La storia di Komatsu inizia più di un secolo fa, in una foresta lussureggiante nella prefettura di Ishikawa, in Giappone: qui era stata scavata una miniera di rame. Il proprietario e fondatore, Meitaro Takeuchi, quando fu costretto a chiudere la miniera nel 1920, deciso a portare la tecnologia industriale nel suo paese, creò una nuova azienda.
Oggi Komatsu è un gigante mondiale: fattura oltre venti miliardi di euro e dà da lavorare a più di sessantamila persone, è produttore e fornitore leader del settore di attrezzature, tecnologie e servizi per i mercati delle costruzioni, dei carrelli elevatori, minerario, industriale e forestale. Per oltre un secolo, le attrezzature e i servizi Komatsu sono stati utilizzati da aziende di tutto il mondo per sviluppare infrastrutture moderne, estrarre minerali, creare tecnologia e prodotti di consumo. Il servizio globale dell’azienda e le reti di distributori supportano le operazioni dei clienti, sfruttando la potenza dei dati e della tecnologia per migliorare la sicurezza.
L’azienda si è posta un ambizioso obiettivo a lungo termine: entro il 2050 intende raggiungere la carbon neutrality. Questo obiettivo si affianca all’impegno di dimezzare, entro il 2030, le emissioni di anidride carbonica derivanti dall’uso dei suoi prodotti rispetto ai valori del 2010 e di aumentare fino al 50% la percentuale di energia rinnovabile utilizzata.
Tra le varie sedi a livello mondiale di Komatsu, ce n’è anche una in Veneto, precisamente a Este, nel Padovano, dove vi lavorano più di seicento persone. Il direttore della produzione è Massimo Trevisan. Il suo percorso occupazionale sintetizza i valori aziendali: dal 1986 lavora per Komatsu, da operaio ha fatto tutta la scalata nella zona produttiva fino a diventare manager.
Nella sua traiettoria professionale c’è tutta la cultura kaizen che permea l’azienda, una pratica che prevede una forte autocritica. In giapponese, si definisce “Hansei”. “Ciò significa che è necessario ritenersi responsabili e trovare un margine di miglioramento continuo anche se tutto procede secondo i piani”, spiega Trevisan. “Il processo deve progredire grazie a piccoli ma continui miglioramenti, serve imparare da ogni dettaglio basandosi sulla valutazione delle performance del processo e adottando un approccio problem solving collegato ad un metodo scientifico che con un approccio sistemico arrivi alla miglior soluzione”.
Il rapporto con Fòrema è iniziato proprio sulla base di questo stile giapponese che caratterizza tutta la dirigenza. Prima della pandemia l’azienda è stata accompagnata nella progettazione della reportistica delle performance operations. Dopo la pandemia il progetto si è spostato sulla strutturazione e realizzazione di due importanti interventi di formazione e consulenza. Uno per l’analisi logistica del plant Este e Noventa e l’altro per la progettazione di una nuova linea di assemblaggio per aumentare la capacità produttiva. In casi come questi si opera prima col rilevamento dei dati di stoccaggio, dimensioni, peso di tutti i materiali movimentati in azienda, poi con la progettazione di scenari migliorativi.
“Nel progetto di studio della nuova linea di assemblaggio – spiega Trevisan – abbiamo coinvolto il team di ingegnerizzazione del prodotto e del processo e abbiamo applicato, per simulare l’efficienza delle soluzioni da confrontare, uno strumento innovativo, quello del digital twin che ci ha permesso di realizzare una sorta di copia digitale di quello che stavamo facendo per far funzionare la nuova linea”.
Un lavoro impegnativo e strategicamente importante per l’intero gruppo, a livello mondiale. I due progetti studiati in collaborazione con Fòrema infatti sono stati oggetto di studio successivo da parte della casa madre, che in vista della definizione della strategia dei prossimi cinque anni ha voluto analizzare l’efficienza del plant italiano, che si è confermato uno dei migliori al mondo.
“Quando si riesce a progettare nel dettaglio le singole attività e si lavora in team con ottica costantemente protesa al miglioramento del business – conclude Trevisan – i risultati possono davvero sorprendere. Per questo, siamo orgogliosi di aver partecipato a questo progetto in collaborazione con Fòrema”.