Chi ha preso coscienza per primo che il pianeta è in pericolo: gli adulti o i giovani ? Domanda aperta alla quale, tuttavia, si puo’ rispondere che tanto i primi quanto i secondi sono più che mai necessari per salvare il salvabile. Le manifestazioni per il clima hanno messo in discussione anni di sviluppo economico caotico e sregolato, per cui i nostri figli e nipoti alla fine sono diventati i terapeutici ambientali cui affidiamo ogni speranza. Per la Terra, s’intende, perché ad altri pianeti ci pensa Elon Musk. Pacche sulle spalle, allora, a chi dedica ai ragazzi aiuto e comprensione. Senza le ipocrisie o i pietismi tipici di chi si pente delle proprie azioni. 

Un segno di riconoscenza oggi va sicuramente all’Unicef che insieme all’ IAIA (International Association for Impact Assessment) lancia Hackathon per il Clima 2025. Edizione internazionale di due giorni  fino al 27 marzo di confronto e studio per i giovani che vogliono preparare progetti ambientali per i loro Paesi. Nella sede del Comitato Italiano UNICEF ragazze e ragazzi provenienti da Romania, Repubblica Ceca, Tunisia, Ucraina con i loro compagni italiani, esploreranno le questioni ambientali e di sostenibilità per i loro territori. Nel ruolo di curatori del clima, i giovani proveranno a definire soluzioni innovative per affrontare il cambiamento climatico. Avranno come tutor rappresentanti del Movimento dei Giovani Volontari dell’UNICEF (YOUNICEF) e useranno la Piattaforma q-Cumber 5.0 studiata per la misurazione e valutazione degli impatti ambientali più rischiosi. 

E’ dal 2019 che il Comitato Italiano UNICEF, in partnership con IAIA Italia, promuove il progetto “Hackathon per il Clima” radunando giovani tra i 14 e i 30 anni. Non ci sono limiti al dibattito e alle proposte che da un lato rafforzano la conoscenza dei fenomeni climatici, dall’altro ambiscono ad aiutare i decisori politici. Le proposte arrivano da lavoratori e analisi appropriate e smentiscono l’odiosa rappresentazione di giovani in corteo, solo cartelli e slogan. Con questa esperienza si predispongono al dialogo, al confronto con chi  ha potere e soldi per cambiare le cose. Poi è la politica che molte volte li delude e si rifugia in comode banalizzazione. Ma senza i giovani dove andiamo ? 

“ La crisi climatica è sempre più una crisi dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Ascolto e partecipazione attiva di ragazze e ragazzi sono fondamentali per poter sostenere proposte che possano influenzare decisioni climatiche e facilitare il dialogo proprio con i decisori politici”  ha spiegato  Paolo Rozera, Direttore generale UNICEF Italia. A Bologna dal 1 al 4 maggio si volgerà la 44 ^ Conferenza mondiale IAIA25 ‘Impact Assesment in the Age of Artificial Intelligence” con 1200 delegati provenienti da 100 nazioni. I ragazzi presenteranno i progetti sviluppati nella due giorni italiana; piani che riguardano anche i monitoraggi degli impatti ambientali dei Comuni di appartenenza. La politica sarà presente e, si spera, sarà attenta a cio’che diranno ragazze e ragazzi. Vivono e amano questo pianeta che, in fondo, anche Mr. Musk potrebbe aiutare a salvare. 

 

—___ Nunzio Ingiusto