Sostenibilità e digitale sono ormai da considerare due facce della stessa medaglia. Se da una parte, infatti, le nuove tecnologie mirano a rivedere processi e architetture infrastrutturali rendendoli più efficienti, dall’altra, tale ricerca va incontro all’esigenza di ridurre gli sprechi, i consumi e di conseguenza l’impatto ambientale. In sostanza, l’innovazione digitale può attivare un circolo virtuoso all’insegna della sostenibilità, facendo leva su dati “più performanti”.
Che cosa sono i Green Data
Si tratta di un tema che oggi trova il suo compimento in quelle che vengono definite come pratiche di “Green Data”, che hanno l’obiettivo di ridurre l’impronta di carbonio e l’impatto ambientale associati all’archiviazione, all’elaborazione e alla trasmissione dei dati. La crescita esponenziale dei dati negli ultimi anni, infatti, unita ai requisiti energetici dei data center, ha portato a un maggiore interesse nel ridurre l’impatto di tali operazioni.
L’efficacia del cloud computing
Ad esempio, secondo alcuni studi condotti dal World Economic Forum, una tecnologia come il cloud computing potrebbe contribuire a far risparmiare il 15% delle emissioni globali di CO2 entro dieci anni. La virtualizzazione delle risorse informatiche consente di implementare più macchine virtuali facenti capo a un singolo server fisico, così da contenere, attraverso pooling e scalabilità, le risorse e i requisiti hardware complessivi. Ciò permette alle imprese di non accumulare macchine fisiche e di diminuire l’utilizzo degli hardware e quindi dei processi di manutenzione e raffreddamento dei data center situati nel mondo “fisico”. Si avverte, di conseguenza, sempre più la necessità di ripensare i propri modelli di governance IT, definendo in modo ancora più chiaro l’obiettivo dei Green Data Center e dell’efficienza energetica.
Green Data anti-sprechi: Iot applicata agli smart building
Ma di Green Data si parla anche in riferimento a tutte quelle tecnologie utili per monitorare i dati e ridurre gli sprechi. Un esempio riguarda l’automazione e la sensoristica IoT applicata all’ambito degli smart building. Quando la digitalizzazione si allarga agli edifici, attraverso un’infrastruttura di supervisione e controllo che ne gestisce gli impianti in maniera intelligente ed automatizzata, si ottiene una sensibile riduzione del consumo energetico. Basti pensare che il parco edilizio residenziale italiano è responsabile del 28% dei consumi energetici e del 18% delle emissioni di CO2.
Le moderne tecnologie hanno reso possibile dotare gli edifici di una pellicola digitale, collocabile al di sopra della realtà materiale, rendendone possibile una gestione ottimale, in particolare sotto il profilo dell’efficienza energetica. Tale foglio immateriale è il prodotto dello sviluppo della sensoristica e della presenza di una connettività sempre più estesa, entrambi fattori che possono consentire un efficace monitoraggio di tutti gli ambienti, operazioni e attività che si svolgono all’interno di essi. Ne deriva la generazione di enormi masse di dati digitali che possono essere utilizzati per migliorare l’efficienza e la sostenibilità.
Come va il mercato del cloud in Italia
Cloud e IoT risultano dunque essere tra le soluzioni più sostenibili, da una parte, per conservare l’enorme mole di dati che produciamo, dall’altra per connettere e scambiare dati con altri dispositivi e sistemi messi in rete. Secondo i dati dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, il mercato del cloud in Italia si conferma positivo e con una crescita del +18%: da una parte il percorso verso il cloud ha come obiettivo quello della sostenibilità economica ma, nello stesso tempo, risulta sempre più dirimente anche per il perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, visto che il 14% delle organizzazioni end user italiane possiede già una strategia “Green IT” e un ulteriore 21% di realtà sta per implementare una progettualità in questo senso.
Smart building: i benefici sono economici, occupazionali ed ambientali
Al contempo, anche il mercato degli Smart building, sulla spinta delle direttive europee e internazionali, sta progressivamente crescendo: secondo The European House – Ambrosetti le attività economiche collegate all’edificio intelligente impiegano oltre 600.000 occupati e raggiungono un fatturato di 130 miliardi di euro e 39 miliardi di euro di valore aggiunto. Il perimetro della filiera estesa dello smart building è costituito da una rete che coinvolge 35 settori, 180 sottosettori e 350.000 aziende. Anche in questo caso, il beneficio non è solo in termini economici ed occupazionali, ma anche ambientali.
Green Data fattore chiave
I Green Data sono dunque un fattore chiave per la sostenibilità, ma richiedono da parte delle aziende una nuova lettura integrata e allargata di processi e asset, che trova la propria sintesi in una strategia digitale sostenibile. Come negli esempi del cloud e della sensoristica IoT applicata agli edifici, tutti gli elementi del digitale vengono a costituire angolazioni con cui affrontare la medesima sfida, che la sostenibilità in forma sempre più pressante ci lancia ogni giorno secondo modalità costantemente inedite.
Post di Michele Lucioni, Direttore Sales & Delivery di Reti* –
Tra i principali player italiani nel settore dell’IT Consulting, specializzata nei servizi di System Integration, B Corp e società benefit quotata su Euronext Growth Milan