Imprese che implementano concretamente strategie green e di welfare, con figure dedicate e percorsi di reskilling
Se il rapporto «Alte competenze per un futuro sostenibile» dell’osservatorio 4.Manager che sottolinea come, tra il 2023 e il 2026, sia imprese sia Pa avranno necessità di quattro milioni di lavoratori di medio e alto profilo con queste competenze, la nuova edizione dello studio annuale «Seize the Change» di EY conferma come nel complesso le aziende italiane siano sempre più impegnate concretamente per integrare la sostenibilità nel business. Questo avviene sia per le piccole-medie imprese sia per quelle di grandi dimensioni, mentre due anni fa erano le grandi aziende ad avanzare più velocemente. Il settore energetico e quello tessile procedono più velocemente rispetto ad altri (media & telecomunicazioni e costruzioni). Oltre l’80% delle aziende quotate ha sviluppato un piano di sostenibilità (circa +32 punti percentuali rispetto al 2020) e il 30% ha definito target quantitativi. Il 47% delle aziende intervistate ha definito degli obiettivi e azioni di adattamento al cambiamento climatico (nel 2021 era il 39%), incrementando l’uso di energie rinnovabili. Dall’arredo alla metalmeccanica, dall’agroalimentare alla farmaceutica, passando al leader di prodotti chimici per l’edilizia, ecco i modelli di cinque imprese che hanno implementato concretamente la sostenibilità nelle loro strategie imprenditoriali.
La sostenibilità in un algoritmo
L’attenzione all’ambiente e alle persone si declina in molto modi all’interno di Rimadesio, azienda leader dell’arredo made in Italy fondata nel 1956 in Brianza. Dalla produzione di energia solare tramite pannelli fotovoltaici al percorso di conversione all’elettrico della flotta aziendale; dalla lavorazione di materiali 100% riciclabili come alluminio e vetro all’utilizzo di sole vernici idrosolubili, fino alla totale eliminazione del polistirolo, sostituito con cartone riciclato, oltre che un costante impegno nel campo della salute e della sicurezza sul lavoro. «Nel 2022 è stata introdotta in azienda una Hse manager, referente interna per gli aspetti di Health, Safety & Environment», spiega Davide Malberti, ceo di Rimadesio. «L’obiettivo è andare a costruire un sistema di gestione integrato conforme alle norme standard di riferimento meglio riconosciute (ISO 45001 – salute e sicurezza sul lavoro; ISO 14001– ambiente). A proposito della sostenibilità, ci stiamo approcciando al tema Esg (Environment, Social, Governance), di cui si occuperà in prima persona la nostra Hse Manager con il supporto di validi consulenti esterni esperti in sostenibilità ambientale, Agenda 2030 e Gri (Global Reporting Initiative). L’obiettivo è chiudere il 2023 con un sistema di gestione che abbia raggiunto già un buon livello di implementazione delle principali procedure legate agli aspetti Hse, con l’aggiunta dell’opportunità di riuscire ad ottenere un Sustainability Impact Rating (è il primo algoritmo al mondo basato su criteri internazionalmente riconosciuti che misura la sostenibilità delle aziende, ndr) in grado di misurare la nostra performance di sostenibilità aziendale secondo criteri conosciuti e misurabili. Tutto ciò è per noi fondamentale per accompagnare, in maniera concreta ed efficace, il processo verso l’implementazione del bilancio di sostenibilità».
Strategia green integrata dentro e fuori gli stabilimenti
Alla F.I.S. di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, tra i principali operatori in Europa nella produzione di principi attivi per l’industria farmaceutica, è presente una risorsa dedicata alla sostenibilità nel 2015. Si tratta di una figura cresciuta internamente, all’inizio impegnata nel campo per una parte del proprio tempo lavorativo e dal 2022 dedicata esclusivamente a questo. Nel 2023 è in programma la ricerca e selezione di uno specialista da affiancare al sustainability manager. «Con il progressivo aumento dell’importanza del tema, è diventato per noi necessario disporre di una figura professionale che potesse contribuire alla costruzione di un’organica strategia aziendale di sostenibilità, supportandone l’integrazione all’interno dei tradizionali processi di business in tutti e tre i nostri stabilimenti di Montecchio Maggiore, Lonigo e Termoli e, in particolare, nelle aree relative a produzione, ricerca e sviluppo e gestione delle risorse umane», spiega Michele Gavino, ceo di F.I.S. «È crescente il bisogno di integrare queste tematiche in ogni funzione aziendale, che sempre più dovranno essere capaci di portare un contributo innovativo, trovando soluzioni efficaci al raggiungimento di obiettivi complessi e ambiziosi. A fine 2022, l’azienda ha aderito a Energize, il programma internazionale lanciato per promuovere l’accesso all’utilizzo di energie rinnovabili e ridurre le emissioni dei gas serra nel settore chimico-farmaceutico. Un programma unico nel suo genere, che permette ai partecipanti di reperire insieme l’elettricità su larga scala attraverso un accordo di energia virtuale. Il fabbisogno energetico di numerose società che vi aderiscono è soddisfatto con la costruzione di un nuovo impianto di produzione di energia rinnovabile. La fornitura è dunque gestita attraverso un contratto pluriennale bilaterale (VPPA) che prevede l’invio alle aziende degli opportuni certificati a garanzia dell’origine green dell’energia».
