L’agrobiologia non è il segmento portante dell’agricoltura italiana. Non lo è ancora, ma ha buone possibilità di diventarlo. Le azioni di cui c’è bisogno sono quelle che cambiano alla radice la gestione dei campi coltivati. La vita in campagna non si è mai modificata con velocità. Il mondo agricolo, finché ha potuto, ha difeso i tempi, le stagioni e le modalità del lavoro. Lo ha fatto per generazioni, dotandosi anche di strumenti e organizzazioni democratiche che ne sapessero rappresentare forza e dignità. Le sfide e la necessità di cambiare sono , però, arrivate e per non essere travolta l’agricoltura italiana ha iniziato a misurarsi con la sostenibilità dei raccolti, la sensibilità dei consumatori, le tecnologie, la visione verde e salutista dei cittadini. Osservando, per esempio, il FarmingDays 2024 chiuso pochi giorni fa in Veneto, si capisce che i nuovi metodi di fare agricoltura sono in cammino ma che devono allungare il passo. Il FarmingDays è promosso dal CIB-Consorzio Italiano Biogas, aderisce al progetto europeo Farming for Future ed è sostenuto dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Tra i partner anche gli agronomi di Piemonte e Veneto. É un evento che suscita interesse per effetti che possiamo chiamare integrati.
L’Italia da qualche anno si misura con la potenza economica dell’Europa che le ha messo a disposizione 193 milioni di euro per investimenti green lungo tutta la filiera. Davanti a tanti soldi non si può restare inattivi e l’attenzione degli agricoltori si concentra sempre più sulle leggi che rendono concreti i finanziamenti. Si “ora è fondamentale far conoscere prima di tutto all’interno del mondo agricolo queste misure” dice Piero Gattoni presidente del CIB. In molte aziende agricole c’è stato un cambio generazionale che favorisce un nuovo approccio all’agricoltura. La sostenibilità come valore viene riconosciuta da milioni di addetti che in molti casi la coniugano in maniera diversa. Evidentemente bisogna discutere di più. L’attività agricola produce energia che non va sprecata, soprattutto in una fase di transizione. Il biogas e il biometano come risorse dirette sono essenziali alle aziende agricole. Sono stati fatti passi significativi sull’uso e sulla diffusione delle nuove energie, ma le regole non sono tutte definitive. La conclusione della road map per il biometano
in Veneto ha riconosciuto l’impegno degli agricoltori, ma il contesto è nazionale. Lì è in corso la gara per un’agricoltura moderna che combatte speculazione e trucchi ma che aiuti tutti a nutrirsi e vivere meglio.
Il fattore tempo gioca un ruolo strategico visto che ci avviciniamo a grandi passi al 2026, data di chiusura della finestra offerta dal PNRR” aggiunge Gattoni. L’ Ue ha fissato in 35 miliardi di mc di biometano l’obiettivo da raggiungere entro il 2030. Ci poniamo, allora, la domanda : come un comparto essenziale dell’economia italiana si prepara a questo traguardo dovendo riunire in una sola strategia traduzione, innovazione e uso di soldi pubblici. La risposta è: condivisione.
di Nunzio Ingiusto