Koesi è una startup dell’ecosistema Le Village by Crédit Agricole Triveneto, fondata da Elena Alberti e Tommaso Beriotto, la mission è di sensibilizzare le aziende sul tema della sostenibilità attraverso dei workshop sotto forma di gioco. 

Elena, partiamo dal nome: cosa significa “Koesi”?

Koesi è una parola che richiama la “coesione”, ma anche l’idea di un’isola felice: un luogo – fisico o ideale – in cui le relazioni tra persone e ambiente devono essere più equilibrate. Volevamo creare uno spazio in cui si potesse “stare insieme” in modo armonico. Per questo pensiamo a Koesi come a una specie di oasi nel deserto, un sistema naturale dove le persone possono collaborare tra loro.

Come è nata l’idea imprenditoriale?

Tutto è partito dalla mia tesi di laurea all’università IULM, in collaborazione con la IE Business School di Madrid, nel 2019. L’obiettivo era dimostrare che le scelte sostenibili possono generare anche vantaggi economici. Da lì ho ideato The Sustainability Business Game, il nostro gioco attuale più conosciuto e apprezzato dalle aziende che ci scelgono.

L’intuizione vera è arrivata dopo aver visto il film A Beautiful Mind. C’è una scena in cui viene spiegata la teoria dei giochi: se tutti agiscono per il bene degli altri, ogni player trae vantaggio. Ho pensato: e se potessimo trasmettere questi concetti attraverso un gioco?

Che tipo di gioco è?

È un’esperienza interattiva: otto squadre devono scegliere se inquinare, guadagnando di più, oppure collaborare, a discapito di un vantaggio immediato, per proteggere un lago. Le decisioni sono segrete. Alla fine, scoprono che, se tutti avessero scelto la sostenibilità, avrebbero ottenuto un risultato migliore. È un esperimento sociale, oltre che formativo.

Quando ti sei accorta che la vostra idea poteva diventare una vera startup?

Dopo aver presentato il gioco al Salone della CSR, nel 2020, ho conosciuto Alberto Chiappinotto, manager della sostenibilità di Electrolux Italia. Ha creduto nel progetto e mi ha spinta a renderlo una realtà aziendale. Nel 2022, ho fatto uno speech al TEDx Cortina: tra la platea c’era un HR di Intesa Sanpaolo. Dopo quell’incontro, Intesa ha deciso di sperimentare il nostro format. È stata la spinta decisiva per me per aprire la partita IVA ed esportare il progetto nelle filiali dell’Est Europa di Intesa.

Com’è si evoluto oggi il vostro modello?

Oggi abbiamo quattro giochi principali e un quinto on demand. Oltre a The Sustainability Business Game, proponiamo:

  • The Space Governance Simulator
  • ESG Financial Puzzle
  • Il Safari della Sostenibilità

Quest’ultimo è un gioco dove i partecipanti diventano capi di Stato divisi in continenti e devono risolvere le sfide dell’Agenda 2030. Vince chi trova le soluzioni più adatte.

Al termine del gioco, nel caso di Electrolux visto che siamo andati in visita in diversi stabilimenti, abbiamo realizzato un quadro con tutte le card del gioco unite in un plexiglass che è rimasto alla società. 

Qual è il vostro ruolo durante i giochi?

Non ci definiamo formatori, ma abilitatori. Il gioco è uno strumento che libera il potenziale delle persone. Personalmente avendo in passato lavorato con bambini, la parte ludica è molto viva in me. È un linguaggio che unisce, coinvolge e trasmette il nostro messaggio con più efficacia.

Qual è stata la difficoltà più grande che avete riscontrato finora?

La parte strutturale. Il progetto in questo primo periodo ha funzionato così bene da esplodere, ma non eravamo pronti logisticamente. Ora ci stiamo attrezzando e ci siamo stabilizzati a Le Village. I prossimi step sono diventare startup innovativa e ampliare il nostro organico.

Guardate anche all’estero?

Sì, Oltre la partnership con l’università di Madrid, grazie a Intesa S.Paolo siamo arrivati a coprire  Croazia, Albania, Slovenia e Ungheria. In Serbia abbiamo una collaborazione molto forte con la Camera di Commercio Unella realizzazione dell’Ekonsortium per l’economia circolare. Vediamo un grande potenziale in generale nei paesi dell’Est, dove il bisogno di cultura sostenibile è forte. Spesso manca il know-how, e il gioco può essere un ponte accessibile. 

Hai tenuto un TED in cui spiegavi il valore della collaborazione nella sostenibilità. Perché per te è imprescindibile?

Viviamo in una società individualista, ma la sostenibilità richiede empatia e collaborazione. Siamo interconnessi gli uni con gli altri e ogni nostro gesto genera un impatto. Il mio messaggio è che ciascuno di noi, con coraggio, può essere parte attiva del cambiamento. E il gioco ci ricorda proprio questo: cooperare conviene a tutti.

 

 

di Marco Camporese
Content Creator