Se dovessimo scegliere tre parole per descrivere cosa ricerca il mondo del lavoro oggi in una persona, quali sceglieremmo?
L’incontro del TEDx Salon, dal titolo “Prospettive”, che si è svolto lo scorso martedì nella suggestiva cornice del Planetario di Padova, ha fornito una risposta a questa domanda. Competenza, flessibilità e apprendimento continuo sono i termini emersi nell’incontro organizzato da Edonella Bresci e dal team TedxPadova. Cinque speaker hanno condiviso la propria esperienza e la loro visione in ambito lavorativo in una tavola rotonda moderata da Francesca Ponzecchi, publisher di Good Job.
Le storie di chi è intervenuto sono differenti, ma hanno tutte un filo rosso che le unisce: continuo desiderio di evoluzione, sete di conoscenza e un occhio di riguardo all’innovazione nei propri settori. È così dunque che inizia l’incontro con Marcella Conte, Nicolò Marchetto, Claudia Marcolin, Elisa Molinarolo e Francesco Solonia.
Marcella Conte è Head of Sales & Customer Success di Serenis, una piattaforma digitale italiana che offre servizi di psicoterapia online. Marcella ha cominciato a lavorare nel welfare aziendale nel 2011, quando questo termine ancora non esisteva. Dalla sua carriera ha ottenuto due grandi insegnamenti. Il primo è che, con la giusta visione di fare accadere le cose, anche una piccola azienda può fare la differenza nel suo mercato di riferimento. Il secondo è che le relazioni umane hanno contribuito a tenere alta la sua motivazione e il suo coinvolgimento. Questi due elementi le hanno permesso di arrivare in Serenis.
C’è poi Nicolò Marchetto Co-Founder di Pietro, una realtà che ha la mission di riaccogliere in Italia talenti che si sono trasferiti all’estero per necessità lavorative. Nicolò è nato e cresciuto a Padova, ma di base ora vive ad Amsterdam da sette anni, dopo un po’ di viaggi per l’Europa. Nella sua esperienza all’estero, ha vissuto a Glasgow per seguire un master universitario, per poi spostarsi a Colonia in Germania, lavorando alla produzione di software. Dopo una pausa di un anno a Düsseldorf, si trasferisce in Olanda dove ha la fortuna di entrare in un’azienda unicorno fino a novembre 2024 quando decide di licenziarsi dalla società per fondare Pietro.
Un’ altra testimonianza è quella di Claudia Marcolin, direttore generale del Teatro Stabile del Veneto. Claudia dopo una laurea in giurisprudenza, va a Barcellona per lavorare in una società di cooperazione internazionale. Dopo aver scoperto che non può crescere professionalmente, passa alle infrastrutture e trasporti. Finita questa esperienza, lavora al Parlamento Europeo nella Commissione Trasporti e Turismo. Tornata in Italia lavora nel contesto di Marghera per poi trasferirsi nel settore privato a contatto con ottocento ingegneri. Passati tre anni, arriva l’opportunità nell’ambito del teatro e della cultura. Decide di prendere l’incarico forte anche del fatto di aver conseguito un diploma in pianoforte. Con fierezza dichiara che è ancora aperta a nuove esperienze ma è pronta a dedicarsi con passione e dedizione per il Teatro stabile. La sua fortuna, come dice lei, è che nei mestieri svolti ha sempre trovato delle persone che hanno creduto nelle sue abilità e l’hanno cresciuta con l’intenzione di insegnarle delle competenze. La sua capacità di apprendere è indubbiamente la qualità che le ha permesso di crescere di più professionalmente.
Un altro background è quello di Elisa Molinarolo, di Soave. La sua è la storia di una bambina di tre anni che segue le orme della sorella e decide di fare ginnastica artistica. Da quando fa i primi passi nel mondo dello sport decide che il suo sogno è di andare alle Olimpiadi. Questo desiderio la porta a Padova all’età di soli dodici anni. Nel 2008 un infortunio alla spalla la tiene distante dagli allenamenti per un anno in cui il suo corpo cambia notevolmente. Di rientro dallo stop non è più la stessa. La svolta per lei è la visione di uno spot di Yelena Isinbayeva, atleta russa detentrice del record di salto con l’asta, che su una lavagna si disegna come una ginnasta troppo alta e che dunque sceglie di cambiare disciplina per non smettere di praticare sport ad alti livelli. Claudia prende coraggio e decide di passare all’asta. Questa scelta, dopo anni di allenamento, la porta prima a partecipare all’Olimpiade di Tokyo come atleta lavoratrice, poi a scrivere la storia a Parigi diventando la prima italiana (insieme a Roberta Bruni) a qualificarsi per una finale olimpica, raggiungendo il sesto posto.
Infine, c’è Francesco Salonia CEO di Laborability, media e tech company, che ha l’obiettivo di rendere accessibile a tutte le persone dell’universo professionale. Francesco da ragazzo coltiva il sogno di lavorare in un dipartimento delle Nazioni Unite nel Sud – Est asiatico. Una volta ottenuto l’incarico scopre di odiare profondamente la burocrazia del suo mestiere al punto da farlo disinnamorare di quel mondo per cui aveva studiato. Decide dunque di cambiare completamente settore e comincia la sua nuova occupazione nel tech incontrando grandi mentori che gli permettono di acquisire quel pelo sullo stomaco che prima non possedeva. La sua esperienza lo conduce a cercare di essere per gli altri la persona che i professionisti che ha incontrato in passato sono stati per lui. Oggi si spende per rendere comprensibile il mondo del lavoro e far beneficiare ai dipendenti di quella parte di welfare pubblico che soffre di mancato utilizzo.
Tutte le storie degli intervenuti sono racconti di adattamento a contesti di professioni diverse di persone che hanno spiegato lungo il talk quali sono le sfide che aspettano il contesto occupazionale. Tra gli argomenti più significativi emersi, c’è il sempre più richiesto equilibrio tra vita e lavoro dove i giovani non sono più alla ricerca di un posto fisso ma un luogo in cui crescere professionalmente. In più, da parte delle nuove leve c’è continua domanda di formazione, i talenti richiedono un percorso di crescita professionale che li possa mettere alla prova e far raggiungere importanti traguardi senza tralasciare l’aspetto della sostenibilità. Infine, un problema cruciale è il fatto che il 95% delle aziende italiane hanno 9 persone all’interno della propria realtà e spesso queste società sono formate da imprenditori italiani che spesso faticano a innovare. Dunque, è importante offrire l’ingresso di soggetti in grado di farsi portavoce di rinnovamento.
L’ attitudine al confrontarsi con professionisti più in gamba di noi, la contaminazione tra persone con formazioni differenti, l’ambizione a perseguire i propri obiettivi professionali – reinventandoli se necessario – in un contesto che è sempre più fluido, sono gli elementi chiave per districarsi nel mercato lavorativo, sta a noi cogliere la sfida. Quella sfida che Marcella, Nicolò, Claudia, Elisa e Francesco hanno accettato diventando più preparati, versatili e affamati di conoscenza.
di Marco Camporese
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