazioni di case libere, appuntamenti per raccogliere cibo e vestiti, messaggi di hotel che mettono a disposizione le loro stanze per chi non ha più un posto dove stare. In Israele, dopo gli attacchi del 7 ottobre nel Sud del Paese, si è rapidamente creata una rete di solidarietà per aiutare chi è stato più colpito. Ed è successo in un Paese che, prima dell’aggressione dei miliziani di Hamas, stava attraversando un periodo di forti tensioni e divisioni sociali, con proteste importanti anche – e soprattutto – contro il governo di Benjamin Netanyahu. “In questo momento così difficile, non ci possiamo concentrare su quello, ma piuttosto dobbiamo focalizzarci su tutte le iniziative di solidarietà che si stanno vedendo in questi giorni”, spiega, intervistato da Sky TG24, Ron Huberman, 29 anni, originario del distretto di Haifa e ora fra i volontari in azione a Tel Aviv.

Gli alloggi per chi arriva da Sud

“Stiamo provando a fare qualcosa che rappresenti la vita, cioè aiutare le persone e dare una mano soprattutto a quelle che non hanno una casa”, dice Ron. “Nel mio caso, si tratta di un’iniziativa privata: io e alcuni miei amici abbiamo saputo che c’era una casa, molto grande, a Tel Aviv, libera, e che i proprietari volevano dare una mano, mettendola a disposizione per chi ne aveva bisogno, in particolare per le famiglie del Sud”, alcune delle quali hanno dovuto spostarsi verso il Centro del Paese dopo gli attacchi. Così è partita la mobilitazione e, “negli ultimi tre giorni, abbiamo aiutato a raccogliere quel che c’era bisogno per ospitare cinque famiglie, in modo che potessero avere un alloggio sicuro”. Ci si basa molto sul passaparola e su una rete fatta di messaggi sui social network, principalmente: “Ci sono molte iniziative di questo tipo, molte persone scrivono cosa possono donare – cibo, vestiti – e altri mettono a disposizione le proprie case”. “I volontari sono tantissimi”, prosegue Ron. “In realtà, possiamo dire che l’iniziativa su questo fronte non sia più ‘privata’, perché abbiamo creato una specie di movimento, nei vari quartieri, nelle varie aree, soprattutto nella zona di Tel Aviv”.

 

Fonte: https://tg24.sky.it/mondo/2023/10/12/guerra-israele-rete-aiuti-volontari