Dati in chiaroscuro dell’estate italiana. Resiste la vacanza al mare, ma si riducono i giorni di permanenza nelle località turistiche.
Le ondate di calore prolungate, l’incidente alluvionale in Emilia Romagna, l’incertezza meteorologica, le tariffe aeree e l’inflazione non hanno fatto fare boom all’estate italiana. Gli anni difficili del Covid sono alle spalle ma il Belpaese è stato evitato dai connazionali per quasi il 6 %: dato assolutamente non previsto dagli operatori. I mesi estivi in realtà sono stati disturbarti da molti elementi, economici ed ambientali. Chissà cosa dirà la Ministra del Turismo Daniela Santanchè, quando disporrà dei dati del suo ministero.
Vittorio Messina, presidente di Assoturismo si è, però, già espresso : “Il turismo estivo ha retto, ma siamo sicuramente al di sotto delle aspettative iniziali. Diversi fattori hanno influenzato questa situazione, tra cui l’inflazione, che ha reso difficile per le aziende mantenere i prezzi stabili e ha intaccato la capacità di spesa dei turisti ”. L’analisi su cui si basano le riflessioni di Messina è del Centro Studi Turistici di Firenze e si è sovrapposta a quella di Coldiretti. 9,8 milioni di italiani hanno programmato vacanze a settembre, per sfruttare tariffe più convenienti. Tuttavia la durata media dei giorni di relax tra luglio e agosto si è ridotta a 9 giorni.
Gli affari e l’occhio al futuro
La spesa ? E’ andata giù con un – 2% in media per un totale di circa 582 euro a famiglia. I fenomeni climatici hanno inciso , poiché l’Italia ha avuto fasi alterne tra temperature alte e nubifragi. Gli incendi che fanno sempre più paura non saranno stati da meno a far accorciare i giorni fuori casa. Dal punto di vista ambientale e del rischio climatico i nostri concittadini qualche preoccupazione devono averla avuta. Il mare è stato la meta preferita, “anche se è cresciuto il turismo in montagna e in particolare la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane” spiega Coldiretti.
Per Assoturismo l’inizio del 2023 aveva suscitato grandi speranze, salvo poi il brusco rallentamento con una netta flessione della presenza degli italiani. Il fenomeno riguarda tutte le Regioni. Gli stranieri sono aumentati del 3,6% e in positivo ci sono mercati che hanno mostrato una discreta crescita verso l’Italia : francesi, olandesi, statunitensi e polacchi. L’attenzione è già rivolta al futuro. Mentre si smantellano le strutture, si inizia a pensare a come spingere gli italiani a restare in patria quando vogliono staccare la spina. Il sistema turistico vale il 5% del PIL e guarda anch’esso al PNRR che deve” affrontare i problemi storici come il potenziamento delle infrastrutture e la lotta ai cambiamenti climatici” sottolinea Assoturismo. Problemi antichi che superano di molto le polemiche sulle concessioni dei lidi balneari o le promozioni con la Venere influencer. Ci vuole ben altro per non evadere d’estate dal Belpaese.
Di Nunzio Ingiusto