“Pride”, non solo come questione di genere, ma di diversità: fisica, mentale, psicologica, invisibile, sensoriale. Sono le cinque sfumature – su sfondo nero, in segno di lutto – della bandiera del Disability Pride: una banda diagonale dai colori rosso, giallo, bianco, blu e verde, i quali richiamano le diverse disabilità e celebrano, nel mese di luglio, l’orgoglio di essere diversi.
La disabilità, nel Terzo millennio, non può più essere invisibile, di qualsiasi natura essa sia. Ma soprattutto, deve essere motivo essenziale di per ampliare i nostri confini umani. Nel mondo, i movimenti a favore dell’orgoglio disabile sono in espansione: dalla prima protesta alla Casa Bianca nel 1990, che portò George Bush sr. a firmare il Disability act, alle sedici parate di Chicago, prima città al mondo a ospitare la Disability Pride Celebration, nel 2004. La manifestazione, nel tempo presente, è giunta sino in Gran Bretagna, Norvegia, Corea del Sud, Svizzera, Germania.
In Italia, il primo embrione di Disability Pride si è tenuro a Ragusa, nel 2015, grazie all’azione di Carmelo Comisi. Da allora, si sono tenute edizioni ogni anno, fino a giungere alla decima, in quella rete informale di eventi raccolta sotto il vessillo di Disability Pride Network. Anche il Veneto si appresta a organizzare la propria festa, la prima, nelle giornate del 14 e 15 settembre, a Padova. Per il Disability Pride Veneto è stata promossa una raccolta fondi, in modo da agevolare l’organizzazione nel gestire le 5.000 persone previste e coinvolgere la comunità veneta in questa opera di sensibilizzazione, dove si parlerà di turismo accessibile, abbattimento delle barriere sociali, sport, progetti di vita, affettività, stereotipi e diritto allo studio, fine vita.
Per partecipare alla raccolta e avere maggiori informazioni in merito, basta seguire la pagina web https://shorturl.at/vZR8o e l’hashtag @disabilityprideveneto sui principali social network.