In termini economici, mancano ancora 360 miliardi di dollari di investimenti ogni anno per raggiungere la gender equality, spiega il report Progress on the Sustainable Development Goals: The gender snapshot 2023
Mancano meno di 7 anni al limite massimo fissato dalle Nazioni Unite per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, tra cui porre fine alla povertà estrema, combattere le disuguaglianze e le ingiustizie, contrastare il cambiamento climatico. Riguardo all’uguaglianza di genere, l’Onu avverte: “Il mondo sta deludendo donne e ragazze”. Lo dimostra il nuovo report Progress on the Sustainable Development Goals: The gender snapshot 2023, pubblicato giovedì 7 settembre, che fornisce un’analisi completa sui fattori di genere in tutti i 17 Sdg (Sustainable Development Goals) alla luce dell’ambizioso obiettivo di raggiungere una vera uguaglianza.
Superata la metà del decennio 2020/30, l’Onu traccia un quadro preoccupante: in termini economici mancano altri 360 miliardi di dollari di investimenti all’anno per raggiungere l’obiettivo numero 5, dedicato all’uguaglianza di genere. Secondo i dati raccolti da UN Women e UN DESA, rispettivamente l’agenzia delle Nazioni Unite per l’empowerment femminile e il Dipartimento per gli affari economici e sociali dell’Onu, nessun Paese o area dei circa 120 Stati analizzati (la cifra cambia a seconda dei dati a disposizione) è sul punto di sradicare la violenza da parte dei partner e solo 27 dispongono di sistemi completi per monitorare ed effettuare stanziamenti di bilancio per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne. Se le tendenze rimarranno invariate, oltre 340 milioni di donne e ragazze vivranno in povertà entro il 2030. Si tratta dell’8% della popolazione mondiale femminile.
Entro il 2050, nello scenario climatico peggiore, fino a 158 milioni di donne e ragazze a livello globale potrebbero essere spinte in povertà come conseguenza diretta del climate change. I progressi dovranno essere 26 volte più rapidi per raggiungere l’obiettivo No poverty entro il 2030. L‘insicurezza alimentare provocata dai cambiamenti climatici, inoltre, potrebbe colpire ben 236 milioni di donne e ragazze in più rispetto a 131 milioni di uomini e ragazzi in più.
Quasi una su 4 soffrirà di insicurezza alimentare moderata o grave e, al ritmo di oggi, la prossima generazione di donne continuerà a dedicare 2,3 ore in più al giorno alle cure e ai lavori domestici non retribuiti rispetto agli uomini. Affrontare le lacune di genere nei sistemi agroalimentari, secondo il rapporto, potrebbe far aumentare il Pil globale di quasi 1.000 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda l’istruzione di qualità, a cui aspira l’obiettivo numero 4 dei 17 Sustainable Development Goals, ai ritmi di progresso di oggi si stima che 110 milioni di ragazze e giovani donne non andranno nemmeno a scuola nel 2030.
Il divario di genere tra lavoro e reddito resta molto elevato: a fronte di ogni dollaro guadagnato dagli uomini in termini di reddito da lavoro a livello globale, le donne ottengono solo 51 centesimi. Tra le donne in età lavorativa, solo il 61,4% risulta tra la forza lavoro, rispetto al 90% della controparte maschile. A livello globale le donne occupano solo il 26,7% di seggi in parlamento, il 35,5% dei seggi nei Governi locali e solo il 28,2% delle posizioni dirigenziali sul posto di lavoro. A questo ritmo, la percentuale delle lavoratrici in posizioni manageriali rimarrà al di sotto della parità anche entro il 2050: la quota raggiungerà solo il 30% entro 27 anni. E in 28 dei 116 Paesi che dispongono di dati, meno della metà delle donne anziane ha una pensione, tra cui 12 in cui la copertura è inferiore al 10%.
Poi, la violenza fisica: 245 milioni di donne di età pari o superiore a 15 anni la subiscono da parte dei loro partner ogni anno. Il matrimonio precoce: 1 donna su 5 si sposa prima di compiere 18 anni. I conflitti: nel 2022, il numero di donne e ragazze che vivono in contesti colpiti da guerre e scontri ha raggiunto i 614 milioni: si tratta del 50% in più rispetto al numero del 2017.
«L’uguaglianza di genere non è solo un obiettivo dell’Agenda 2030, ma il fondamento stesso di una società giusta e un obiettivo su cui devono poggiare tutti gli altri obiettivi – ha dichiarato Maria-Francesca Spatolisano, che dirige il coordinamento delle politiche presso il Desa – Abbattendo le barriere che hanno ostacolato la piena partecipazione delle donne e delle ragazze in ogni aspetto della società, liberiamo il potenziale non sfruttato che può guidare il progresso e la prosperità per tutti»
di Chiara Manetti
Fonte: https://www.lasvolta.it/9441/onu-entro-il-2030-non-arriveremo-alla-parita-di-genere