Sono quasi 260 milioni le persone che soffrono la fame nel mondo.
In un solo anno, infatti, coloro che sono stati colpiti da una ‘grave insicurezza alimentare’ sono passati dal 21,3% del 2021 al 22,7% del 2022 con un aumento dell’1,4%. Coinvolti 58 Paesi e territori, rispetto ai 193 milioni di persone dei 53 Paesi nel 2021, con un ulteriore incremento per il quarto anno consecutivo.
A dirlo è il rapporto annuale 2023 Fao-Programma alimentare Onu-Ue. Anche nel 2022 i conflitti sono stati la principale causa delle crisi alimentari superati, però, in 27 paesi, dagli shock economici che hanno colpito 83,9 milioni di persone.
‘insicurezza alimentare acuta, rileva il rapporto, rappresenta una minaccia immediata per i mezzi di sussistenza e la vita delle persone facendole scivolare nella carestia. Dal 2016, il numero di persone che vivono in condizioni di stress alimentare è più che triplicato, passato da 83,3 milioni a 253 milioni nel 2022. Il rapporto evidenzia la natura prolungata di molte di crisi alimentari.
Le dieci maggiori crisi alimentari nel 2022 che coinvolgono 163 milioni di persone rappresentando il 63% della popolazione globale totale, in ordine di grandezza sono quelle in Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Afghanistan, Nigeria, yemen, Myanmar, Repubblica araba siriana, Sudan, Ucraina e Pakistan.
Nei 58 paesi/territori di crisi alimentare analizzati dal rapporto, oltre 35 milioni di bambini sotto i 5 anni hanno sofferto di deperimento. Quanto alle cause di insicurezza alimentare acuta si rafforzano reciprocamente, creando effetti negativi a spirale.
“Un quadro molto preoccupante” per il direttore dell’Ufficio Emergenze e Resilienza della Fao, Rein Paulsen. “Quattro rapporti, per quattro anni consecutivi – sottolinea – hanno registrato un peggioramento costante della situazione. Serve un’azione urgente, di scala, e sul tipo corretto di azione da intraprendere per affrontare la situazione”.
La resilienza economica dei paesi poveri è diminuita drasticamente negli ultimi tre anni, trovandosi ora ad affrontare lunghi periodi di ripresa e una minore capacità di far fronte a shock futuri. Il conflitto è stato il fattore più significativo in 19 Paesi/territori, coinvolgendo 117 milioni di persone contro i 139 milioni del 2021; un calo dovuto all’insorgere degli shock economici che hanno superato la guerra in Afghanistan, Repubblica araba siriana e Sud Sudan. Gli estremi meteorologici-climatici sono i responsabili della fame in 12 Paesi in cui 56,8 milioni di persone, contro i 23,5 milioni di otto paesi nel 2021. I risultati del rapporto confermano poi l’impatto negativo della guerra in Ucraina. Dopo il picco della prima metà del 2022, i prezzi alimentari sono scesi ma la guerra continua a incidere indirettamente sulla sicurezza alimentare, in particolare nei Paesi a basso reddito dipendenti dalle importazioni alimentari, la cui fragile resilienza economica era già stata colpita dalla pandemia di Covid.