Nicole Cavallo, 26 anni e direttrice creativa dal 2019 del marchio di abiti da spose Nicole Milano(ramo del gruppo spagnolo Pronovias), rifletteva su questo quando ha deciso di usare i social per comunicare in modo differente, e più vicino ai giovani, il mondo sposa. Per i suoi 226mila follower su Instagram crea contenuti video, i reel, in cui svela quello che qualsiasi sposa vorrebbe sapere prima del fatidico giorno. Ricopre, insomma, le veci della migliore amica della sposa, dispensando consigli preziosi sulla scelta dell’abito giusto. Con piglio deciso, ironia e grande passione.
“Da bambina ho vissuto tra gli abiti da sposa: mia mamma (Alessandra Rinaudo, chief artistic director del gruppo Pronovias, ndr) e mia nonna, sarta esperta, mi portavano sempre in atelier. Così ho assorbito ogni segreto di questo mon- do”, racconta Nicole. Dopo aver trascorso un anno a Vancouver, in Canada, decise di studiare Economia per arte, cultura e comunicazione alla Bocconi. “Questa scelta mi ha permesso di maturare un’ampia visione del business della moda sotto un profilo economico e finanziario e si è rivelata poi di aiuto anche per il lato più creativo della mia professione”.
La coach delle future spose
Nel 2019 è quindi diventata direttore creativo di Nicole Milano, dove ha portato nuove idee, mescolando la sartoria italiana con le ultime tendenze sposa al passo con i tempi. E questo, in parte, anche grazie ai social, dove è diventata in pochi anni una coach delle future spose, per la sua capacità di parlare senza filtri: “Racconto un sogno, un momento molto aspirazionale, per cui moltissime donne amano guardare i miei contenuti indipendentemente dal fatto che si debbano sposare o no. Oltre a questo, penso apprezzino il mio spalancare le porte di un mondo un po’ esclusivo, elitario forse, in modo più semplice e genuino, raccontando anche i possibili inconvenienti del giorno del sì”.
Certo, perché Nicole ha collezionato negli anni tantissimi aneddoti: da cerniere strappate all’ultimo minuto e animali inviperiti che hanno distrutto l’abito alla taglia rivelatasi sbagliata all’ultima prova dell’abito. Senza dimenticare le richieste singolari, quelle fatte in netto ritardo o deliberatamente pretenziose: “Una volta ci fu chiesto di realizzare un abito in due giorni perché una sposa sognava di sposarsi con un abito colorato, ma la famiglia non glielo permetteva. Allora il fidanzato ha deciso di comprarlo colorato all’ultimo minuto per farla felice”. In questi casi, a fare la differenza è l’empatiacon clienti che, nel mondo bridal, possono rivelarsi ancora più esigenti che in qualsiasi altro segmento moda.
“Il mondo degli abiti da sposa è unico: il servizio e l’esperienza fisica in atelier sono determinanti. La sposa viene in atelier aspettandosi di vivere qualcosa di indimenticabile. L’empatia tra la stylist (colei che si occupa di consigliare l’abito più adatto, ndr) e la sposa, e con chi l’accompagna, è fondamentale”. Durante i preparativi, la sposa resta in contatto con l’atelier per circa nove mesi, durante i quali si sviluppano molte dinamiche, sia psicologiche e familiari, sia dal punto di vista della fisicità. Anche per questo, la giornata di una direttrice creativa non è mai uguale alla precedente.
“Il mio lavoro segue la stagionalità degli eventi e delle collezioni. Alcune giornate possono essere molto intense davanti al computer, per rispondere alle mail e fare tante telefonate, mentre altre sono estremamente creative quando sono a stretto contatto con il prodotto. Ciò che le accumuna, però, è la creazione di contenuti sui miei canali social e il lavoro in team”.
Sostenibilità e digitalizzazione degli abiti da spose
C’è poi un altro aspetto che sta a cuore a Nicole ed è quello della sostenibilità. Un percorso virtuoso che l’azienda sta sviluppando da più di due anni, in varie forme. “Sicuramente, quella che finora trovo più efficace è stata l’idea di trovare nuove modalità di riutilizzo dell’abito, ad esempio con il progetto Second Life, un programma di moda circolare grazie al quale le spose possono portare in negozio gli abiti da sposa acquistati e farli modificare, dando loro una seconda vita”. Un tema, quello della moda consapevole, al quale i giovani non sono ancora del tutto pronti, però: “Sui social vedo che c’è ancora molta strada da fare. Il nostro compito, come azienda, è quindi proprio quello di educare il consumatore a scelte responsabili anche nel giorno più importante della sua vita”.
Se c’è poi una domanda davvero gettonata che in questi anni hanno fatto a Nicole è questa: ‘Come dovrà essere il tuo abito da sposa? Come lo immagini?’ E infatti, ha già la risposta pronta: “Mi vedo con un abito senza tempo, sicuramente accollato e con la manica lunga (questo non l’ho mai dichiarato prima!). Un mix tra innovazione, eleganza e raffinatezza. Me lo farei creare da mia mamma e lo farei vedere solo a lei”.
Oltre al merito di essere stata in Italia la prima influencer di abiti da sposa, Nicole ha contribuito alla digitalizzazione di un settore prima poco conosciuto, almeno dai giovanissimi. E in futuro? “Ho tantissimi progetti, quello più grande è quello di vedere crescere la mia realtà a livello internazionale e riuscire a portare nel settore proposte nuove, che leghino il mondo sposa e quello della moda in modo insolito, con progetti inaspettati”.