Per Emergenza climatica si intende l’emergenza strettamente correlata all’insieme delle alterazioni ambientali riconducibili alle attività umane, responsabili delle emissioni di gas serra e del conseguente innalzamento della temperatura globale.
Le parole del Presidente Hoesung Lee, pronunciate al termine dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dello scorso 27 febbraio, evidenziano che contro il cambiamento climatico, le mezze misure non sono più una possibilità.
L’ultimo rapporto dell’IPCC è di fatto un agghiacciante avvertimento sulle conseguenze dell’inazione dell’uomo. Con un riscaldamento globale di 1,5°C nei prossimi vent’anni il mondo affronterà diversi rischi climatici inevitabili.
Come dimostrano gli eventi drammatici recenti avvenuti nel nostro territorio nazionale recenti l’aumento di ondate di calore, siccità e inondazioni sta già superando le soglie di tolleranza massima sia per l’uomo che per le piante e gli animali.
Eventi metereologici di questo tipo si stanno verificando con sempre maggiore frequenza, generando eventi a cascata sempre più difficili da gestire.
Come possiamo fronteggiare dunque questa serie di cruciali problemi ?
Una possibile risposta la fornisce Debra Roberts, co-presidente del Gruppo di Lavoro II dell’ IPCC, riflettendo sul fatto che il lavoro dell’IPCC sulla valutazione sui cambiamenti climatici mostra chiaramente che affrontare tutte queste diverse sfide coinvolge tutti – governi, settore privato, società civile. E’ necessario dunque collaborare nell’ambito dei processi decisionali e degli investimenti, dare priorità alla riduzione del rischio, così come a equità e giustizia.
Roberts sottolinea inoltre che le soluzioni saranno più efficaci se sapremo mettere insieme il know-how scientifico e tecnologico e le conoscenze indigene e locali. Ogni fallimento nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile e climaticamente resiliente si tradurrà in un futuro non ottimale per le persone e per la natura.