Usiamo in maniera oculata l’energia in queste ore, perché nemmeno i bambini in Ucraina sono risparmiati dalla guerra. Si estende fino ai consumi di energia in casa e nei luoghi di lavoro l’appello dell’Associazione Culturale Pediatri e del Centro per la Salute del Bambino sull’invasione russa dell’Ucraina. Il tema centrale è che un uso più accorto del gas ridurrebbe il fabbisogno da coprire con le importazioni dalla Russia, indebolendo così l’economia di Mosca. Il premier Mario Draghi nella sua informativa al Parlamento ha sostenuto la necessità di aumentare il flusso dall’Azerbajan, prospettando in casi estremi livellamenti delle forniture alle industrie.
Bambini in Ucraina: le convenzioni internazionali
Si spera evidentemente in un immediato cessate il fuoco, come hanno chiesto le reti internazionali ISSA (International Step to Step Association), ECD Task Force (Early Childhood Development task force), WAIMH (World Association for Infant Mental Health), e UNICEF. Usa e Europa insistono con le sanzioni e i profughi ucraini sono già 368 mila.
Ma, benché lontani dalle zone di guerra, i cittadini europei oltre alle marce e alle manifestazioni di piazza possono contribuire a una pacificazione con comportamenti senza eccessi. Le forniture di gas di Gazprom restano sullo sfondo e, pur non essendo direttamente collegate alla tutela dei bambini nel conflitto, assumono valore morale per milioni di europei.
“Ciascuno di noi è invitato a considerare i sacrifici e le rinunce che potranno essere necessari per rendere possibili le azioni della comunità internazionali – dice il documento-appello – a partire da un uso più oculato delle fonti di energia, cosa che comunque torna a nostro beneficio a lungo termine”. Il popolo aggredito si salva, insomma, penalizzando Putin con piccole, ma significative azioni domestiche o aziendali. Per quanto possibile.