Rapporto ASviS 2022: aiuto allo sviluppo insufficiente e scarsa co-programmazione. Va riconvertito il debito dei Paesi fragili verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e adottato il Piano per la coerenza delle politiche.
Una panoramica sul Goal 17: a che punto siamo
Di fronte alla guerra in Ucraina e alla relativa dimostrazione di debolezza dell’Onu, il Rapporto ASviS 2022, analizzando il Goal 17 dell’Agenda 2030 “Partnership per gli Obiettivi”, sottolinea ancora una volta l’importanza del multilateralismo, ribadendo la necessità per il nostro Paese di partecipare attivamente e contribuire a dare slancio alle istituzioni multilaterali globali. Tale ruolo può essere realizzato sia attraverso l’impegno verso una sempre maggiore integrazione europea, sia stabilendo un’ampia cooperazione con i Paesi del Mediterraneo e dell’Africa, sulla base di partenariati paritari e su politiche coerenti di aiuto.
Sebbene per il 2021 i dati riportati dall’Ocse sui fondi spesi dall’Italia per l’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) segnalino un aumento dallo 0,22% allo 0,28%, si è ancora molto lontani dall’obiettivo internazionale di stanziare, entro il 2030, lo 0,70% del Reddito nazionale lordo (Rnl) previsto dall’Agenda globale. Inoltre, l’aumento rischia di essere contingente e non strutturale perché è dovuto a fattori unici e specifici, come una consistente operazione contabile della cancellazione del debito per la Somalia e le donazioni di vaccini non utilizzati in Italia, oltre che per il fatto che il 9,4% delle risorse che il nostro Paese destina all’ accoglienza dei rifugiati, viene rendicontato come cooperazione. Oltretutto, la donazione dei vaccini per 33 milioni di dosi in alcuni casi è avvenuta a pochi mesi dalla scadenza, mettendo in difficoltà i Paesi beneficiari dai sistemi sanitari fragili, incapaci di realizzare campagne vaccinali diffuse; a questo si aggiunge che anche se l’Italia si impegna a sostenere un’architettura della salute globale coordinata dall’Oms, non sostiene la richiesta di sospensione dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini contro il Covid-19, avanzata da India e Sudafrica.
Secondo il documento, poi, iniziative come il Quadro Comune per il trattamento del debito e la Debt service suspension initiative, sostenute dall’Italia e adottate dal G20 per fornire una soluzione strutturale ai Paesi a basso reddito con livelli di indebitamento non sostenibili, rappresentano un importante passo avanti nel panorama internazionale del debito, tuttavia insufficiente.
Un sforzo significativo invece è quello fatto registrare dal Governo italiano, all’interno della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile, con l’avvio di un percorso per l’adozione di un Piano di coerenza delle politiche, ora nell’iter di approvazione istituzionale.
Nel Rapporto si sottolinea altresì che l’Italia deve investire nella co-programmazione e co-progettazione, superando l’approccio di pura consultazione degli attori della cooperazione internazionale e assicurando invece una “amministrazione condivisa”, ovvero una condivisione di poteri e responsabilità tra enti pubblici e Terzo settore nel programmare, progettare e agire congiuntamente per finalità di interesse generale, come previsto dall’art. 55 del Codice del Terzo Settore. Un cambiamento epocale, definito dalla sentenza 131 della Corte costituzionale “una vera e propria procedimentalizzazione dell’azione sussidiaria” delineata dall’art. 118 della Costituzione.
L’Europa e il Goal 17
Tra il 2010 e il 2020 l’indice composito europeo relativo al Goal 17 mostra una tendenza complessivamente negativa. L’Obiettivo 17 è tra quelli che fanno registrare le criticità maggiori: più di due terzi degli Stati europei peggiorano infatti il loro posizionamento. Il trend negativo è dovuto principalmente alla riduzione delle importazioni dai Paesi in via di sviluppo, che passano dal 5,4% al 3,6% del Pil tra il 2010 e il 2020, e alla diminuzione della quota di tasse ambientali (dal 6,2% al 5,6%). Nello stesso periodo, migliora la quota di Aiuto pubblico allo sviluppo, che va dallo 0,44% del Reddito nazionale lordo (Rnl) nel 2010 allo 0,5% nel 2020.
Ma nel 2020 si assiste a un’accentuazione della tendenza negativa, causata da un forte aumento del debito pubblico (12,9 punti percentuali) per via delle misure straordinarie per il supporto alla popolazione messe in campo dai governi nazionali e dal persistente peggioramento delle voci summenzionate (importazioni e tasse ambientali).
L’Italia, nel 2020, peggiora il proprio livello rispetto al 2010, con un’intensità maggiore rispetto alla media Ue, principalmente a causa dell’aumento del debito pubblico (155,6% contro 90,1% della media Ue nel 2020). Tra il 2019 e il 2020 solo la Bulgaria registra un andamento positivo, dovuto all’aumento dell’Aps e delle importazioni dai Paesi in via di sviluppo. Estonia, Portogallo, Grecia e Italia, invece, sono i Paesi che evidenziano le variazioni negative più rilevanti.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
L’Italia e il Goal 17
Come a livello europeo, così anche a livello italiano l’indice composito del Goal 17 evidenzia un andamento negativo tra il 2010 e il 2012 e una sostanziale stabilità tra il
2012 e il 2019. Nel 2020 si assiste a un forte peggioramento, causato dall’aumento del debito pubblico generato per far fronte alla crisi pandemica. Nel 2021 si ha un miglioramento, non sufficiente a compensare la variazione negativa del 2020. In particolare, rispetto al quadro pre-pandemico (2019) si misura ancora una situazione negativa relativamente alla quota di tasse ambientali (-0,6 punti percentuali tra il 2019 e il 2021) e al debito pubblico (+16,5 punti percentuali nell’ultimo biennio analizzato), mentre aumenta la quota di Aps – che raggiunge lo 0,3% del Pil – nel 2021, senza riuscire però a riportare l’Italia ai valori osservati nel 2017.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
Le proposte dell’ASviS su “Partnership per gli Obiettivi”
- Introdurre nella legislazione italiana, come richiesto anche dalla Campagna 070, una specifica norma che porti, con progressione annuale, gli stanziamenti per l’aiuto pubblico allo sviluppo allo 0,7% del Rnl entro il 2030, in ottemperanza agli impegni assunti internazionalmente.
- Promuovere, nelle pertinenti sedi internazionali multilaterali, un’urgente, robusta e audace iniziativa di ristrutturazione e riconversione del debito nei Paesi a basso reddito e adottare un nuovo meccanismo permanente per la ristrutturazione del debito sovrano, affinché i relativi pagamenti sia convertiti in investimenti in valuta locale finalizzati agli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
- Rendere operativo il Piano nazionale per la coerenza delle politiche al più presto e rafforzarlo affinché diventi davvero un quadro di riferimento per tutte le politiche e i piani settoriali.
- Riguardo al documento triennale di programmazione e indirizzo della cooperazione allo sviluppo dell’Italia, strutturare un processo stabile, rispettoso dei tempi e inclusivo di dialogo con le istituzioni e le organizzazioni della società civile dei Paesi partner.
- Favorire il trasferimento di conoscenze Nord-Sud, in particolare per lo sviluppo di vaccini contro crisi pandemiche, nella prospettiva di una governance multilaterale delle sfide globali che includa anche un trattato vincolante sul settore privato e i diritti umani.
Vai all’analisi completa del Goal 17 nel Rapporto ASviS
di Elita Viola