Oggi il nostro bisogno di ricevere ciò che desideriamo viene prima del desiderio stesso: viviamo nel qui e ora, nel tutto e subito e nell’era delle spunte blu. Dobbiamo ritrovare la capacità di ragionare a lungo termine per pensare ad un progetto umano, dapprima etico-culturale e poi politico ed economico, che possa delineare le caratteristiche di un nuovo tipo di società che possa unire il metaprogetto liberale a favore dei progetti individuali con un quadro orientativo sul genere di società che si vorrebbe costruire insieme e sul senso sociale del modo di vivere insieme come comunità. Non dobbiamo subire il progresso tecnologico ma gestirlo secondo una governance dell’innovazione partecipativa e consapevole per risolvere gli ingenti problemi culturali, sociali, ambientali ed economici. Internet da strumento a favore della libertà sta diventando strumento di sorveglianza in cui i nostri dati rappresentano il prodotto finale. Per invertire questo preoccupante trend abbiamo a disposizione una rete decentralizzata e aperta che permette di restituire autonomia, privacy e sicurezza. Cambia il nostro modo di vivere e cambiano anche le città in cui viviamo: esse diventano green, digital, sensibili e pongono la tecnologia al servizio dell’uomo. In questo contesto l’arte gioca un ruolo chiave per la rinascita della nostra società. Grazie ad essa possono essere stimolate tre caratteristiche chiave: la socialità, l’attività e la partecipazione. L’arte rappresenta una sorta di campo di allenamento nel quale gli individui e le comunità possono sperimentare e ricercare una propria autenticità e una propria visione del mondo. Compito dell’arte è farsi portavoce del cambiamento intercettando il futuro e delineando traiettorie e scenari innovativi in modo tale da prefigurare una nuova visione del mondo da trasporre nel presente per agire in maniera consapevole e partecipativa verso la progettazione di un futuro migliore. L’arte deve essere come un enzima che attiva processi innovativi e contamina le nostre vite. In un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo vi è la necessità di una rivoluzione culturale per un’evoluzione dell’uomo.