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Numeri bassi nel metaverso e utenti delusi, secondo alcuni documenti interni di Meta trapelati. Tuttavia Meta non demorde e anzi rilancia, con accordi, partnership, nuovi prodotti

L’innovazione è spesso audacia e nasce anche dalla visione di persone ed aziende che immaginano il mondo del futuro e scommettono su di esso anche anzitempo.

Nel caso di Meta e del suo Metaverso è stata una scommessa che va ben oltre. Ovvero cambiare il nome alla società da Facebook a Meta è stata la strategia per proiettare i già abbastanza virtuali mondi dei social network in un contesto tutto virtuale per tentare un rilancio dei social network e dei conti della società.

Che stia andando male, per ora, è nozione confermata da alcuni documenti interni della società rivelati dal Wall Street Journal.

  • Meta aveva inizialmente fissato l’obiettivo di raggiungere 500.000 utenti attivi mensili per Horizon Worlds entro la fine di quest’anno, ma nelle ultime settimane ha rivisto questa cifra a 280.000. I documenti mostrano che il numero attuale è inferiore a 200.000.
  • Horizon è stato progettato per essere una vasta collezione di spazi virtuali interattivi, o mondi, in cui gli utenti che appaiono come avatar possono fare acquisti, fare festa e lavorare. Tuttavia, raramente ci sono ragazze nell’Hot Girl Summer Rooftop Pool Party e nel Murder Village spesso non c’è nessuno da uccidere. Anche i mondi vetrina dell’azienda, come Questy’s, una sala giochi virtuale protagonista di uno spot pubblicitario del Super Bowl all’inizio di quest’anno, sono per lo più privi di utenti. Secondo le statistiche interne, solo il 9% dei mondi costruiti dai creatori viene visitato da almeno 50 persone. La maggior parte non viene mai visitata.
  • Il numero di utenti di Horizon online nello stesso momento, noto come concurrency, è di gran lunga inferiore sia all’emergente VR Chat sia a Second Life, il mondo cibernetico pionieristico lanciato nel 2003.

Con numeri così bassi non si comincia nemmeno ad affrontare l’altra sfida, trovare un modello di business sostenibile al metaverso.

Infatti i conti del Metaverso in casa Zuckerberg non tornano al punto tale da mettere in lockdown Horizon Worlds e non rilasciare nessuna nuova feature finché l’esperienza attuale non ha raggiunto livelli tali da attrarre e trattenere significative quantità di utenti.
Ad oggi ogni utente che entra in Horizon Worlds, il Metaverso per gli utenti consumer di Meta, rimane attivo per circa un mese prima di lasciarne l’utilizzo.

 

Il problema del metaverso

Ci sono pochi utenti perché solo una minoranza di noi compra i visori– tanto che ora Meta ha annunciato di aprire Horizon Worlds anche all’accesso via web – e quella minoranza si trova a disagio ad apprarire senza gambe. Mark Zuckerberg ha ammesso che fare le gambe è difficile, perché non sono direttamente rilevate dai dispositivi, e intende rimediare tramite una ricostruzione predittiva con intelligenza artificiale.

L’utente si trova da solo o con pochi altri utenti, anche meno di una decina, e senza una vera interazione.

Utenti che invece di presentarsi in prima persona si nascondono dietro un avatar per cui una relazione sana tra essi è difficile da stabilire. In sostanza oggi il Metaverso è una versione riveduta e corretta di VR Chat e Second Life, non la rivoluzione esperienziale che ci era stata promessa.

E’ difficile anche comprendere la strategia e gli investimenti che Meta sta perseguendo in questa fase, se orientati più al consumer o al business, se davvero intende puntare su questo nuovo mondo dei mondi, o se è un tentativo di distrarre il focus dai social che lentamente perdono terreno (esempio Facebook), di certo l’adoption è a un livello tale che neanche gli stessi sviluppatori e dipendenti di Meta impegnati nel progetto utilizzano Horizon Worlds come loro ambiente preferito. E se non ci credono neanche loro nella vita reale sarà difficile convincere gli utenti a parteciparvi attivamente e far crescere la community.

Oggi Horizon Worlds conta meno di 200.000 utenti, nulla per chi è abituato a 3,5 miliardi di utenti attivi su altre piattaforme come Instagram, Facebook e Whatsapp. Trovarsi quasi da soli in un nuovo mondo è una esperienza poco gratificante che porta all’abbandono e genera uno stimolo all’uscita da Horizon Worlds.

Esiste poi una ulteriore barriera all’ingresso che è il costo del visore Quest, seppur basso di circa 400 euro, non è per tutte le tasche ed è un device aggiuntivo al PC o allo smartphone; quindi, non di immediato utilizzo come può essere una app sul cellulare.

