Nell’editoriale di inizio anno, la nostra Direttrice ha sottolineato la necessità di preservare la nostra umanità in un mondo sempre più segnato da declino e indifferenza. Viviamo un’epoca in cui ci mostriamo distanti verso chi affronta ogni giorno disperazione, guerre e disastri climatici. Come possiamo recuperare la fiducia nel genere umano?
Oltre a informarci e partecipare ad attività di volontariato e associazionismo, una grande opportunità di riflessione è rappresentata dal Giubileo.
L’evento, iniziato il 24 dicembre scorso, si concluderà il 6 gennaio dell’anno prossimo. Nel 2022, Papa Francesco ha incaricato Monsignor Fisichella di celebrare l’Anno Santo con “fede intensa, speranza viva e carità operosa”. Questa edizione ruota attorno al tema della speranza, un valore essenziale per affrontare le sfide del nostro tempo.
Il Papa ha dichiarato: «Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante. Il Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza. Per questo ho scelto il motto “Pellegrini di speranza”.»
Il simbolo adottato per rappresentare il Giubileo 2025 è la croce, ancora di salvezza per l’umanità.
A dimostrazione dell’inclusività di questa edizione, lo scorso 26 dicembre Papa Francesco ha aperto la Porta Santa presso il carcere di Rebibbia a Roma. È la prima volta nella storia che un Papa inaugura un Giubileo ordinario in un penitenziario.
Secondo le stime della Santa Sede, si prevede che Roma accoglierà circa 32 milioni di fedeli durante l’anno giubilare. Solo nelle prime due settimane sono già stati registrati 545.532 pellegrini. I picchi di afflusso si concentreranno nei 35 grandi eventi previsti, in particolare durante l’Edizione dei Giovani, che si terrà dal 28 luglio al 3 agosto.
Per avere un’idea dell’impatto dell’evento, basti ricordare che il Giubileo del 2000, celebrato sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, vide la partecipazione di oltre 24,5 milioni di fedeli, di cui più di due milioni giovani.
Dal punto di vista internazionale, l’edizione del 2025 vedrà una massiccia partecipazione da tutto il mondo. Come riporta Skytg24, sono previsti due milioni e mezzo di visitatori dagli Stati uniti, un milione e 450mila dalla Germania, quasi un milione dalla Gran Bretagna. Dal paese di origine di Papa Francesco, l’Argentina, si stima un afflusso di 255mila persone, mentre dalla Cina uno dei paesi che sta particolarmente a cuore al pontefice come un nuovo orizzonte di evangelizzazione è previsto un milione di fedeli.
Tra i paesi che vantano le diocesi di provenienza più insolite e distanti ci sono Mongolia, Corea del Sud e altri stati che potranno godere di un visto speciale chiamato “Turismo-Giubileo” alla portata di chi partecipa ai pellegrinaggi realizzati dalle chiese locali in collaborazione con il ministero degli Affari esteri.
In questo senso la forte dimensione universale permetterà l’incontro effettivo di tante culture e popoli uniti insieme dalla fede cristiana. Il Giubileo, trae il suo nome dallo “yobel”, il corno di montone che annunciava il Giorno dell’Espiazione. Storicamente, rappresentava un momento di riconciliazione con Dio, remissione dei debiti e riposo della terra.
Oggi, l’Anno Santo mantiene la sua valenza spirituale e invita alla trasformazione personale e collettiva. È un’occasione per rivedere il proprio rapporto con Dio, con gli altri e con il creato, come sottolineato da Papa Francesco. Il Pontefice ci esorta a riscoprirci fratelli, abbattendo le barriere dell’indifferenza che ci separano dagli altri abitanti del pianeta.
L’arrivo di milioni di persone da ogni angolo del mondo offrirà anche un’importante occasione di scambio interculturale, permettendo ai pellegrini di unirsi nella preghiera e nella riflessione. In questo clima di incontro e condivisione, il Giubileo si pone come un faro di speranza per l’intera popolazione, saremo capaci dunque di cogliere questa occasione per riscoprire l’umanità che ci accomuna?
di Marco Camporese
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