Nell’economia odierna, l’innovazione è una fonte importante di competitività e sviluppo economico, ma anche di sostenibilità. Idealmente, le due transizioni gemelle – la transizione verde e quella digitale – si rafforzano reciprocamente. Tuttavia, a volte le due transizioni possono anche scontrarsi… Nel contesto di una transizione digitale, il futuro si prospetta con un’impronta ‘a basso tenore di carbonio, ma al momento sembra essere notevolmente dipendente dalle terre rare.
L’istituzione di una produzione di materiali strategici è un processo estremamente lungo in quanto comprende una serie di operazioni complesse di estrazione, chimiche e di raffinazione. È piuttosto comune che la maggior parte delle aziende non riesca a portare a termine il processo di sviluppo, semplicemente a causa del lungo tempo di sviluppo del progetto senza flussi di cassa per compensare le spese e le sfide tecniche associate al finanziamento di grandi progetti complessi per la produzione di materiali. Ad esempio, nel pieno dell’interesse industriale e di mercato nel settore delle terre rare all’inizio del 2011, l'”Indice dei Progetti Avanzati di Terre Rare” della Technology Metals Research tracciava circa 275 progetti di terre rare in sviluppo da parte di 180 società quotate in borsa in 30 paesi, escludendo i progetti in Cina, Russia e India. Ad aprile 2021, solo due di questi progetti sono entrati in produzione su larga scala, e altri due rimangono in produzione in impianti pilota – un tasso di successo combinato dell’1,5 percento nell’ultimo decennio. Il problema è la mancanza del cash flow.
Il finanziamento di queste attività non viene solo dal settore pubblico ma anche dalle iniziative private. La generazione dei Millennials in particolare potrà contribuire in modo importante a questi sviluppi. Essi costituiscono infatti circa un quarto della popolazione europea e entro il 2030 rappresenteranno il 75% della forza lavoro in Europa. Sono coloro nati tra il 1984 e il 2000, cresciuti in un mondo decisamente diverso rispetto alle precedenti generazioni dei Baby Boomers e della Generazione X. Loro saranno i principali destinatari, nei prossimi anni, del più grande trasferimento di ricchezza mai visto e si troveranno pertanto a dover gestire l’eredità dei loro predecessori, accumulata nel corso di decenni di sostanziale benessere, oltre ai propri redditi.
Un tratto peculiare di questa generazione è l’attenzione verso l’impatto ambientale, sociale e di corretta governance aziendale degli investimenti (ESG). Secondo ricerche dell’Istituto Morgan Stanley per l’Investimento Sostenibile, il 95% dei Millennials appartenenti agli Investitori ad Alto Patrimonio Netto è interessato agli investimenti responsabili e il 57% ha concretamente modificato il proprio portafoglio per conformarsi ai criteri ESG. In particolare tra le donne, che sono sempre più protagoniste del mercato finanziario, sta crescendo l’interesse per le questioni sociali così come per quelle ambientali.
Quindi, una delle opportunità per questi progetti strategici sarebbero gli investimenti ESG. Si stima che circa 30 trilioni di dollari in asset siano investiti in qualche modo basandosi sulle valutazioni ESG. Ma le aziende che operano nel settore delle terre rare spesso presentano punteggi ESG più bassi a causa delle sfide ambientali e sociali associate all’estrazione e alla lavorazione delle terre rare. Queste sfide includono degrado ambientale, rischi per la salute e preoccupazioni legate alle pratiche lavorative. Sebbene contribuiscano all’innovazione verde fornendo materiali essenziali per tecnologie come le energie rinnovabili e i veicoli elettrici, gli impatti ambientali e sociali negativi delle loro operazioni spesso portano all’esclusione dai portafogli di investimenti focalizzati su ESG. Un bel paradosso da studiare e superare.
di Elena Repman,
Membro del Consiglio Iase Italia
Bibliografia consigliata:
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