L’Italia deve crescere sulla mobilità sostenibile. Gli indicatori europei vedono il paese con il più vecchio parco di autoveicoli circolante abbastanza in basso nelle classifiche. Ora, al di là del mercato delle auto ibride o elettriche che non sfonda, si può fare qualcosa per salire nelle graduatorie? Venerdi 28 giugno, Napoli sarà per un giorno la capitale-laboratorio della circolazione non impattante. Nel Museo ferroviario di Pietrarsa si svolge l’”Inspiration Day – MOST People are Moving”.Un evento proposto dal MOST che coinvolge oltre 400 ricercatori provenienti da 49 organizzazioni. Il MOST è una struttura finanziata dal Ministero della ricerca e dell’Università per rilanciare con i fondi del Pnrr il sistema italiano della circolazione.
Un ricordo personale mi porta a giudicare questi eventi come determinanti per centrare obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione. Ricordo quanto accaduto a Parigi allorché la sindaca Anne Hidalgo stabilì il limite di 30 km all’ora in città. Discussioni, proteste, taxisti che si dicevano all’oscuro di tutto, poi la normalità, in poche settimane. Parigi vale l’Italia intera? Perchè no. La circolazione è migliorata, i giorni di pollution sono diminuiti drasticamente e la Ville era respira meglio. La comunicazione è ,insomma, un requisito fondamentale per vincere. Allo stesso modo, far conoscere il valore della ricerca.
Gianmarco Montanari è uno che di mobilità se ne intende. È direttore Generale del MOST e sul convegno di Napoli dice : “L’incontro è un’opportunità unica per stimolare nuove idee e collaborazioni, confrontare opinioni e partecipare attivamente a un dialogo costruttivo, con l’obiettivo di tracciare un percorso verso un futuro della mobilità più sostenibile ed efficiente”.
L’Italia politica, lenta nel prendere certe decisioni strategiche, può dare un senso a queste parole, ascoltare con interesse le discussioni che si terranno a Pietrarsa. Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi sarà presente e tra gli invitati figura anche l’atleta paralimpico Alessandro Ossola. Una mobilità consapevole e condivisa non ha un orizzonte temporale definito. Bisogna costruirla, riducendo al minimo i rischi per la salute, accrescendo anche la sicurezza stradale. Non trascuriamo che da Nord a Sud il numero di incidenti sulle strade e in città è sempre più elevato.
La ricerca universitaria in Italia soffre di mezzi finanziari limitati. Tuttavia c’è l’opportunità di connettere meglio mondo accademico e industria della mobilità. La spesa pubblica per questi scopi viene apprezzata dal pubblico solo se ha riscontri oggettivi. Chiariamo: non è in discussione la storia dell’automobile o del passaggio da una civiltà preindustriale a una post bellica, dove l’automobile ha tipizzato lo sviluppo economico dell’Italia. Ciò che interessa sono i nuovi orizzonti della vita”un veloce cambio di paradigma verso una maggiore democrazia per ridurre anche i conflitti tra le persone e le merci che si spostano lungo le stesse infrastrutture” dice la consulente di settore Paola Cossu. Sonoinfrastrutture a uso e consumo delle auto e dei Tir che spingono tutti noi a essere diversi da come siamo oggi. In marcia, più responsabili con qualcuno che ci aiuta.
di Nunzio Ingiusto