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La qualità dell’acqua nei corsi d’acqua è essenziale per la salute degli ecosistemi e la sicurezza idrica umana. Tuttavia, stiamo assistendo nell’ultimo periodo ad un suo costante degrado, fattore che spesso viene sottovalutato nelle valutazioni dei rischi dovuti al riscaldamento globale. Un recente articolo, pubblicato su Nature Climate Change, mette in luce come il cambiamento climatico influisca sulla qualità dell’acqua fluviale attraverso cambiamenti persistenti e l’aumento degli eventi estremi, sottolineando la necessità di considerare gli ecosistemi terrestri e fluviali come intrinsecamente interconnessi.

Gli esseri umani si sono storicamente stabiliti vicino ai fiumi, facendo affidamento su di essi per l’acqua e le risorse. Le prime forme di civiltà che vengono studiate nei libri di storia come ittiti, sumeri e babilonesi o gli egizi sono tutte accomunate dalla presenza di bacini d’acqua importanti (il Tigri, l’Eufrate e il Nilo).  La abbondante presenza di acqua dolce attorno a cui venivano costruiti gli insediamenti garantiva appagamento della sete, fertilità delle terre e attività di pesca. Senza contare che gli animali andavano al fiume ad abbeverarsi e di conseguenza diventavano facili prede dei cacciatori, inoltre avere una terra fertile permetteva di nutrirsi non solo alla popolazione, ma anche agli animali da allevamento e da pascolo

Oggi, oltre il 50% della popolazione mondiale vive entro 3 chilometri da corpi d’acqua dolce. La qualità di queste acque è quindi un fattore di fondamentale importanza non solo per il consumo umano, ma anche per mantenere l’equilibrio ecologico.

Mentre i cambiamenti stagionali nella quantità d’acqua contenute negli specchi di acqua dolce (laghi, fiumi, ghiacciai e falde acquifere) dovuti a eventi climatici come inondazioni e siccità sono ben documentati, gli impatti sulla qualità dell’acqua sono spesso trascurati. Fattori come la temperatura dell’acqua e la sua salinità, la concentrazione di sali disciolti all’interno di un determinato volume di liquido, possono incidere significativamente sulla sua composizione.

Bisogna tenere sempre presente però che mantenere una buona qualità dell’acqua è un’impresa costosa. Gli Stati Uniti da soli hanno investito circa 5 trilioni di dollari dal 1972 ad oggi per migliorare la qualità dell’acqua superficiale per renderla potabile. Un peggioramento significativo della qualità dell’acqua può quindi aumentare significativamente i costi di trattamento dell’acqua, ponendo ulteriori oneri economici. Basti pensare che circa il 26% della popolazione mondiale non ha accesso a servizi idrici gestiti in modo sicuro, più di 1 miliardo di persone fa affidamento su fonti di acqua potabile a rischio e oltre 2 miliardi e mezzo non hanno accesso a servizi igienici adeguati. Ogni anno, il mancato accesso all’acqua potabile provoca 4 miliardi di casi di malattie (come la diarrea) e 1,7 milioni di decessi.

Una buona qualità dell’acqua è inoltre cruciale per garantire una adeguata vita acquatica, e per alimentare l’agricoltura e l’industria. Temperature elevate dell’acqua e livelli di salinità possono danneggiare gli ecosistemi e ridurre significativamente la produttività agricola. Inoltre, il deterioramento della qualità dell’acqua può esacerbare il feedback climatico globale del carbonio, favorendo l’emissione di gas serra dalle acque interne.

Il cambiamento climatico influisce sulla qualità dell’acqua fluviale attraverso due principali meccanismi: cambiamenti graduali ed eventi estremi. Il riscaldamento graduale aumenta la temperatura del suolo e altera i modelli di precipitazione, mentre eventi estremi come inondazioni e siccità modificano rapidamente la qualità dell’acqua. Questi processi influenzano la connettività terra-fiume, determinando i percorsi di flusso e le interazioni biogeochimiche che stabiliscono la qualità dell’acqua. Comprendere la natura interconnessa di terra e fiumi è fondamentale per gestire la qualità dell’acqua. La maggior parte dell’acqua fluviale proviene da acqua “vecchia” che ha interagito con la terra per periodi prolungati, piuttosto che da precipitazioni recenti. Questa interazione con i materiali del suolo e delle rocce influenza la biogeochimica dell’acqua prima che essa entri nei fiumi. Per migliorarne la gestione in condizioni climatiche mutevoli, sarà quindi essenziale studiare i processi che guidano il degrado della qualità dell’acqua. Dando priorità alla ricerca sugli eventi climatici estremi, che stanno mettendo a dura prova i modelli e le teorie esistenti.

L’acqua da sempre nella storia umana ha unito i popoli, ma ha anche innescato numerosi conflitti. Quando scarseggia, o viene modificata la sua composizione chimica rendendola inutilizzabile, vengono acutizzate le tensioni geopolitiche in diverse zone del globo. Ci sono 153 nazioni nel mondo che condividono le risorse idriche, ma solo 24 hanno degli accordi di cooperazione per condividerle. Il crescente impatto dei cambiamenti climatici e la crescita smisurata della popolazione, entro il 2040 arriveremo a 9 miliardi di persone, urgono azioni immediate per proteggere e conservare la nostra risorsa più preziosa.

di Pietro Boniciolli

 

 

 

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River water quality shaped by land–river connectivity in a changing climatehttps://doi.org/10.1038/s41558-023-01923-x