Nonostante la ripresa economica avvenuta dopo la fase più acuta della pandemia, i livelli occupazionali non sono tornati a quelli del 2019, segnala il Rapporto ASviS. Ultimi in Ue sui Neet, persone che non studiano e non lavorano.
Una panoramica sul Goal 8: a che punto siamo
Nel corso dell’ultimo anno, l’Italia ha reagito alla crisi pandemica dimostrando notevole resilienza e capacità di trasformare una tragedia in un’opportunità di rilancio. I buoni risultati conseguiti per quanto riguarda il Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica” sono confortanti, ma non bastano a colmare i divari esistenti e a darci garanzie di poter assorbire crisi future, secondo il Rapporto ASviS 2022.
Dopo la forte contrazione del 2020 causata dalla pandemia, il Pil italiano è cresciuto del 6,7% nel 2021, una tendenza che si è ridotta nel 2022 con prospettive di crescita intorno al 3%, secondo le prime stime del Mef. Questo è dovuto in larga parte alle incertezze economiche derivanti dal confitto in Ucraina, e i conseguenti aumenti dei prezzi. Questi fattori, largamente esogeni, rendono la crescita economica in Italia fragile ed esposta a rischi di nuove recessioni.
Per quanto riguarda la produttività del lavoro, il Rapporto afferma che, secondo l’Istat, nel periodo 1995-2020, la crescita media annua della produttività del lavoro in Italia (+0,4%) è stata decisamente inferiore a quella sperimentata nel resto d’Europa (+1,5% nell’Ue27). Nel periodo più recente (2014-2020), la produttività del lavoro in Italia è aumentata dello 0,5% in media annua, con una modesta contrazione del divario di crescita rispetto all’Ue27 (+1,2%).
Rispetto alla percentuale di giovani che non studiano e non lavorano, l’Italia rimane una delle peggiori economie avanzate: il Target del 9% entro il 2030 definito a livello europeo appare lontanissimo (nel 2021 la percentuale di Neet in Italia era del 23,1%) e gli effetti della disoccupazione diffusa sono gravi per un’intera generazione sulle cui spalle peserà il mondo di domani. Inoltre, la qualità dell’occupazione andrebbe incentivata, per garantire alle giovani generazioni un futuro più dignitoso.
Secondo l’Inail, nei primi cinque mesi del 2022 le denunce di infortunio sul lavoro sono aumentate del 47,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il Rapporto ASviS sottolinea che questi dati rappresentano un serio problema per la riduzione di incidenti e infortuni.
Infine, rispetto al turismo, il documento dell’Alleanza sottolinea che il 2022 dovrebbe rappresentare un anno di ripresa per il comparto, fortemente segnato dalla pandemia. Rimane però forte l’esposizione del nostro Paese a shock esterni, sia naturali che causati dall’intervento umano. La tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio non sono adeguati alle aspettative di un Paese come l’Italia in termini di competenza sulle buone pratiche da esercitare, dice il Rapporto.
L’Europa e il Goal 8
L’indicatore composito europeo relativo al Goal 8 registra un trend non positivo tra il 2010 e il 2013, seguito da un miglioramento tra il 2015 e il 2019. Tutti gli indicatori analizzati nel 2019 si attestano a un livello superiore rispetto al 2010. Particolarmente positivi sono gli andamenti del reddito disponibile (+4.101 euro pro-capite tra il 2010 e il 2019) e del tasso di mortalità sul lavoro, sceso da 2,3 a 1,8 morti per 100mila lavoratori tra il 2010 e il 2018. Da segnalare anche il miglioramento, tra il 2010 e il 2019, del numero dei Neet (persone che non studiano, lavorano o ricevono una formazione, passate dal 15,4% al 12,6%) e del tasso di occupazione (da 67,9% a 73,2%), entrambi ancora distanti però dai relativi obiettivi previsti dal Pilastro europeo per i diritti sociali (rispettivamente 9% e 78%), da raggiungere entro il 2030. Nel 2020 a causa della pandemia si assiste a una drastica inversione di tendenza, con una diminuzione del Pil procapite e del tasso di occupazione e un aumento dei Neet. L’Italia, come detto, evidenzia grandi criticità, assestandosi, nel 2020, al penultimo posto in Europa e molto distante dalla media europea: una più alta quota di part-time involontario (5,1% contro 2,5% dell’Ue nel 2020), di Neet (23,3% contro 13,7% dell’Ue nel 2020) e un più basso tasso d’occupazione (61,9% contro 71,7% dell’Ue nel 2020).
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
L’Italia e il Goal 8
Il composito italiano del Goal 8 tra il 2010 e il 2021 rimane sostanzialmente stabile. Infatti, il brusco calo osservato nel 2020 viene compensato dalla ripresa economica del 2021, registrando un livello di poco superiore al 2010. Sempre rispetto al 2010, nel 2021 si riduce il tasso di infortuni sul lavoro, ma aumenta sia il part-time involontario (+3,7 punti percentuali) sia la quota di Neet (+1,3 punti percentuali), che risente negativamente della pandemia (+1,6 punti percentuali dal 2019 al 2020). Sempre rispetto ai Neet, nel 2021 si registra una tendenza incoraggiante (con una riduzione di 0,6 punti percentuali), ma non sufficiente a riportare l’Italia ai valori osservati prima della crisi pandemica, determinando una valutazione negativa del trend di breve periodo. È da sottolineare che l’Italia registra la situazione più critica rispetto a tutti i Paesi di Ue27 (23,1% di Neet nel 2021, contro il 13,1% della media Ue). Anche il tasso di occupazione aumenta nell’ultimo anno disponibile (+0,8 punti percentuali dal 2020 al 2021), ma il miglioramento registrato nel 2021 non è sufficiente a compensare il deterioramento osservato nel 2020, causato dalla crisi pandemica. Infine, si segnala che sebbene nel 2021 l’abbandono scolastico sia sceso al 12,7%, quello italiano resta ancora uno dei dati più elevati in Ue e sembra lontana la soglia del 9%.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
Fonte: https://asvis.it/notizie-sull-alleanza/19-13763/litalia-e-il-goal-8-leconomia-lentamente-riparte-ma-non-per-i-giovani