Dal 2001 al 2023, il Mezzogiorno ha perduto 730 mila residenti. Secondo le stime più accreditate nel 2080 avrà perso 8 milioni di abitanti contro i 5,2 milioni del Centro-Nord.
Tutto concentrato nelle classi di età più giovanili. Siamo all’esodo più massiccio da quando gli uomini abitano lo Stivale. Ci sono azioni da mettere in campo, solidali ed efficaci senza scadere nella retorica e nella consumata trama di una politica più attenta al Sud? Quando? Dove? Declinata in quali forme? Per fortuna non tutti i giovani meridionali sono parcheggiati ad aspettare nuove forme di assistenza pubblica.
Ci sono schiere di persone impegnate ma contemporaneamente demoralizzate. Hanno bisogno di sentire vicino comunità interessate a sostenerli con equilibrio e rispetto. Quello stesso equilibrio che va riservato all’ambiente, all’economia dei territori, alla ricchezza umana, alle tradizioni. A queste migliaia di persone qualcuno dedica, a tavolino, piani di lavoro e futuro responsabile.
Se è bravo, poi cala tutto sui territori. Allora, nel Sud dei travagli della Patria, si cerchi di fermare, prima di tutto, l’emorragia familiare e di discendenza. Idee utili per tornare a vivere al Sud. Non è una novità, ma vale la pena riprenderla. E solleva, a questo proposito, la notizia che la “ Fondazione Con il Sud ” ha lanciato un bando pubblico dal titolo aggregante “Riabitare il Sud”.
Si rivolge a piccoli Comuni e organizzazioni di Terzo Settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia e dispone di 8 milioni di euro. Vuole sostenere almeno 4 territori per interventi di sviluppo locale, sostenibili e invitanti per rimettere in piedi qualcosa che si è rotto.
Ogni progetto dovrà fare riferimento ad un’area di almeno tre Comuni confinanti con una popolazione non superiore a 20mila abitanti e in cui ci sia un SAI, il sistema di accoglienza e integrazione. Letta cosi la notizia seduce sia chi ricorda il Sud dei contadini poveri sia chi è occupato nell’Academy Apple di Napoli. La prospettiva si fa interessante a condizione che il soggetto che gestisce il bando e i soldi mostri la capacità di non deviare da obiettivi funzionali a un’economia diffusa e sostenibile.
Sono state annunciate due fasi del bando a partire da una manifestazione di interesse da presentare entro il prossimo 16 luglio con indicazione di progetti specifici. Tra i problemi più evidenti della desertificazione del Sud c’è evidentemente la sistematica regressione demografica. Un fenomeno di peso che non trascura il Nord ma che al Sud ha effetti dirompenti sull’intera società meridionali.
Perchè andare in cerca del pleonastico “quid ” quando nel 2023 il Sud ha registrato una crescita del PIL dell’1,5%, superando il Nord-Ovest fermo allo 0,7% ? Ma il PIL procapite nel Nord-Ovest è di 40.900 euro contro i 21.700 del Mezzogiorno e il futuro solidale, fraterno e cool è tutto da mettere a terra.
I progetti che la Fondazione Con il Sud dovrà sostenere per inaugurare una stagione nuova, dovranno essere tangibili sotto l’aspetto della rigenerazione demografica, che vuol dire rigenerazione urbana, forse molecolare, perché di grandi città non ce ne sono. I principi del nascere, restare, tornare, accogliere in una specie di cerchio esistenziale da reggere, senza sprechi dovranno essere all’altezza della modernità.
Ci sono sacche di arretratezza che possono essere sconfitte solo strutturando servizi, inclusione sociale, reddito reale, ambiente protetto. “ Non possiamo rimanere impassibili di fronte alla deriva demografica, né possiamo accettarla come un destino già segnato senza rimboccarci le maniche ”, dice Stefano Consiglio, Presidente della Fondazione Con il Sud.
Lo spopolamento del Mezzogiorno è cresciuto perché la domanda di dignità sociale è rimasta inascoltata per venti anni. L’illusione che i modelli culturali aggressivi e ipertecnologici potessero affermarsi lontano dalle aree di Napoli, Bari, Palermo, senza trasmettere nulla alle nuove generazioni, è fallita.
Come le dannose propagazioni politiche che hanno fatto la fortuna di taluni raggruppamenti , diventate oggi i punti di partenza di un risveglio da tracciare. “Crediamo che, attraverso la collaborazione con attori pubblici e privati e con le comunità, si possano mettere in campo strategie, prototipi di intervento e approcci trasversali capaci di cambiare le cose” aggiunge Consiglio. In molta parte del Sud la parola fiducia ha perso smalto. Un bando con tanti soldi apre il cuore.
Tuttavia, se coloro che non hanno preparato ancora la valigia si mettono al tavolino di fronte a quello di chi ha soldi e potere, raffigurando economia circolare, quartieri innovativi, tecnologie a basso impatto, mobilità leggera, solidarietà strutturata, il Sud avrà trovato l’antidoto all’esodo.
Di Nunzio Ingiusto