Categorie: Editorial
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La qualità delle relazioni e come queste siano in grado di influenzarci sono aspetti che caratterizzano sempre più il contesto in cui viviamo, assumendo un ruolo centrale nel fare progetto, tanto per le aziende che per i luoghi di cultura. Emerge l’esigenza per servizi che siano in grado di rispondere in modo puntuale ed esaustivo a necessità espresse o inespresse, così come saper mettere le persone nelle condizioni di poter vivere esperienze significative e coinvolgenti.

Questi sono alcuni dei presupposti che hanno contraddistinto la collaborazione tra MUSE (Museo delle Scienze di Trento) e SID (Scuola Italiana Design di Padova). Gli studenti del terzo anno di studi sono stati coinvolti in un percorso progettuale, oltre che formativo, che aveva l’obiettivo di ridefinire l’esperienza utente all’interno del Café del Museo, il punto di ristorazione e caffetteria sviluppato in un’area di oltre 200 metri quadrati, che offre un centinaio di posti a sedere e un’ampia terrazza esterna ai piedi della avveniristica struttura architettonica progettata da Renzo Piano che fa da casa al MUSE. La sfida da affrontare: poter percepire il Café non solo come luogo fisico integrato, ma come continuità della filosofia che identifica il museo, volta a investigare la natura, condividere la scienza, ispirare la società verso lo sviluppo sostenibile.

Affrontare un progetto di Experience Design richiede un approccio interdisciplinare, che va dalla psicologia alla semiotica, dalla progettazione grafica a quella spaziale, dal servizio al prodotto, dall’interazione fisica a quella digitale. Gli studenti sono stati chiamati a mettersi in gioco, utilizzando le competenze formate durante il triennio. Coordinati tra i corsi di Progetto (docente Sebastian Renga) e di Semiotica (docente Alberto Fabbian), hanno tracciato per il Museo degli scenari possibili. Visioni che si distinguono per la centralità degli utenti e delle loro necessità, analizzando e tessendo una maglia di relazioni complesse tra visitatori e Museo. Una User Journey che guarda a famiglie, bambini, turisti, esperti e appassionati di scienza, progettata per individuare input stimolanti ricavati da azioni o pensieri, aspettative o preoccupazioni, momenti che precedono o seguono la visita, che cercano risposte progettuali positive, concrete e arricchenti.

Le molteplici considerazioni emerse sono confluite in una soluzione collettiva, sviluppata in modo collaborativo grazie al prezioso confronto con il team MUSE. Il risultato finale consiste in un manuale che illustra, oltre al manifesto, le linee guida che ridisegnano l’esperienza del MUSE Café, distinte per luoghi e momenti di interazione.

Riaperto da luglio con una nuova veste, il Café dialoga con il pubblico sui temi dell’alimentazione, dello “spreco zero” e della tutela della biodiversità. Un ambiente pensato per accogliere i visitatori in modo organizzato, offrendo momenti di pausa e condivisione, arricchiti da stimoli legati a tematiche sociali e ambientali anche duranti i pasti. L’allestimento si caratterizza per un linguaggio trasparente e scientifico, che invita a contribuire alla filosofia del MUSE attraverso buone pratiche, piccoli o grandi gesti che iniziano a tavola e si estendono nella vita di tutti i giorni.

Una visione maturata attraverso il lavoro di ventisette studenti che si traduce in un luogo accessibile a tutti: consapevole, trasparente, partecipativo.

Alberto Fabbian