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I progressi nel campo delle energie rinnovabili non appartengono solo all’Europa. La corsa alle fonti non inquinanti ha convinto anche le autorità cinesi a sostenere con più vigore l’abbandono del carbone. Mentre l’Ue per la prima volta, da quando si combattono i cambiamenti climatici, a luglio ha registrato il sorpasso delle rinnovabili sulle fossili, in Cina il carbone è in una fase discendente.
Evidentemente le autorità cinesi sono stufe di essere rappresentate come l’opposizione a quel nuovo mondo ambientale che si cerca di costruire. Il primo anno post pandemia- il 2023- ha segnato un calo della domanda di carbone e un corrispondente aumento della potenza di fonti rinnovabili.
Secondo la Rystad Energy, società norvegese tra le più note al mondo, a giugno in Cina fotovoltaico ed eolico hanno raggiunto i 100 GW di potenza installata. Il 2023 ha battuto tutti i  record con 293 GW di produzione rinnovabile totale. Per Rystad siamo a un livello storico, molto apprezzato dalle autorità, che vedono così crescere  la competizione con l’Occidente. Le centrali a carbone non sono state fermate ma il surplus di rinnovabili ha ridimensionato di alcuni milioni di kw l’offerta dell’energia con sistemi vecchi e inquinanti. Le grandi città non si sono affatto liberate dagli alti livelli di CO2 e non si può dire che gas e petrolio non alimenteranno più l’industria cinese.
Il governo ha importanti accordi di importazione di gas con la Russia e di petrolio con l’Iran e non saranno disdettati a breve. Xi Jinping ha promesso zero emissioni entro il 2060 e vedremo alla prossima COP di Bali a novembre se il programma ha subìto modifiche e quali.
Un paese che ci ha abituati a sorprese in ogni campo ora è tra quelli che investono di più a livello sulla trasformazione energetica.
Entro i prossimi due anni  il fotovoltaico soppianterà il carbone ? I numeri indicano un trend all’altezza delle previsioni. Otto anni fa nel paese si costruivano centrali con potenza di 50 GW, a fine 2024 eolico e solare dovrebbero toccare i 1300 GW di potenza. Alcune piccole centrali a carbone saranno chiuse, tuttavia bisogna concentrare l’attenzione  sulla capacità nazionale di sostenere l’economia solo con le rinnovabili. Il governo finora ha investito il triplo di quanto ha fatto l’Europa con una cifra vicina ai 50 miliardi di dollari. Ha detto che continuerà a farlo dando linfa alla sua nuova rivoluzione. “Senza la spinta della Cina la transizione energetica non sarebbe arrivata sin qui e non avremmo assistito ad una spettacolare discesa dei prezzi nelle rinnovabili”, ha scritto Carmine Biello sulla Rivista Energia.
Le loro tecnologie sono il cuore e il sangue di ogni nuovo sistema di produzione elettrica sostenibile. Anche in Cina ? Un giorno, forse.

 

di Nunzio Ingiusto