C’è una startup tecnologica che sta cambiando il modo d’intendere il diritto del lavoro, il suo nome è Laborability.
Abbiamo incontrato il suo CEO, Francesco Saverio Salonia, che ce la presenta così.
Di cosa si occupa Laborability?
Siamo una startup HR – tech, significa che sviluppiamo soluzioni tecnologiche per i dipartimenti delle risorse umane delle aziende, per aiutarli a mettere i loro dipendenti e collaboratori nella condizione di godere al 100% di tutte le risorse pubbliche e bilaterali disponibili in Italia. Nel nostro Paese c’è un altissimo Welfare pubblico che soffre di mancato utilizzo, per un valore di circa una decina di miliardi l’anno. Laborability mappa diverse migliaia di risorse pubbliche: bonus, incentivi, sgravi fiscali. Grazie ad una funzione di AI è in grado d’indicare a ciascuna persona, in base alle sue caratteristiche, cosa gli spetta e se soddisfa determinati requisiti di legge. Questo consente alle aziende di mettere a disposizione dei propri lavoratori risorse ulteriori rispetto a quelle già previste dallo Stato e dai diversi enti pubblici. Ciascun individuo, grazie a noi, scopre di avere a disposizione possibilità che prima ignorava e può godere di un risparmio medio annuale di circa un migliaio di euro.
Non vi fermate al solo prodotto software ma fate anche divulgazione.
Esatto, in particolare nel nostro canale Instagram illustriamo i temi relativi agli aiuti economici e ai bonus pubblici utilizzando un linguaggio semplice e accessibile a tutti. Il principale problema di queste agevolazioni è che sono difficili da comprendere perchè scritte in linguaggio burocratico. Il nostro progetto è oggi uno dei più importanti in Italia che tratta verticalmente di lavoro. Ogni mese infatti 4 milioni di utenti online s’informano leggendo i nostri contenuti. Su instagram, dove abbiamo poco meno di 200.000 followers, c’è un altissimo tasso di coinvolgimento e diffusione organica che ci permette di sensibilizzare dal basso. Da un lato parliamo alle aziende, ai direttori del personale, agli HR manager, mentre dall’altro informiamo il lavoratore in modo tale da creare reciproca consapevolezza.
Su quali tematiche avvertite maggiore confusione e sentite di dover fare chiarezza?
Ce ne sono due, in particolare, che ci stanno particolarmente a cuore: la bilateralità e il TFR. In Italia c’è una scarsissima consapevolezza su cosa siano gli enti bilaterali e quanto siano importanti. Questi soggetti, istituiti dai Contratti Nazionali del Lavoro, hanno l’obiettivo di fornire alcuni servizi ai lavoratori a condizioni agevolate. Degli esempi possono essere i fondi sanitari integrativi e quelli di previdenza complementare. In base alle nostre ricerche, quasi l’85% dei lavoratori italiani non sa cosa sia un ente bilaterale, e per questo meno di 5 lavoratori su 100 si rivolgono al proprio ente bilaterale nel corso dell’anno. Il secondo tema è quello del TFR. Ancora due italiani su tre decidono di non investire il proprio TFR in un fondo di previdenza complementare. Il vero punto è che questa non è una scelta consapevole. Le persone prendono una decisione senza conoscere in modo approfondito i termini della questione. E questo può pregiudicare la posizione pensionistica del lavoratore nel lungo periodo. Accorgersene con 10, 20 o 30 anni di ritardo può precludere il fatto di andare in pensione con una previdenza complementare molto più sostanziosa.
Come è composta la vostra redazione?
Il mix vincente della nostra redazione è mettere insieme diverse professionalità: da un lato content creator, giornalisti, editor, dall’altro avvocati e consulenti del lavoro, che supportano i primi con la loro profonda conoscenza dei temi da trattare. Così nascono contenuti social più fruibili, espressi anche in termini divertenti. Cerchiamo sempre di mantenerci tra l’informazione e l’entertainment perchè i temi trattati sono spesso avvertiti come noiosi e le persone fanno fatica a seguirli.
Quali sviluppi per il futuro?
In questo momento siamo concentrati sul nostro prodotto del welfare pubblico, quindi investiremo moltissimo sulla tecnologia. A gennaio uscirà una nuova versione che basa la sua funzionalità sull’intelligenza artificiale, e che permetterà di personalizzare le misure pubbliche sulla base delle diverse esigenze individuali. Poi stiamo investendo tantissimo sulla mappatura di tutti gli enti bilaterali italiani. Compito particolarmente impegnativo perché si stima che in Italia esistano almeno 600 enti bilaterali diversi.
di Marco Camporese
Content Creator