La COP 28 si svolgerà dal prossimo 30 novembre al 12 dicembre a Dubai.
197 Paesi riuniti ancora una volta per definire le sorti del pianeta.
Si preannuncia un appuntamento cruciale in vista della realizzazione dei 17 obiettivi ONU da raggiungere entro il 2030.
Sarà un evento caratterizzato da grandi contraddizioni. Su tutte il presidente designato che è anche il capo della compagnia petrolifera più importante degli Emirati Arabi. Al tempo stesso, sono state evidenziate le condizioni disumane in cui si sono ritrovati a lavorare gli operai per allestire gli spazi della manifestazione.
Un altro elemento da tenere in considerazione sarà il ruolo dell’Europa nel guidare dal punto di vista diplomatico l’evento e il conflitto israelo – palestinese che farà da sfondo a questo appuntamento.
Ma andiamo con ordine.
COP: cosa significa?
La COP, Conference of Parties, è la riunione annuale tra i Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. La Convenzione è il principale trattato ambientale internazionale sul contrasto ai cambiamenti climatici firmato alla Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite tenutasi a Rio de Janiero nel 1992. Durante questa occasione, si decise di ridurre l’emissione dei gas serra tramite una stipula di protocolli di cui il principale è il protocollo di Kyoto. L’ Accordo di Parigi, raggiunto nella COP21 del 2015, rappresenta un passaggio chiave perchè è stato il primo incontro in cui sono stati raggiunti accordi vincolanti per la lotta ai cambiamenti climatici. Nello specifico il governi hanno stabilito di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C in più rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C.
Cosa aspettarsi da questo incontro?
Riprendendo le parole del Papa, nel suo Laudate Deum, dello scorso 4 ottobre, il vertice di Dubai può rappresentare un’occasione imperdibile se si comproverà che “tutto quanto è stato fatto dal 1993 era serio ed opportuno”. In caso contrario si tratterà di una grossa delusione. In particolare il pontefice sostiene che la Cop 28 non sarà una chance mancata solo se garantirà “delle forme vincolanti di transizione energetica che abbiano tre caratteristiche: che siano efficienti, vincolanti e facilmente monitorabili”.
Non mancano però perplessità circa l’evento.
Come si diceva all’inizio dell’articolo, la scelta del luogo dell’incontro ha destato molte polemiche in quanto gli Emirati Arabi Uniti (UAE) sono un Paese che si basa sulle fonti fossili. Per dare un’idea, il trenta per cento del Pil dello Stato, è generato dall’industria da queste fonti energetiche. A questo fatto si aggiunge che Ahmed Al Jabber, il presidente della conferenza, è anche a capo della compagnia petrolifera Abu Dhabi National Oil Corporation.
Un altro elemento particolarmente grave è il caso portato in evidenza dal report dell’organizzazione per la ricerca e la difesa dei diritti umani “Fair Square”. Questa inchiesta evidenzia che centinaia di migranti provenienti dai vicini paesi africani e dal Sud-Est asiatico sono stati costretti a lavorare all’aperto ai tre siti della Cop28, durante picchi di temperature arrivati anche ai 42 gradi.
Come si presenta l’UE a questo appuntamento?
All’appuntamento l’UE prova a farsi trovare preparata. Come si legge dal comunicato stampa del consiglio UE aggiornato al 17 ottobre “Gli Stati membri sottolineano l’importanza di innalzare considerevolmente il livello di ambizione globale affinché l’obiettivo di 1,5º C resti raggiungibile, in linea con l’accordo di Parigi. Rilevano che, collettivamente, i contributi determinati a livello nazionale (NDC) e i relativi aggiornamenti sono attualmente insufficienti secondo la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).”
Il Consiglio indica che per raggiungere l’obiettivo tutte le parti avrebbero dovuto rivedere e rafforzare i rispettivi NDC o aggiornare le proprie strategie di sviluppo a lungo termine a basse emissioni di gas emissione serra (GES) in vista della COP 28. In particolare, le principali economie avrebbero dovuto innalzare l’ambizione dei propri NDC e aggiornare le proprie strategie a lungo termine per includere un obiettivo di azzeramento delle emissioni nette da raggiungere al più tardi entro il 2050.
Il Consiglio individua un Piano europeo per la transizione verde, un pacchetto denominato “Fit for 55” in cui vengono evidenziati i punti programmatici che l’ UE vuole portare alla Cop 28. In questi si trovano la riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di conseguire la neutralità climatica al più tardi entro il 2050, fino a un raggiungimento di un livello negativo di emissioni dell’UE.
Come la guerra influenzerà la COP28?
Un altro passaggio estremamente importante è capire come la situazione della crisi mondiale influenzerà l’incontro della COP28. In sostanza, come riporta Edoardo Vigna nel suo articolo sul Corriere ”Le ombre della guerra si allungano sulla Cop 28, Cosa si deciderà a Dubai”, “La guerra fa sì che i governi e i funzionari più capaci, anche diplomaticamente, possano dedicarsi meno alle negoziazioni, soprattutto nelle ultime settimane prima del via, durante le quali di solito vengono messe a fuoco le ‘zone di atterraggio’ di possibili accordi”.
Conclusioni
Tra i dati rilevanti per comprendere a che punto stiamo nella strada verso i SDGs Goals uno su tutti fa riflettere: tra i 169 target che compongono i 17 obiettivi solo il 15% è in regola. Come scrive Chiara Bussi su il Sole24ore nel suo articolo”Clima e Agenda Onu 2030, il mondo è ancora fuori rotta”, in questo momento le “note dolenti riguardano la riduzione della povertà, l’accesso all’energia pulita e la conservazione della biodiversità”.
Sarà necessaria una forte accelerata da parte delle istituzioni e la politica per tradurre in azione le linee guida finora indicate sin qui.
7 anni ci separano dal 2030, 7 anni che richiedono un lavoro convinto che vada ben oltre alle semplici parole e dichiarazioni di intenti.
Fonti:
https://www.politicheeuropee.gov.it/it/comunicazione/euroacronimi/cop-1/
https://www.savethechildren.it/blog-notizie/conferenza-delle-parti-o-cop-cos-e-perche-importante
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/cop-28-largo-al-pragmatismo-145333
https://tg24.sky.it/ambiente/2023/10/30/cop28-dubai-manca-un-mese-cosa-aspettarsi
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/cosa-succede-alla-cop28-di-dubai-e-perche-per-il-papa-e-importante https://www.corriere.it/pianeta2030/23_ottobre_26/ombre-guerra-si-allungano-cop-28-cosa-si-decidera-dubai-62bd6fb2-726a-11ee-a352-bdb9090063b6.shtml
https://www.lifegate.it/ahmed-al-jaber-presidente-cop28
https://www.wired.it/article/cop-28-emirati-arabi-caldo-estremo-lavoro-sfruttamento/
https://www.linkiesta.it/2023/10/unione-europea-cop28-negoziati-onu/
https://www.ilsole24ore.com/art/clima-e-agenda-onu-2030-mondo-e-ancora-fuori-rotta-AFsckiw