La transizione verde rimodella le strategie imprenditoriali e fa emergere nuovi ruoli. La funzione nel 64% dei casi è affidata a donne ed è collocata a diretto contatto con i vertici dell’impresa
Responsabile sostenibilità (+52%), sustainability specialist (+43%), consulente sostenibilità (+34%). Basta andare su Linkedin per avere una prima indicazione concreta di come le professioni verdi siano già il presente del mercato del lavoro e ne indichino la direzione futura. La classifica 2023 dei lavori in crescita della piattaforma, che rileva le 25 professioni in più rapida ascesa negli ultimi cinque anni, mette infatti sul podio, al secondo posto, il manager della sostenibilità.
A completare il quadro, il recente rapporto «Alte competenze per un futuro sostenibile» dell’osservatorio 4.Manager (si veda Il Sole 24 Ore dell’11 febbraio), che sottolinea come, tra il 2023 e il 2026, sia imprese sia Pa avranno necessità di 4 milioni di lavoratori di medio e alto profilo con queste competenze.
L’esigenza di queste professionalità è confermata dalla proliferazione di percorsi di formazione altamente specializzanti sul tema. Nel prossimo anno accademico, la Luiss Business School aggiungerà ai percorsi più verticali sull’energia (il master in Sustainability & Energy Industry, all’ottava edizione nel 2023, consegue da tre anni il 100% di collocamento), la mobilità, il turismo, i nuovi master in Sustainable Management & Entrepreneurship – realizzato in collaborazione con Dynamo Academy, in partenza a ottobre 2023 a Roma – e in Transformative Leadership for Sustainable Business, a settembre 2023 presso l’Hub Luiss Bs di Amsterdam.
A Milano è nato il master in Transformative Sustainability realizzato da Politecnico di Milano e Bocconi. Partito nell’ottobre scorso, nasce dalla «carenza, anche rispetto a una comparazione internazionale, di un percorso di studi per una figura d’intersezione, che conoscesse le principali tecnologie per la sostenibilità e capisse come usarle per cambiare i processi di business», spiega Raffaella Cagliano, direttore del dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico e direttore uscente del master, guidato dalla professoressa Irene Bengo, lato Polimi e dal professor Francesco Perrini lato Bocconi. «Le caratteristiche della nuova figura? Pensiero critico, capacità di visione e di rischio, perché la sostenibilità non è qualcosa che dà un ritorno immediato; integratore fra le varie anime dell’azienda. La quasi totalità delle imprese contattate per l’analisi di occupabilità ha dimostrato un fortissimo interesse verso queste professionalità – dice Cagliano -. Abbiamo già aziende partner del master (come Fondazione Pesenti e gruppo Kering); altre stanno intervenendo in aula e offrendo progetti per gli studenti».
Quali sono le caratteristiche del professionista? Secondo il Sustainability Career Compass 2022 di Sustainability Makers, è prevalentemente donna (64,6%) proviene sempre più spesso da un percorso educativo di tipo scientifico (nel 2020 era al 12,4% e oggi quasi al 20%) e la sua unità organizzativa è sempre più apicale: in tre organizzazioni su quattro è collocata a diretto riporto del vertice aziendale.
In questo contesto, 4.Manager è andato a definire nel dettaglio le caratteristiche del ruolo, che sarà oggetto di un percorso di formazione ad hoc di cui Confindustria, Federmanager e 4.Manager stanno studiando modalità e specifiche. Il manager della sostenibilità promuove, definisce e coordina ogni iniziativa sul tema, conciliando la gestione ordinaria con attività innovative, considerando fattori ambientali, sociali e di governance nelle decisioni finanziarie, analizzando le aree di miglioramento e di rischio, misurando la sostenibilità aziendale.
Un profilo da cui derivano tre figure manageriali più tecnico-operative, focalizzate sui tre specifici ambiti Esg: l’environmental manager, che gestisce e monitora l’implementazione di politiche sostenibili, promuove tecnologie pulite, individua rischi e opportunità in ambito ambientale; il social manager, che persegue specifici obiettivi di impatto sociale; il governance manager, che previene e monitora i rischi etici della realtà organizzativa e delle relazioni tra tutti i soggetti coinvolti, garantisce la conformità dei propri prodotti o servizi alle normative e agli standard cui l’azienda aderisce.
«La sostenibilità si iscrive stabilmente in un quadro di scelte che hanno a che fare con il posizionamento strategico dell’azienda, chi non lo ha capito rischia di trovarsi fuori mercato in un tempo relativamente breve. Ed è una formidabile opportunità per i giovani, che possono così occupare un campo contemporaneamente cruciale e nuovo», commenta Luca Valerio Camerano, managing director di Algebris Green Transition Fund. Il fondo si situa alla frontiera degli investimenti sostenibili, essendo conforme all’articolo 9 del regolamento europeo sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari (Sfdr). Nato a luglio 2022, ha ora in gestazione quattro operazioni in Italia e una in Europa. «Investiamo in aziende nativamente Esg e in altre che ci sembrano molto promettenti nella loro transizione e di cui vogliamo supportare il percorso». L’Italia è un Paese interessante «caratterizzato da grande versatilità industriale; la sua intrinseca debolezza – la dimensione media delle imprese – la rende anche agile e capace di adottare strategie nuove in modo più incisivo. Tutto dipende dalla volontà, dal coraggio e dalla visione dell’imprenditore, tenendo conto che l’agenda della transizione è dettata innanzitutto dalla crisi climatica».