Quanto sanno o si preoccupano gli italiani del destino dei loro rifiuti ? Ha senso fare la raccolta differenziata in casa ? Quanta spazzatura viene effettivamente recuperata ? In genere le persone non hanno tempo per occuparsi di queste cose che a buon diritto rendono il Paese più civile. Le aziende che gestiscono i servizi di raccolta rifiuti e altro sviluppano iniziative promozionali, organizzano eventi, inviano messaggi cartacei, on line per farci sapere come vanno le cose. Sono operazioni che costano e quindi non tutte sono disposte a farlo. Il Gruppo Hera, che oltre ai rifiuti si occupa di servizi ambientali per oltre 4 milioni di cittadini dal Fiuli Venezia Giulia, all’Emilia Romagna, alla Toscana, pubblica in questi giorni due report specifici sui rifiuti e sulla qualità dell’acqua che distribuisce. “ Vogliamo essere trasparenti verso i cittadini, spiega la società e l’iniziativa è apprezzabile. Entrambi i documenti hanno titoli accattivanti: “ Sulle tracce dei rifiuti” e “In buone acque”. Sono titoli utili a dare fiducia in un’epoca di ambizioni green generalizzate. Per i rifiuti, costati all’Italia pesanti sanzioni da parte dell’Unione Europea, ogni persona produce in media 342 kg di rifiuti differenziati all’anno. Si tratta di organico, verde, carta, vetro, plastica. Cosa succede dopo ? L’organico viene trasformato da Hera in biometano, combustibile rinnovabile destinato all’autotrazione o in compost fertilizzante per l’agricoltura. In casa, però, differenziamo proprio tutto ? No. Un quinto di ciò che buttiamo nel sacchetto dell’indifferenziato è in realtà potenzialmente riciclabile. Contano molto i comportamenti e un’educazione ambientale che deve diffondersi. E’ uno spreco che Hera cerca di combattere anche attraverso un’app per aiutare le persone a migliorare la raccolta differenziata. E veniamo all’acqua con il 68% degli italiani che beve l’acqua del rubinetto. Ma che tipo di acqua esce ? Il dato significativo è che l’Italia in Europa è quello con la migliore qualità dell’acqua. Il territorio dell’Emilia-Romagna- servito da Hera- è addirittura ai primi posti con la notizia che arriva direttamente dalla società. Hera nel suo report spiega che ogni anno svolge circa un milione di analisi sull’acqua che distribuisce. Ci sono, tuttavia, milioni di persone che bevono solo acqua in bottiglia. Attenzione: “sostituire l’acqua in bottiglia con quella del rubinetto permetterebbe a una famiglia di tre persone di risparmiare 600 euro l’anno” si legge nel report. Ovviamente non dappertutto l’acqua del rubinetto è garantita con zone critiche e reti di distribuzione poco efficienti. Senza dimenticare che ci sono città dove in alcuni periodi dell’anno l’acqua dai rubinetti non esce affatto. I due report su servizi essenziali, in definitiva, indicano una situazione transitoria verso quell’economia circolare che si vuole creare. Ci sono grandi spazi da coprire per rendere i territori più protetti e aumentare la vivibilità. I report fanno capo ad una società grande e organizzata che ritiene giusto informare i cittadini che pagano i servizi e contribuiscono a tenerla in vita. E se a farlo fossero più spesso anche le istituzioni, le autorità indipendenti di controllo, magari con messaggi sul cellulare per informarci sui servizi essenziali, senza aspettare le rituali presentazioni annuali, ufficiali ? E’ solo un’idea.
di Nunzio Ingiusto