Le imprese italiane mediamente hanno una buona capacità di adattarsi ai cambiamenti. Quando si scoprono nuove tecnologie o processi che fanno guadagnare di più, non si tirano indietro. Magari poi hanno bisogno dell’aiuto pubblico e non sempre le speranze sono soddisfatte. Nella fase di transizione energetica un’analisi della Società Deloitte ha scoperto che soltanto il 7% delle imprese italiane ha una figura specifica dedicata alla sostenibilità. Percentuale che sale al 37% per le imprese con più di 50 dipendenti. Tuttavia, chi ha già scelto di vendere ai clienti la propria vocazione sostenibile non misura le performances. Adotta sistemi autonomi.
Il ruolo di un Sustainability Manager è un valore nella competizione mondiale, definita nei manuali di management come corporate social responsibility (CSR). In pratica, se in casa tua rispetti determinate regole, il prodotto che offri al mercato ha più possibilità di essere acquistato. Ovviamente è un concetto generale che tiene conto solo in parte delle richieste dei clienti oltre che del prodotto medesimo. Si tenga conto che grandi case automobilistiche in passato, pur avendo interi uffici dedicati all’ambiente e alle prove ante vendite, hanno pagato prezzi altissimi per errori o trucchi fatti proprio in casa durante la costruzione delle auto.
Ma cosa fa una figura che in Italia solo le grandi imprese oggi si permettono ? “Non si tratta solo di individuare e realizzare azioni che riflettano una maggiore attenzione all’ambiente o ambiscano a una superiore ricaduta sociale. Si tratta di sviluppare una concreta integrazione strategica delle tematiche ESG nel modello di business” ha detto Franco Amelio Deloitte Sustainability Leader. La sostenibilità è un tema centrale nella definizione della strategia aziendale. Si presenta come una delle leve per stare sul mercato. La maggior parte delle aziende di casa nostra non è ancora a questo stadio ed ovviamente non può sbandierare sul mercato nemmeno di aver redatto un Piano di Sostenibilità. Gli strateghi della new economy dicono che un piano ben fatto va integrato nel business. Anche in questo caso l’Italia ha numeri bassi : solo 4 aziende su 10 ne fanno uso; 3 su 10 hanno in programma di implementarli e 2 su 10 stanno valutando. Che dire dei bilanci di sostenibilità ? In Italia è adottato da una azienda su 10. È il caso di dirla tutta, allora: per elaborare progetti di sustainability business ci vogliono investimenti. Risorse specifiche.
“ La maggior parte delle aziende che non hanno in programma di realizzare un Piano di Sostenibilità è meno incline della media a prevedere investimenti in tale area: è il 92% di queste ad affermarlo, contro la media dell’82%” scrive Deloitte. Si parte dalle tecnologie per finire all’ambiente interno ed ai riflessi sulla filiera nella quale si è inseriti. È evidente che è un sistema molto critico per le PMI. Per Stefano Pareglio, Presidente di Deloitte Climate Sustainability, “ i responsabili della sostenibilità sono chiamati a svolgere funzioni operative e a offrire, nel contempo, visione e capacità di indirizzo”.
L’indagine è stata preziosa per capire come e quanto il sistema economico del nostro Paese è in condizioni di affrontare certe sfide. Si può dire che la marcia verso standard ambientali ed ecologici con esperti che diventano un lusso, sta selezionando il mondo delle imprese ? Purtroppo sì. E nella selezione a stare indietro sono le piccole medie che sono il 95% del sistema Italia. Così è molto difficile partecipare per vincere.
di Nunzio Ingiusto