La sfida dentro di sé
Come disse Confucio: “Il problema della pace mondiale è strettamente connesso con la cultura delle nostre personali vite. Per prima cosa la vita nazionale; quelli che desiderano ordinare la vita nazionale, devono regolare in primo luogo la propria vita domestica; quelli che desiderano regolare la propria vita domestica, coltivano in primo luogo le loro vite personali; quelli che desiderano coltivare le loro vite personali, mettono in primo luogo ordine nei propri cuori; quelli che desiderano mettere ordine nei propri cuori, rendono in primo luogo sinceri i loro voleri; quelli che desiderano rendere sinceri i loro voleri arrivano, primi, alla comprensione; la comprensione deriva dalla esplorazione della conoscenza delle cose. Quando si è conquistata la conoscenza delle cose, si è raggiunta la comprensione; quando la comprensione è raggiunta, allora il volere è sincero, quando il volere è sincero, allora il cuore è ordinato; quando il cuore è ordinato allora la vita personale è coltivata; quando la vita personale è coltivata, allora è regolata la vita domestica; quando è regolata la vita domestica, allora è ordinata la vita nazionale; e quando è ordinata la vita nazionale, allora il mondo è in pace”.
Dal re all’uomo comune, la coltivazione della vita personale è il fondamento di ogni cosa. È impossibile che quando il fondamento è in disordine, possa essere in ordine la superstruttura. Un albero il cui tronco sia esile e pesante, e forti i rami superiori, non è mai esistito. Vi è una causa e un seguito nelle cose materiali, un principio e una fine in quelle umane. Conoscere l’ordine delle precedenze è possedere il principio della saggezza.
La sfida, quindi, è prima di tutto dentro noi stessi, poi verso il mondo, e non la si può affrontare se non si è percorsi da quella particolare sensazione di entusiasmo mista al desiderio di vivere per uno scopo più alto. Con questo spirito, anche le sfide che ci attendono nel prossimo futuro potranno essere vinte.
Per distinguersi bisogna dedicare ogni singolo respiro a “conoscersi” meglio, per poi riuscire a donarsi agli altri. Possiamo donare ciò che siamo: se abbiamo rabbia, frustrazione, violenza non potremo mai donare amore, comprensione e fratellanza. Possiamo donare ciò che abbiamo: un talento, un’idea, un servizio, un prodotto, una conoscenza. Si dona ciò che si è e ciò che si ha.
Quello che ho appreso in tutti questi anni è che chi si distingue è diverso dalla maggioranza. Chi si distingue ha un atteggiamento differente, un pensiero differente, sogni, visioni della vita e del mondo differenti. Cosa rende così diverso chi si distingue? Innanzitutto, un pensiero diverso. Un pensiero altro non è che un sogno, in quanto antecede qualunque azione o atteggiamento. Inoltre, le persone che si distinguono non abbandonano mai i loro sogni, e per realizzarli riescono a superare ogni genere di avversità, ogni cambiamento con grande efficacia ed entusiasmo, e fare proseliti per le loro iniziative. Sono persone che non perdono mai di vista i loro sogni, qualunque cosa accada. Molti di loro hanno rischiato, o dato, la vita prima di vedere realizzato il proprio sogno, ma questo solo apparentemente, perché in realtà prima di lasciare la vita, quasi sempre, sono riusciti a cedere il testimone ad altre persone che potessero portare a termine un progetto di vita.
Ricerche condotte da prestigiose università hanno dimostrato che coloro che si distinguono sono più felici di altri, e che è quasi impossibile seguire un leader infelice. I leader infelici non sono stimolanti, motivanti o energizzanti. Anzi, i leader infelici tendono a liberare un’energia negativa nell’organizzazione e demotivare tutti coloro che lavorano con lui. La vita è in continuo movimento, e continua ad avanzare lentamente come una grande ruota. L’uomo deve avere la capacità (per mezzo del suo equilibrio) di lasciar scorrere qualsiasi circostanza sfavorevole, sapendo invece sfruttare quelle favorevoli. E una buona o cattiva utilizzazione delle diverse circostanze dipende soltanto dalla nostra lucidità, ovvero dal conoscersi intimamente.
Robert Jhonson
Founder & CEO of JRC