È allarme nel Mediterraneo, che ospita l’1% dell’acqua del pianeta ma concentra il 7% delle microplastiche al mondo. Una quantità che equivale al peso di 50 torri Eiffel
Il 5 giugno di ogni anno si celebra la Giornata mondiale dell’Ambiente. Una “campagna globale” istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 a Stoccolma, in occasione della prima Conferenza dell’Onu sull’ambiente, in cui venne adottata la Dichiarazione che definì i 26 principi sui diritti dell’ambiente e le responsabilità dell’uomo per la sua salvaguardia. Questa ricorrenza vuole ribadire la necessità di vivere in modo sostenibile e in armonia con la natura, poiché le risorse sono limitate e devono essere salvaguardate. In sostanza, ci viene chiesto di proteggere il nostro pianeta, di prenderci cura della nostra casa comune, cosa che si può fare anche attraverso le nostre azioni quotidiane, nel modo in cui mangiamo, viviamo, lavoriamo, ci muoviamo, investiamo. La Giornata quest’anno è dedicata alla ricerca di soluzioni alla crisi dell’inquinamento da plastica. L’appello che corre sui social è #BeatPlasticPollution: sconfiggi l’inquinamento da plastica. Un settore in cui si concentra l’attenzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente è il turismo, che contribuisce significativamente a produrre rifiuti di plastica.
I dati parlano chiaro: otto turisti su dieci visitano le zone costiere e aggiungono rifiuti agli otto milioni di tonnellate di plastica che entrano negli oceani ogni anno. Il legame tra plastica e turismo non è casuale: i prodotti in plastica monouso sono modi efficaci ed economici per rispettare gli standard di salute, sicurezza e igiene da garantire al turista. Molti hotel utilizzano kit di cortesia con bottiglie di shampoo di plastica monouso, spazzolini da denti e pettini. Allo stesso tempo, le navi da crociera scaricano in mare grandi quantità di acque reflue cariche di microplastica. E il rischio dell’aumento di questo tipo di inquinamento è reale visto che, secondo i dati dell’Onu, gli arrivi turistici internazionali tra il 1980 e il 2019 sono passati da 177 milioni a quasi 1,5 miliardi all’anno. Il settore inoltre sta tornando ai livelli prepandemia, con il doppio delle persone che hanno viaggiato finora nel 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.