Filiera, stili di vita verdi, lotta allo spreco, risorse umane
Il gruppo Orsero, di Albenga, ha creato la divisione sostenibilità nel 2021, il team comprende un manager e uno specialista per il tema sostenibilità e si avvale del supporto di tre coordinatori (sempre green) e di otto sustainability country leader. La funzione è a diretto riporto dei ceo del gruppo e in costante dialogo con il consiglio di amministrazione. Dal dipartimento delle risorse umane a fanno sapere che «l’intento strategico era catalizzare e razionalizzare gli sforzi e le attività che il gruppo già portava avanti, come quelle contro lo spreco alimentare. Abbiamo rafforzato e organizzato le collaborazioni con i singoli banchi alimentari dei paesi europei in cui operiamo, stringendo un accordo a livello europeo con Feba (European food banks federation). Abbiamo inoltre inserito all’interno del piano strategico un obiettivo volto al coinvolgimento del 100% dei nostri stand di mercato in attività contro lo spreco alimentare. Avere una funzione dedicata ha permesso al gruppo di sviluppare una visione più consapevole, proattiva, e a medio e lungo termine per la gestione di temi fondamentali come le risorse umane, la filiera, il contrasto allo spreco alimentare e il ruolo del gruppo come promotore di stili di vita sani e sostenibili. Riguardo a questo ultimo punto, ci impegniamo ogni anno a ispirare le persone fuori e dentro il gruppo attraverso un progetto di comunicazione. Nel 2022, l’obiettivo si è concretizzato in un evento – Reflection – che ha preso vita a Milano. Un’esperienza immersiva che ci ha permesso di informare e sensibilizzare il pubblico sull’importanza di contrastare lo spreco alimentare e far conoscere importanti realtà come Recup, Banco Alimentare e Pane Quotidiano».Mapei – Un team a lavoro su ecodesign e mitigazione dell’impatto«La formalizzazione di una figura professionale dedicata alla sostenibilità risale al 2015», spiega Giuseppe Castelli, corporate hr & organization director della milanese Mapei. «L’azienda aveva partecipato, nel 2013, a un bando ministeriale per la valutazione della carbon footprint sui beni di largo consumo. Questo primo avvicinamento alle tematiche dell’impatto dei nostri prodotti sull’ambiente e alla metodologia del Life Cycle Assesment (LCA) ci ha stimolato ad approfondire sempre più l’argomento fino a creare, dal 2015, un piccolo gruppo di lavoro dedicato alla sostenibilità ambientale di prodotto e di processo, all’interno del team ricerca & sviluppo, coordinato. Oggi questo gruppo è composto da sei persone: ha il compito di misurare gli impatti ambientali dei prodotti in tutto il loro ciclo di vita e di stimolare i nostri laboratori a creare prodotti sempre più a basso impatto ambientale, in particolar modo in termini di emissioni di gas a effetto serra e di utilizzo di materie prime, ricercando, fin dalla formulazione, soluzioni per ridurre il consumo di materie prime e per utilizzare sempre più materiali riciclati. Oltre a questa attività di ecodesign, il team è responsabile della selezione di progetti di compensazione e di altri metodi per mitigare l’impatto ambientale della nostra produzione, continuando a garantire qualità e durabilità alle opere. L’environmental sustainability manager collabora anche alla pubblicazione del nostro bilancio di sostenibilità, un progetto partito dal 2016 che nel 2021 ha visto allargarsi il perimetro a tutta l’Europa e dal 2022 coinvolge tutto il mondo».
Due figure per promuovere politiche ambientali e sociali
All’interno di Rubinetterie Bresciane Bonomi, fondata nel 1901, l’attenzione alla sostenibilità si concretizza con la presenza in azienda di un responsabile ambiente e sicurezza e di un responsabile welfare. «Nel 2015 siamo state una delle prime aziende metalmeccaniche in Lombardia a ottenere la certificazione Iso 500001 di efficienza energetica», spiega Mario Bonomi, direttore di stabilimento del gruppo e figlio del fondatore e presidente Aldo. «Un percorso in cui investiamo da anni e ha coinciso con la specializzazione di una figura apposita, che oggi ha collaboratori in tutti gli stabilimenti, e il recente affiancamento di un energy manager. Per fare qualche esempio, questo ci ha permesso di realizzare tre impianti fotovoltaici che ci rendono parzialmente autonomi dal punto di vista energetico, 27mila metri quadri di impianto radiante a pavimento per il raffrescamento e riscaldamento alimentato da energia rinnovabile nel nostro stabilimento di Gussago, che si combina con l’acquisto di macchinari sempre più efficienti. In primavera installeremo nei nostri stabilimenti delle colonnine elettriche. Avendo avuto la fortuna di crescere molto negli ultimi anni (l’azienda oggi conta 900 dipendenti, ndr) abbiamo bisogno di figure sempre più specializzate, che ci rendano competitivi. Il 60% del nostro fatturato arriva dall’export, siamo molto presenti nel mercato statunitense e scandinavo, dove c’è molta attenzione a materiali plastic free, processi e logiche aziendali attente all’ambiente: questo ci qualifica presso i nostri clienti». Per quanto riguarda l’aspetto sociale, a dicembre 2022 l’azienda si è aggiudicata, per il quarto anno consecutivo, il premio Welfare Index Pmi. Nel 2015 ha costituito, insieme a 12 imprese del territorio, il portale Welstep, che presenta iniziative e piani di benessere pensati per i dipendenti. «Fra le altre iniziative per i dipendenti, una palestra e un locker per gli acquisti online, premi di produzione e benefit flessibili. L’anno scorso abbiamo erogato 400 euro a dipendente come contributo per il caro bollette e abbiamo ripreso a organizzare campagne di prevenzione, con visite mediche gratuite per tutti. Sono alcuni esempi dei nostri piani di benessere aziendale, uno strumento utile anche per attrarre talenti e trattenerli».