Tipo di Contenuto:
Tempo di lettura: 2 minuti

“Può l’industria darsi dei fini? Si trovano questi semplicemente nell’indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una fabbrica?” 

Quando Adriano Olivetti scrisse questo passaggio non poteva sapere di essere in vantaggio di quasi cinquant’anni sullo sviluppo del pensiero organizzativo. Oggi nel nuovo paradigma economico-sociale, che la sostenibilità incarna la S di Social ci si focalizza sui processi che coinvolgono gli impatti diretti e le relazioni nei confronti dei dipendenti, dei fornitori, dei clienti e in generale delle comunità e i territori di riferimento. È un aspetto ampio, articolato e più difficile da definire rispetto ai fratelli che si occupano di Governance e Ambiente (Environment), ma poiché le imprese sono costituite da persone e da relazioni tra queste appare evidente quanto il tema sia centrale. 

Dalla presa di coscienza e dalla messa a terra di piani e strategie innovative sul fronte della gestione delle dinamiche sociali, alla loro rendicontazione all’interno di un documento formalizzato il passo è breve. Il bilancio di sostenibilità oggi rappresenta lo strumento più utile per raccontare la generazione del valore in quest’ambito, perché rappresenta un momento importante per dialogare con gli stakeholder e mettere a terra obiettivi di miglioramento e di sviluppo futuri. La rendicontazione della sostenibilità è tuttavia un processo complesso, capace di generare un sistema efficace di monitoraggio degli impatti e un piano d’azione concreto per il futuro dell’azienda, con obiettivi di miglioramento dettagliati e specifici. Richiede una dovuta expertise, ma offre numerosi vantaggi in ottica di stakeholder engagement e analisi delle proprie performance. Il reporting ha però ciò un ruolo determinante sia verso l’esterno dell’azienda, in termini di visibilità del brand, attrazione dei talenti e coinvolgimento dei portatori di interesse; che verso l’interno, per l’operatività dell’impresa stessa, che trova rispecchiati nel Bilancio i suoi punti di forza e le prospettive di crescita per arrivare a valorizzare al meglio il suo ambiente professionale. 

Sicurezza, salute, rispetto dei diritti umani, inclusione, parità di genere e pari opportunità, sviluppo professionale e benessere, work-life balance sono solo alcuni dei parametri presi in considerazione nella rendicontazione di sostenibilità e si configurano sempre più come chiavi d’accesso verso la sua dimensione sociale. Favorire un ambiente di lavoro sostenibile in termini sociali non è scontato: l’impresa, oltre a considerare la sicurezza e la salute del lavoratore una conditio sine qua non per la sua operatività, deve riconoscere quali siano le condizioni a garanzia di un benessere a 360° per i dipendenti, accogliendoli e tutelandoli al meglio, specie nella prospettiva di talent retention.

Collaboratori motivati che vivono una condizione di benessere lavorativo consentono all’impresa di raggiungere i suoi obiettivi di business più agevolmente e aiutano a consolidare l’immagine della stessa verso l’esterno. 

Un’ultima riflessione sulla relazione con gli stakeholder che si deve caratterizzare come rapporto multicanale win win per consentire all’azienda di mantenere alta la focalizzazione sui valori di reputazione e fiducia, strategici per la continuità di business. Risulta allora evidente che la dimensione sociale di un bilancio di sostenibilità si racchiude nella generazione e comunicazione di un’eterogeneità di valori che aiuta­no l’impresa a crescere in chiave economica e culturale. 

di Gloria Milan