“Sfida” è una di quelle parole che si arricchiscono di nuove sfumature nella vita di una persona, con il passare degli anni e il maturare delle esperienze. Personalmente, nelle sfide di oggi ritrovo quell’energia, quella vitalità piena di eccitazione che sentivo quando ero un giovane uomo. Il mondo che conosciamo è in continua evoluzione. Il cambiamento, quindi, è sicuro, il progresso no. Gli esseri umani per progredire non possono basarsi solamente sulla materia: è indispensabile entrare nello spirito e decidere chi siamo, perché esistiamo, cosa vogliamo e in che cosa crediamo.
Alla fine, tutto si riduce a persone e valori. Dobbiamo dare forma a un futuro che funzioni per tutti noi, mettendo le persone al primo posto e rendendole maggiormente responsabili. Nella sua forma più pessimista e disumanizzata, l’innovazione potrebbe davvero avere il potenziale di “robotizzare” l’umanità, e quindi privarci del nostro cuore e della nostra anima. Ma come complemento delle parti migliori della natura umana – creatività, empatia, compassione, fratellanza – può anche portare l’umanità ad una nuova coscienza collettiva e morale basata su un senso condiviso del destino. Spetta a tutti noi assicurarsi che prevalga quest’ultimo.
Sono convinto che il ruolo dei leader, manager e imprese sia rendere il mondo un luogo migliore, e che ognuno debba ottenere una certa ricompensa economica nel farlo diventare tale. Tuttavia, la ricompensa economica è una conseguenza dell’avere migliorato il mondo, non la ragione per cui fare business. Da questo punto di vista, le aziende hanno sia l’opportunità che la responsabilità di distinguersi, di dare un contributo positivo e costruttivo alla società di cui fanno parte.
“Distinguersi” significa lasciare una firma positiva nel nostro mondo: si distinguono le persone che riescono a migliorare la propria vita e rendere felice quella altrui. Si distingue la persona che riesce a costruire una felicità conviviale. Si distingue chi riesce ad apportare miglioramenti nella vita senza rovinare quella degli altri. Si distingue l’intelligente e il saggio, che sanno dare e trovare un senso all’esistenza.
Distinguersi non è solo bello, ma è meraviglioso, perché quando ciascuno di noi si distingue, e riesce a dare un contributo per lasciare il mondo migliore crea un vantaggio non solo per sé stesso, ma per l’umanità in generale, garantendo più fiducia nel futuro, una salute migliore, un’economia più stabile, e tutto va per il meglio. Quando invece una persona è un turista o vittima della vita ci rimettono tutti, si distruggono le famiglie e la società, si ha una propagazione della paura, sfiducia, meno tempo, meno soldi e il declino e la malattia prendono il sopravvento. Chi si distingue è il motore di una società sana e prospera, ecco perché distinguersi non è solo bello, ma è meraviglioso. Il distinguersi è uno stile di vita, non un’attività spot, una vera e propria filosofia d’azione in grado di permeare ogni aspetto della vita umana. Gli uomini che si distinguono hanno tre caratteristiche
- sono evangelisti, in quanto credono intensamente in ciò che fanno e mettono uno zelo da crociata nel trasformare le loro visioni in realtà, superando ostacoli e avversità
- sono rivoluzionari, perché sfidano la saggezza convenzionale e lo status quo. Propongono continuamente soluzioni innovative e risposte adeguate a rendere il mondo un luogo migliore
- Sono straordinari, perché mentre crescono fanno crescere le persone attorno a loro
Negli ultimi anni, purtroppo, la nostra attenzione si è focalizzata troppo sugli aspetti materialistici dell’esistenza, e quando domina la materia, l’esistenza diventa esclusivamente proiettata al fare cose invece che creare significati e valori, per noi stessi e per gli altri.
Un vero leader ha tre compiti: il primo è accrescere la propria conoscenza e coscienza, il secondo è tirare fuori il meglio da coloro che lo circondano (e questo significa formare altri leader), il terzo è non costruire i propri vantaggi danneggiando gli altri.
Robert Jhonson
Founder & CEO of JRC