Meta sa che il Metaverso è un progetto di lungo periodo che richiede forti investimenti, ed ha la pazienza di attendere ma allo stesso tempo non riesce a garantire oggi tutte le risorse che servono allo sviluppo del progetto complice anche la situazione economica, la contrazione dei fatturati e la perdita di oltre 700 miliardi di USD di capitalizzazione sui mercati finanziari.
Nonostante le difficoltà qualche giorno fa Meta ha lanciato il visore Quest Pro dal costo di circa 1.500 euro per uso esclusivamente professionale ma non ha ancora associato ad esso un vero ambiente dove il business si possa sviluppare, e non ha ancora previsto una data per il rilascio. Ciò dimostra quanto Meta voglia essere la prima del settore ma anche quando la strategia debba essere chiarita e rivista e le difficoltà per lo sviluppo esistono veramente.

Le prospettive del metaverso

Meta, quindi, fa da apripista e fa bene, anche perché altri grossi gruppi come Microsoft ed Apple, con meno clamore stanno massicciamente investendo nel Metaverso e insieme a loro tante altre società che hanno fatto della realtà virtuale il loro core business. Sarà interessante nei prossimi anni vedere come altre big interpreteranno il Metaverso e se apriranno nel lungo periodo una interazione tra i loro mondi oppure manterranno la distinzione che avviene oggi tra i loro sistemi, Apple e Microsoft soprattutto. Al momento Microsoft ha portato le proprie app sul metaverso di Meta.

Nel frattempo, Meta ha convinto alcune aziende di moda come Balenciaga e Prada ad aprire i loro marchi e mondi sul Metaverso mentre Absolut Vodka ha aperto bar e distillerie, anche loro come Meta fanno bene ad essere pionieri in tal senso anche se oggi appare più come una strategia di marketing e comunicazione che una vera opportunità di business.

Sia per gli utenti consumer che per quelli business il tema vero è, come al solito, trovare altri utenti o aziende con cui interagire ma anche trovare dei contenuti, dei mondi già esistenti, in cui fare i primi passi. E’ proprio su questi contenuti che il Metaverso deve crescere anche creando nuove professioni che siano in grado di capire e leggere i bisogni degli utenti e trasformali nel linguaggio del Metaverso, in servizi e mondi da mettere a disposizione.

Meta ha anche incentivato utenti che in proprio creavano dei mondi mettendo a disposizione una sorta di ricompensa per gli stessi o pagamenti per chi visitava il loro mondo ma, ad oggi, ha distribuito circa 10.000 USD tra incentivi e pagamenti, ovvero una briciola se rapportato all’intera community; una briciola che non attira sicuramente talenti che vogliano intraprendere queste nuove professioni.

Ci sono quindi difficoltà oggettive attuali che mostrano un Metaverso in uno stato di salute debole in questa fase, c’è però un mondo in fermento che chiede di vivere realtà e mondi virtuali diversi, mondi da vivere in parallelo e su cui costruire una porzione diversa della propria vita, esprimere di volta in volta segreti e realtà che nella vita reale non si riesce a, o non si vuole, esprimere. Anche mondi da cui si può decidere di entrare ed uscire, o cancellare, quasi con la stessa facilità con cui si esce da un videogioco. Le implicazioni di tutto questo sono ancora da capire.

Per avere successo il Metaverso deve superare l’aspetto “social” o del “videogioco” e deve diventare un pezzo concreto della nostra vita reale, non di una vita parallela che si vorrebbe vivere ma della vita attuale che si estende, si migliora e si complementa nel virtuale per rendere più immersiva e multidimensionale la vita attuale.

In quanto parte integrante della vita reale il Metaverso deve avere contenuti concreti e benefici tangibili che superino la forma e tocchino la sostanza e la concretezza che ogni individuo cerca nel quotidiano, contenuti di facile accesso come potrebbe esserlo da uno smartphone o da un paio di occhiali da vista o da semplici auricolari, e dal costo ridotto.

Diversamente, anche se con i dovuti distinguo, è come passare da una chiamata fatta dalla cabina telefonica a gettoni di appena 15 anni fa alla videochiamata con whatsapp di oggi: è sicuramente molto più efficace, immersiva, immediata ed emozionale la videochiamata di oggi, ma se non ci sono argomenti veri da discutere ed il piacere di sentirsi si rischia solo di avere uno strumento in più che non porta valore. Fai qualche videochiamata ad amici e parenti per provare e poi nulla più. Esattamente come accade oggi ad Horizon Worlds.

di Nicola Ruggiero

Fonte: https://www.agendadigitale.eu/mercati-digitali/il-metaverso-piace-a-pochissimi-ma-il-sogno-di-meta-continua/