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Ripubblichiamo dalla Rassegna del Corriere.

L’Antartide, il continente «bianco» per eccellenza, sta diventando sempre più verde a causa dell’espansione della vegetazione dovuta al riscaldamento globale. Lo ha scoperto uno studio basato sulle immagini raccolte dai satelliti Landsat tra il 1986 e il 2021, pubblicato sulla rivista specializzata Nature Geoscience. Si tratta in gran parte di specie di muschio.

In alcune isole settentrionali della Penisola antartica prospicenti alla Terra del Fuoco tra 62 e 64 gradi Sud (sotto il Circolo polare antartico, una latitudine nell’emisfero Nord paragonabile a quella della Norvegia centrale), nel periodo preso in considerazione la zona coperta da vegetazione è passata da 0,863 chilometri quadrati a 11,947 kmq, un’area che a un esame superficiale appare minima ma che corrisponde a un incremento di quasi 14 volte. La diffusione del muschio ha subito un’accelerazione negli ultimi cinque anni presi in considerazione con un tasso di sviluppo di 40 ettari all’anno.

I ricercatori che hanno analizzato i dati, guidati da Thomas Roland dell’Università di Exeter, non hanno dubbi sulla causa: il riscaldamento globale. Sebbene, chiariscono, tra il 1999 e il 2014 la Penisola antartica abbia vissuto una pausa nella tendenza dell’aumento delle temperature, l’Antartide in generale negli ultimi 60 anni ha visto un notevole incremento e si aspetta che entro la fine del secolo la temperatura media aumenterà di 0,34 gradi ogni decade.

Da tutto ciò non può che trarre giovamento la vegetazione. «Il paesaggio antartico è ancora quasi interamente dominato da neve, ghiaccio e roccia, con solo una piccola frazione colonizzata dalla vita vegetale», ha detto Roland. «Ma anche questa regione vasta e isolata è influenzata dal cambiamento climatico indotto dall’uomo. La sensibilità della vegetazione della Penisola antartica ai cambiamenti climatici è ormai evidente e, in caso di futuro riscaldamento, potremmo assistere a cambiamenti fondamentali nella biologia e nel paesaggio di questa regione».

«Il suolo in Antartide è per lo più povero o inesistente», ha commentato Olly Bartlett, dell’Università di Hertfordshire, «ma questo aumento della vita vegetale aggiungerà materia organica e faciliterà la formazione del suolo, aprendo potenzialmente la strada alla crescita di altre piante. Ciò aumenta il rischio di arrivo di specie non autoctone e invasive, eventualmente trasportate da ecoturisti, scienziati o altri visitatori».

di PAOLO VIRTUANI
Redazione interni

 

Fonte: https://www.corriere.it/NewsletterCorriere/mondo-capovolto/12c74ac2-8584-11ef-b4f8-c8af99b91a40_CorriereMondoCapovolto.shtml