Il concetto di sviluppo sostenibile nel senso in cui lo intendiamo oggi ha origini risalenti già al secolo scorso. Nel 1987 viene presentato nella relazione della Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite, Our common future (Il nostro futuro comune), detta “relazione Brundtland” per riconoscere il contributo di Gro Harlem Brundtland, ex Primo Ministro norvegese e Presidente della suddetta Commissione.
Lo sviluppo sostenibile è quello che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le esigenze di base di tutti e di realizzare le proprie aspirazioni a una vita migliore. Lo sviluppo sostenibile comprende tre dimensioni: economica, sociale e ambientale.
La storia del cammino verso lo sviluppo sostenibile si compone di molti passi, alcuni più importanti di altri: nel 2001, a esempio, a Göteborg, è stata adottata la Strategia dell’Unione europea per lo sviluppo sostenibile, un piano a lungo termine per il coordinamento delle politiche finalizzato a uno sviluppo contemporaneamente sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. Questo il significato delle tre dimensioni:
- La sostenibilità economica, è la capacità di un sistema economico di produrre reddito e lavoro in maniera duratura;
- La sostenibilità ambientale, è la tutela dell’ecosistema e il rinnovamento delle risorse naturali;
- La sostenibilità sociale, è la capacità di garantire che le condizioni del benessere umano siano equamente distribuite. Più in dettaglio si può aggiungere che la dimensione sociale dello sviluppo sostenibile si fonda sui valori fondamentali dell’equità e della democrazia, compreso l’effettivo rispetto per ogni persona di tutti i diritti umani: politici, civili, economici, sociali e culturali.
In ambito globale, il lungo processo negoziale dell’ONU sullo sviluppo sostenibile è culminato nel 2015 nell’adozione dell’Agenda 2030, che rappresenta l’impegno comune dei Paesi aderenti a “portare il mondo sul sentiero della sostenibilità”. L’’Agenda 2030 introduce una grande novità: per la prima volta viene riconosciuta l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo non solo ambientale, ma anche economico e sociale, affermando una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo.
Qualche anno dopo, nel 2021, nel noto documento “Un approccio globale per accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile — Ricostruire meglio dopo la crisi COVID-19”, il Consiglio dell’Unione Europea è tornato sulla dimensione sociale dello sviluppo sostenibile per declinare e promuovere con maggior vigore i diritti umani, la parità di genere, l’inclusione, lo sviluppo umano, la coesione sociale, l’uguaglianza in tutte le sue forme, il dialogo sociale, la salute e la sicurezza sul lavoro, il lavoro dignitoso.
La sostenibilità sociale appare dunque come la dimensione più articolata all’interno della sostenibilità e, conseguentemente, oggetto di varie interpretazioni che dipendono da contesti, teorie, metodi e misurazioni differenti. Tuttavia, esaminando alcune definizioni, si chiarisce meglio il concetto di sviluppo sostenibile sociale e la sua applicazione nelle politiche.
Nel maggio 2020 è uscito un report per il Parlamento europeo intitolato “Social sustainability: concepts and benchmarks”. Questo studio si è concentrato su due grandi domande: cosa significa esattamente “sostenibilità sociale” nel contesto più ampio dello sviluppo sostenibile, e come possiamo misurarla? Il report esplora anche le principali sfide e lacune che la letteratura internazionale ha individuato su questo tema, e poi analizza come l’idea di sostenibilità sociale è stata messa in pratica nelle politiche europee.
I risultati sono davvero interessanti. Ci sono le definizioni che sottolineano la sostenibilità sociale come obiettivo autonomo (per esempio quella di Polomarkakis, chi definisce la sostenibilità sociale come “l’insieme di politiche, regole e principi stabiliti nell’ordinamento giuridico dell’UE, che mirano a rafforzare la dimensione sociale dell’UE come soluzione a lungo termine, proteggendola da ogni ricaduta in una posizione di subordinazione gerarchica ai mercati, in modo che l’Europa Sociale possa essere percepita inequivocabilmente come una controparte paritaria alla costituzione economica“),
ma anche le definizioni che sottolineano l’integrazione con l’ecologia (la sostenibilità sociale è un concetto triplice che comprende: (a) “sostenibilità dello sviluppo”, che affronta i bisogni di base, la creazione di capitale sociale, la giustizia; (b) “sostenibilità di ponte”, che riguarda i cambiamenti nei comportamenti per raggiungere obiettivi ambientali bio-fisici; e (c) “sostenibilità di mantenimento”, che si riferisce alla conservazione – o ciò che può essere sostenuto – delle caratteristiche socioculturali di fronte ai cambiamenti e ai modi in cui le persone abbracciano o resistono attivamente a tali cambiamenti (Vallance et al., 2011)).
Alcuni studiosi come Åhman (2013) affermano che, piuttosto che esaminare definizioni teoriche, la discussione dovrebbe concentrarsi sui temi e le questioni fondamentali attraverso cui la sostenibilità sociale è resa operativa: da temi generali come il benessere umano e l’equità a concetti più precisi, come le condizioni di lavoro e salari equi e altri aspetti suggeriti da Boström nel 2012.
