Il design, inteso come metodo, non è semplicemente un processo di creazione estetica o funzionale. È un approccio strutturato che ci consente di osservare il mondo, comprendere problemi complessi e creare soluzioni significative. Negli oltre vent’anni di esperienza nell’insegnamento, mi sono dedicato a esplorare come le basi del design abbiano un ruolo cruciale nell’educare la mente progettuale, soprattutto in ottica di sostenibilità.

Le basi del design rappresentano un passaggio fondamentale per chi intraprende un percorso di apprendimento in questo ambito. Non si tratta solo di acquisire regole o strumenti tecnici, ma di allenare una visione critica, capace di dare significato a linee, forme e materiali nel contesto più ampio di un sistema. Attraverso esercitazioni pratiche sui principi compositivi, sull’equilibrio visivo e sull’uso di materiali, si impostano le fondamenta per sviluppare un approccio progettuale consapevole e responsabile.

La sostenibilità, oggi, non è un’opzione ma un principio imprescindibile nel design. Integrare questo concetto nelle basi dell’apprendimento vuol dire insegnare a futuri progettisti come valutare l’impatto sociale, economico e ambientale delle proprie decisioni a ogni livello. Durante la mia esperienza didattica, ho lavorato su programmi e metodologie che stimolano questa consapevolezza, sviluppando esercitazioni orientate alla sostenibilità e al riuso creativo. Attraverso attività pratiche incentrate sull’uso di materiali poveri o di riciclo, gli studenti apprendono strategie per ripensare gli oggetti secondo modelli di economia circolare.

Il percorso progettuale si può riassumere in tre momenti chiave interconnessi e ciclici: pensare, progettare, creare. Pensare significa osservare il contesto e porre domande, non limitandosi alla superficie dei problemi. Questa fase stimola una riflessione critica, essenziale per affrontare le sfide attuali. Progettare, invece, è il momento in cui si immaginano soluzioni attraverso sperimentazione e innovazione. Infine, creare porta alla realizzazione concreta delle idee, dando forma a un prodotto o servizio che abbia impatto reale e valore duraturo.

Questi passaggi richiedono strumenti e approcci capaci di adattarsi alle complessità contemporanee. L’importanza di partire dalle basi si riflette nei risultati degli studenti, i quali, attraverso esercitazioni sulla scomposizione e ricomposizione delle forme, scoprono nuove modalità per interpretare la realtà.

Un docente di design non si limita a fornire risposte; il suo ruolo è stimolare domande e creare contesti in cui gli studenti siano incoraggiati a esplorare, rischiare e immaginare. Questo significa mescolare tradizione e innovazione, 

ampliare il proprio repertorio creativo e considerare scelte progettuali non sempre ovvie, ma potenzialmente rivoluzionarie.

L’apprendimento basato sulle fondamenta del design non riguarda semplicemente lo sviluppo di abilità tecniche o manuali, ma si configura principalmente come un percorso di educazione alla responsabilità. Ogni linea disegnata, ogni forma progettata, non è mai solo un esercizio estetico o formale, ma piuttosto il punto di partenza di un’idea che può generare un impatto reale. Educare alla sostenibilità, in questo contesto, significa aiutare i futuri progettisti a comprendere le connessioni profonde tra le loro scelte e il mondo che li circonda, sviluppando una consapevolezza capace di guidarli verso decisioni responsabili. 

Un approccio efficace per interiorizzare questi principi è attraverso esercitazioni mirate che combinano creatività e riflessione critica. Ad esempio, il riutilizzo di materiali destinati allo scarto, come il polistirolo, diventa un’occasione per esplorare nuove opportunità progettuali. Chiedere agli studenti di trasformare questi materiali in oggetti di uso quotidiano permette loro di riflettere sulle implicazioni etiche e ambientali delle risorse utilizzate, incentivandoli a trovare alternative più sostenibili ed efficienti. Sorprende spesso come attività apparentemente semplici riescano a stimolare nei partecipanti una visione più critica e consapevole, trasformando limiti in opportunità e promuovendo un approccio innovativo alla progettazione.

Ciò che emerge chiaramente attraverso questi percorsi è che il metodo progettuale non è mai lineare. Si sviluppa in modo dinamico, richiedendo un continuo adattamento a nuovi contesti e sfide. Tuttavia, è proprio questa evoluzione che rende il processo di design tanto affine alle dinamiche sostenibili, le quali richiedono costante apprendimento e ridefinizione.

Un percorso ben radicato nelle basi progettuali è la chiave per formare nuovi professionisti che siano in grado di affrontare la complessità. Progettisti che non si limitano a rispondere alle richieste immediate, ma che sanno immaginare alternative migliori, anticipare necessità future e agire con responsabilità. Questo non significa soltanto insegnare design; significa educare al pensiero critico, alla creatività sostenibile e alla consapevolezza globale.

Oggi è evidente come il cambiamento non possa essere rimandato. Formare progettisti di valore, capaci di affrontare il nostro tempo, richiede un approccio rigoroso e lungimirante che parta dalla comprensione delle basi e si trasformi in una visione concreta per il futuro. Rendere il rispetto per il pianeta e per le sue risorse parte integrante dell’educazione al design non è solo un imperativo, ma una responsabilità condivisa.

Pensare, progettare e creare attraverso il design come metodo vuol dire accogliere questa sfida e trasformarla in opportunità. Non possiamo costruire un futuro migliore se non partiamo dai fondamenti. Quelle basi che spesso diamo per scontate, ma che in realtà sono il terreno fertile su cui può crescere una nuova generazione di designer consapevoli.

Cesar Arroyo
Coordinatore della didattica Scuola Italiana Design
Head of Galileo R&D