La Terra sta rallentando. E, sorprendentemente, la colpa è del cambiamento climatico. Un nuovo studio pubblicato su Nature rivela che lo scioglimento dei ghiacci polari, causato dal riscaldamento globale, sta alterando la distribuzione della massa terrestre, influenzando la velocità di rotazione del pianeta e, di conseguenza, il modo in cui misuriamo il tempo.
Dal 1967, il Tempo Coordinato Universale (UTC) regola i fusi orari basandosi su orologi atomici. Questo sistema considera la rotazione terrestre, che non è costante. Per mantenere l’allineamento, si aggiungono periodicamente “secondi intercalari”. Tradizionalmente, l’attrito delle maree sul fondo dell’oceano ha rallentato la rotazione terrestre. Tuttavia, negli ultimi decenni, una combinazione di fattori, come il movimento del fluido all’interno del nucleo terrestre, ha fatto sì che la Terra ruotasse più velocemente.
Per la prima volta, gli scienziati avevano considerato la possibilità di sottrarre un “secondo intercalare negativo” a partire dal 2026, il che avrebbe potuto avere ripercussioni sui sistemi informatici, satellitari e finanziari globali. Ma il nuovo studio dimostra che lo scioglimento dei ghiacci polari ha ritardato questa eventualità di tre anni, posticipandola al 2029.
I colpevoli di questo fenomeno sono i cambiamenti climatici: quando il ghiaccio ai poli si scioglie, l’acqua di fusione si sposta verso l’equatore. Questo fenomeno è paragonabile a una pattinatrice che allarga le braccia per rallentare la propria rotazione. Secondo Duncan Agnew, geofisico dello Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California, San Diego, “meno ghiaccio solido c’è ai poli, più massa si sposta attorno all’equatore”, rallentando la Terra.
Oltre alla ridistribuzione della massa terrestre, un altro fenomeno significativo è il “vagabondaggio polare”. Lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento del livello del mare hanno portato a una migrazione dell’asse di rotazione della Terra, con il Polo Nord che si sposta di circa un centimetro all’anno. Questo ha aumentato la durata del giorno di un millesimo di secondo nel XX secolo.
I ricercatori rassicurano che il rallentamento della rotazione non costituisce un pericolo immediato. Tuttavia, se le calotte polari continueranno a sciogliersi a ritmi crescenti, come suggerito da recenti studi, l’impatto sull’asse terrestre potrebbe aumentare. Secondo l’IPCC, il volume dei ghiacci potrebbe diminuire tra il 15% e l’85%, a seconda degli sforzi internazionali per ridurre le emissioni di gas serra e contrastare la deforestazione.
Questo fenomeno ci ricorda che i cambiamenti climatici non riguardano solo il nostro ambiente e clima, ma possono anche influenzare in modo tangibile il funzionamento del nostro pianeta. La Terra, nel suo incessante e delicato equilibrio, continua a risentire delle azioni umane, rendendo sempre più evidente la necessità di un intervento globale per mitigare questi effetti.