Rapporto ASviS 2022: Italia penultima in Ue su “Pace, giustizia e istituzioni solide”, soprattutto per la maggiore durata media dei procedimenti civili e commerciali. Sulla partecipazione democratica: va rafforzata e innovata.
Una panoramica sul Goal 16: a che punto siamo
L’Italia deve accrescere l’impegno pubblico nei processi di solidarietà̀ e di pace anche attraverso la partecipazione giovanile, con il consolidamento del Servizio civile universale e dell’esperienza dei corpi di pace. Questo uno degli aspetti evidenziati dal Rapporto ASviS 2022, nella sezione dedicata al Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide” dell’Agenda 2030 dell’Onu. Il documento ricorda, inoltre, come non sia ancora possibile nel nostro Paese esercitare il diritto di voto a distanza e non siano riconosciute le modalità ibride di adesione alle proposte referendarie mediante le procedure di raccolta di firme digitali. Vengono giudicati poi non del tutto soddisfacenti gli strumenti e le procedure di monitoraggio civico del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) attraverso cui disegnare meccanismi di maggiore partecipazione dei cittadini nella definizione delle policy pubbliche e dunque abilitare il dialogo fra società civile e pubbliche amministrazioni.
Sui restanti Target del Goal 16 si registra invece una tendenza positiva nello sviluppo dei processi di riforma e modernizzazione previsti dal Pnrr in materia di giustizia, pubblica amministrazione e appalti pubblici, con una notevole accelerazione nei processi di digitalizzazione che funge da motore abilitante per una Amministrazione accessibile, responsabile ed efficiente.
Anche rispetto alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di corruzione sono stati apportati interventi positivi finalizzati ad accrescere la tracciabilità̀ digitale e quindi la trasparenza delle risorse allocate dalla pubblica amministrazione con la previsione di una “piattaforma unica per la trasparenza”, realizzata in via amministrativa dall’Autorità nazionale anti-corruzione e la Recovery procurement platform.
Il principio trasformatore di tali piani di riforma con cui rinnovare e modernizzare radicalmente la Pubblica amministrazione e la Giustizia rimane pertanto l’investimento nell’innovazione digitale, che il Governo dovrà introdurre e realizzare coerentemente alla missione 1 del Pnrr, riorganizzando di conseguenza, in termini di accesso, fruibilità̀, semplificazione ed efficienza, l’offerta di servizi ai cittadini e, in definitiva, rendendo più̀ competitivo il sistema Paese. A tal proposito, il Rapporto ASviS auspica che a livello di governance complessiva il nuovo Governo si impegni a velocizzare le linee applicative del Pnrr, mantenendo una linea di continuità̀ delle priorità̀ e obiettivi previsti e già̀ in parte realizzati. Inoltre, sottolinea la necessità di proteggere i fondi del Pnrr attraverso una semplificazione delle procedure, un miglioramento del sistema di contrasto alle infiltrazioni e il rafforzamento dei controlli.
Il Rapporto si esprime, infine, in riferimento alla drammatica aggressione russa contro l’Ucraina, affermando che l’Unione europea “ha messo in evidenza precisi limiti dovuti a una scarsa capacità di incidenza geopolitica e negoziazione internazionale, mancando ancora una definitiva messa in comune delle prerogative di politica estera e difesa a livello comunitario”.
L’Europa e il Goal 16
Tra il 2010 e il 2020 l’indice composito europeo del Goal 16 mostra segnali positivi: ben 24 Paesi Ue su 27 migliorano il proprio livello, solo la Francia peggiora, principalmente a causa dell’aumento della durata media dei procedimenti civili e della riduzione della fiducia nelle istituzioni europee (-20%). In particolare, il composito descrive un andamento altalenante tra il 2010 e il 2015 e poi uno costantemente positivo tra il 2016 e il 2019. Diminuisce, rispetto al 2010, sia il tasso di omicidi sia la quota di popolazione che segnala la presenza di criminalità e violenza nella zona in cui vive. Aumentano gli individui che svolgono attività e-government (da 20% nel 2010 a 36% nel 2019) e si riduce il sovraffollamento delle carceri(da 105,3% nel 2010 a 98,1% nel 2019). Criticità sono invece evidenziate dalla durata media dei procedimenti civili e commerciali, che passa da 265,8 giorni nel 2010 a 315 nel 2019.
Nel 2020 si assiste a un’inversione di tendenza causata principalmente dal crollo della fiducia nelle istituzioni europee da parte dei cittadini, pari a -4 punti percentuali rispetto al 2019. Ciò può essere in parte spiegato dal fatto che i cittadini europei nella prima fase della pandemia hanno “spostato” la loro fiducia dalle istituzioni europee a quelle nazionali, che nella prima fase hanno messo in campo le misure per contenere il virus, mentre il coordinamento europeo, avvenuto soprattutto per l’acquisto dei vaccini e il Next Generation Eu, si è verificato solo nel 2021.
L’Italia si attesta nel 2020 al penultimo posto in Europa, molto distante dal dato medio, a causa principalmente di una maggiore durata media dei procedimenti civili e commerciali (527 giorni nel 2018 contro i 297 della media Ue) e di una più bassa quota di individui che utilizza servizi e-government via web (17% contro 38% dell’Ue).
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
L’Italia e il Goal 16
Tra il 2010 e il 2021 l’indicatore composito italiano del Goal 16 registra un trend negativo. In particolare, dopo un andamento sostanzialmente stabile fino al 2020, peggiora poi nell’ultimo anno. Tra il 2020 e il 2021 si evidenzia, infatti: un aumento dei reati predatori (+0,9 punti percentuali), che nel 2020 a causa delle misure restrittive avevano raggiunto il valore più basso registrato nell’arco temporale analizzato (10,4 reati per mille abitanti nel 2020); un forte peggioramento della partecipazione sociale, che passa dal 21,6% al 14,6% (valore minimo degli ultimi 11 anni); un incremento della durata media dei procedimenti civili (+7 giorni rispetto al 2020) e del sovraffollamento delle carceri (+1 punto percentuale). L’unico indicatore che, nel 2021, evidenzia segnali di miglioramento è quello relativo ai detenuti in attesa di giudizio, che passa da 16,3% nel 2020 a 15,8% nel 2021.
Rispetto alla situazione pre-pandemica (2019), invece, nel 2021 si misura un miglioramento dei reati predatori (-5,2 reati per mille abitanti) e del sovraffollamento delle carceri (-13,4 punti percentuali), e un peggioramento delle truffe e frodi informatiche e della partecipazione sociale. Nel lungo periodo, si evidenzia che l’indice di sovrafollamento delle carceri ha registrato complessivamente una riduzione di 25,5 punti percentuali tra il 2004 e il 2021; anche per quel che riguarda la durata media dei procedimenti civili si è assistito a dei progressi (-86 giorni) tra il 2014 e il 2020, ma questi sono stati arrestati dalla pandemia e risultano ancora insufficienti per il raggiungimento dell’obiettivo quantitativo del Pnrr di 253 giorni entro il 2026.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.