Ci piace citare Boström, perché riassume il pilastro sociale dello sviluppo sostenibile includendo sia aspetti sostanziali – gli obiettivi sociali dello sviluppo sostenibile – sia gli aspetti procedurali che sono strumentali per raggiungere gli obiettivi di sviluppo. Secondo lui gli obiettivi di sostenibilità sociale comprendono il soddisfacimento dei bisogni fondamentali, come cibo, abitazione e reddito, nonché di bisogni estesi come la ricreazione e l’autorealizzazione. È essenziale promuovere la giustizia inter- e intragenerazionale per quanto riguarda genere, razza, classe ed etnia, e garantire una distribuzione equa del reddito e delle risorse ambientali. L’uguaglianza dei diritti, inclusi i diritti umani, i diritti d’uso e di possesso della terra e i diritti dei popoli indigeni, deve essere assicurata. L’accesso alle infrastrutture sociali, alla mobilità, ai servizi locali, alle strutture e alle aree verdi è fondamentale, così come affrontare le questioni legate all’occupazione e al lavoro. È importante offrire opportunità di apprendimento e sviluppo personale, sviluppare la capacità della comunità per il progresso della società civile e del capitale sociale, e garantire sicurezza economica e ambientale. La sostenibilità sociale include anche la tutela della salute di lavoratori, consumatori e comunità, la promozione della coesione sociale, dell’inclusione e dell’interazione, la valorizzazione della diversità culturale e delle tradizioni, e il rafforzamento del senso di appartenenza e identità comunitaria. Inoltre, il riconoscimento sociale, la disponibilità di abitazioni attraenti e di spazi pubblici di qualità, e il miglioramento della qualità della vita, felicità e benessere sono obiettivi cruciali.
Un altro approccio consiste nel riassumere i suggerimenti più influenti e frequentemente discussi sulle condizioni e i processi che la sostenibilità sociale copre. In alternativa, è possibile sintetizzare i vari aspetti della sostenibilità sociale sotto temi più ampi come benessere fisico, qualità della vita, equità e governance (Rasouli e Kumarasuriyar, 2016).
A livello macro, la sostenibilità sociale riguarda il benessere fisico di base, includendo aspetti come abitazione, cibo, abbigliamento, salute e sanità. A livello micro, si concentra sulla qualità della vita e sull’equità. Questo include la vita sociale e culturale, l’omogeneità e la coesione sociale, l’integrazione, la diversità, il senso del luogo, la comunicazione e la partecipazione, la giustizia sociale ed equità, l’amenità sociale, la sicurezza sociale, il capitale sociale e il benessere. Inoltre, comprende l’accesso a beni, servizi e occupazione, istruzione, formazione e un reddito equo. Per quanto riguarda la governance, gli elementi chiave sono la democrazia, la governance impegnata e un sistema per il coinvolgimento dei cittadini.
Abbiamo visto che la sostenibilità sociale è una parte fondamentale dello sviluppo sostenibile e che molti studiosi hanno studiato e affrontato il fenomeno secondo molteplici prospettive, eppure c’è un importante “però”: manca una definizione chiara, precisa e soprattutto condivisa della sostenibilità sociale. Questo comporta significative difficoltà nella misurazione dei progressi nel tempo e nelle nazioni, anche perché l’assenza di criteri comuni e ben definiti rende complesso stabilire metriche di valutazione confrontabili. Questa indeterminatezza ostacola anche l’elaborazione di politiche efficaci e coerenti, rendendo difficile per i decisori politici e per le istituzioni pianificare e attuare interventi mirati che possano effettivamente promuovere appieno la sostenibilità sociale.
La domanda su quale sarà, quindi, la risposta europea a questa sfida rimane ancora solo parzialmente risolta.
di E. Repman (IASE Italy, UniCusano)
Bibliografia e sitografia:
- Strategia dell’Unione Europea per lo Sviluppo Sostenibile. (2021). European Commission. Retrieved from https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/sustainable-development-goals_en
- Agenda 2030. (2015, September 25). United Nations. Retrieved from https://sdgs.un.org/2030agenda
- Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite. (1987). Our Common Future (A/42/427). Retrieved from https://sustainabledevelopment.un.org/content/documents/5987our-common-future.pdf
- European Parliament Study: Employment and Social Policies. (2020). European Parliament. Retrieved from https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2020/648782/IPOL_STU(2020)648782_EN.pdf
- Conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea. (2021). Un approccio globale per accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile — Ricostruire meglio dopo la crisi COVID-19. Retrieved from https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-9710-2021-INIT/en/pdf
- Polomarkakis, A. (2019). Sustainability and Social Sustainability: An Analysis of European Legal Frameworks. Journal of European Social Policy, 29(1), 3-16.
- Vallance, S., Perkins, H., & Dixon, J. (2011). What is Social Sustainability? A Clarification of Concepts. Geoforum, 42(3), 342-348.
- Åhman, B. (2013). Operationalizing Social Sustainability: Case Studies and Insights. Sustainability, 5(6), 2157-2170.
- Dillard, J., Dujon, V., & King, M. (2009). Understanding the Social Dimension of Sustainability. Journal of Corporate Citizenship, 35, 23-40.
- Murphy, D. (2012). Fair Labor Practices and Social Sustainability. International Journal of Human Resource Management, 23(16), 3232-3245.
- Boström, M. (2012). The Social Dimension of Sustainable Development. In Sustainable Development Goals and Human Rights (pp. 115-130). Palgrave Macmillan.