Legno da abitare, e legno da indossare: come un capo in pelle, un accessorio, un rivestimento pregiato che fornisce la confortevole estetica lignea, unendo ecosostenibilità e performabilità tecnica. 

Un materiale innovativo al mese, per allargare la prospettiva sul mondo e cercare soluzioni alternative e mirate, con le quali far coesistere essere umano e pianeta Terra in una relazione sana e simbiotica. Per il mese di marzo 2025, MaTech presenta il tessuto di legno, un materiale che utilizza schegge di alberi – giunti alla fine del loro ciclo vitale – per ottenere un composito morbido come la pelle animale, ma con una decisiva diminuzione dell’impatto etico e ambientale.

Il tessuto di legno è fabbricato da fogli di alberi pregiati – i cosiddetti piallacci – dello spessore di 0,6 mm, generalmente latifoglie. I piallacci vengono incollati a un supporto di cotone, o altre tele di tessuto-non-tessuto o microfibra (in base alle esigenze), con un adesivo a basso impatto ambientale. Infine, la parte legnosa viene micro-incisa da un laser, che disegna una griglia variabile tra i 1,7 mm e i 4 mm di larghezza. Ciò permette di spezzare la continuità della fibra, “snervandola”, ottenendo la flessibilità desiderata, aumentando il valore estetico del composito stesso. In base alla destinazione d’uso, si può inoltre rivestire con vernice poliuretaniche e tinte protettive.

Per le sue caratteristiche innovative, il tessuto di legno si apre alla produzione nel settore della pelletteria – tradizionale e non solo – e della moda in generale, sotto il neologismo di “pelle vegana” 100% cruelty free, con la creazione di borse, calzature e accessori vari. Ma è già in uso in altri settori: nel design di interni, come rivestimenti di mobilio e imbottiture eleganti e resistenti all’abrasione; nell’automotive, grazie alla sua peculiarità di “legno morbido” che consente di rivestire scocche interne; nell’industria della tappezzeria, che ne sfrutta gli isolamenti sonori e ignifughi. L’utilizzo del composito legno-tessuto consente di diminuire l’impatto di CO2 – la sua origine vegetale salva animali destinati alla produzione di pelli – e di generare upcycling nei confronti di legni nobili, coltivati in foreste sostenibili o altrimenti destinati a un ciclo di “fine vita”, come il frassino, il rovere, il faggio e il noce. Tutte queste caratteristiche collocano il tessuto di legno, come valore di mercato, in una fascia medio-alta, equiparandolo al pellame di qualità.

Un’innovazione, dunque, che passa dalla tecnica e ritorna alla natura. Dall’essere umano che ha abitato le foreste, in una antichità preistorica e precivilizzata, alle foreste che abitano lo spazio umano della moda, dell’edilizia, del gusto estetico. Il tessuto di legno è la dimostrazione che l’innovazione passa dalla conoscenza del materiale del passato, per le sue applicazioni future.

 

di Damiano Martin