La Giornata della Terra celebrata in 193 Paesi: l’Onu chiede investimenti per salvare il pianeta ma il mondo è sordo
Come ogni anno il 22 aprile in tutto il mondo si svolgono manifestazioni per salvare il pianeta dalla distruzione ambientale. L’appello dell’Onu quest’anno riguarda gli investimenti per colmare gli squilibri tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Manifestazioni a Roma, Torino e in altre città italiane
L’economia globalizzata può aiutare la terra a guarire dai mali che l’affliggono. La “Giornata Mondiale della Terra” che da 53 anni si celebra il 22 aprile, nell’edizione di quest’anno ha la parola d’ordine “investi nel nostro pianeta”: #InvestInOurPlanet. Le Nazioni Unite che istituirono questa giornata nel 1970 l’hanno pensata bene. Ciò che ancora scarseggia, infatti, in tutte le azioni per salvare la terra da inquinamento, crisi climatica, epidemie, carestie, migrazioni, sono i soldi. Non a caso la Banca Mondiale ha annunciato che in una manovra tra capitale della Banca e prestiti ai Paesi in via di sviluppo libererà 4 miliardi di dollari. È disponibile, inoltre, ad erogare fino a 50 miliardi di dollari in più di prestiti, nei prossimi dieci anni e questo nonostante le dimissioni anzi tempo del suo Presidente David Malpass negazionista della crisi clmimatica. Il sito ufficiale della “Giornata” oltre che agli Stati, si rivolge direttamente agli imprenditori. “Le aziende che hanno sviluppato gli standard ESG (Environmental (ambiente), Social (società) e Governance (amministrazione complessiva dell’azienda) stanno registrando maggiori profitti, migliori performance finanziarie e hanno creato un ambiente di lavoro in cui impiegati e lavoratori sono felici ”. L’appello ad investire in programmi e iniziative industriali che non aggravino lo scenario mondiale, non esclude le aziende che fanno capo direttamente agli Stati che proprio per questo dovrebbero stanziare più risorse.
La Giornata della terra spartiacque tra Paesi ricchi e Paesi poveri
Il mondo è sempre più diviso tra ricchezza e povertà, tra chi vive in economie sviluppate e chi ambisce allo sviluppo. Ciò che è accaduto negli ultimi dieci anni ha prodotto una mobilitazione generale per fermare il declino del pianeta. I giovani sono sempre più consapevoli dei rischi che corriamo. È evidente che tra i 193 Paesi che hanno risposto all’appello delle Nazioni Unite ci sono differenze sociali, politiche, economiche. Bisogna agire adesso, però – dice l’Onu – perché restare indietro significa permettere alla crisi climatica di causare danni incalcolabili alla nostra economia, con impatti negativi su tutti gli abitanti del Pianeta. Ci sono Paesi – tra cui l’Italia – dove le celebrazioni sono partite addirittura il giorno prima del 22 aprile e proseguiranno dopo. La rete internazionale vuole sensibilizzare l’opinione pubblica nel trovare anche soluzioni tecnologiche che migliorino il rapporto tra sostenibilità e necessità di oggi. Un esempio arriva dall’Università Federico II di Napoli. Alla vigilia dell’Earth Day Italia ha presentato Hydraspar una piattaforma galleggiante con turbine sommerse che sfrutta l’energia eolica e delle maree laddove il mare è molto profondo. Una tecnologia che non danneggia l’ambiente e sfrutta energia verde. L’attenzione mondiale è concentrata su questo tipo di sintesi che, nelle forme non estremiste, raffigurano il desiderio di uno sviluppo rispettoso dell’ambiente, della biodiversità, della valorizzazione delle risorse naturali.
L’avanzare di un’emergenza umanitaria e la spesa europea
“La crisi climatica è un’emergenza umanitaria”, dice un appello dell’UNHCR ed ha effetti su milioni di persone. I raccolti sono in crisi, la siccità colpisce milioni di ettari di terreni , ci sono carestie pesantissime con ripercussioni sull’import-export di decine di Paesi, sui prezzi e sulle quotazioni di alimenti essenziali. Si calcola che in dieci anni ci sono stati 21,5 milioni di nuovi sfollati per disastri meteorologici. “L’aspetto forse più preoccupante è che con l’intensificarsi degli impatti della crisi climatica, il divario tra i bisogni umanitari e le risorse per rispondervi si sta allargando” dice Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia. Accade in Europa con gli arrivi dai Paesi del bacino del Mediterraneo, alla frontiera degli Usa con il Messico, in Afghanistan, in Centro Africa. L’Unione europea dal 2014 al 2020 ha speso 216 miliardi di euro per misure relative al clima. Cifra che entro il 2027 aumenterà del 30%, nonostante qualche critica a decisioni scollegate dai cittadini.
La giornata della terra in Italia
#OnePeopleOnePlanet é l’hastag che raggruppa le principali manifestazioni italiane. A Roma sulla terrazza del Pincio e al galoppatoio di Villa Borghese dal 21 al 25 aprile c’è il “Villaggio per la Terra” con oltre 600 iniziative dedicate all’ambiente. Alla “Nuvola” di Fuksas sabato si svolgerà il “Concerto per la Terra” con decine di artisti e collegamento con RaiPlay. A dare vita agli eventi oltre 300 organizzazioni e 35 federazioni sportive. Un concerto per la Terra si terrà anche a Torino con una festa organizzata da AWorld e Club Silencio nei Giardini Reali. “Fridays for future”, il movimento fondato da Greta Thunberg, sarà nelle piazze con la nuova campagna “La Terra non è un giocattolo”. Decine di altri eventi si svolgeranno in altre città e quartieri con la partecipazione di aziende, ordini professionali, associazioni giovanili, agricoltori, ricercatori, artisti. La testimonianza di un impegno intergenerazionale che sfida il tempo delle emergenze planetarie. E non solo una volta all’anno.
Di Nunzio Ingiusto