“Penso che una volta la leadership significasse imporsi; oggi è possedere le qualità necessarie per meritare la stima degli altri”. Voglio iniziare da questa frase di Indira Gandhi l’analisi di cosa rappresenta la leadership nel mondo del business, oggi. L’era del padrone che ordinava e dei dipendenti che ubbidivano tremando è finita. Oggi per migliorare gli ecosistemi produttivi in cui viviamo è necessario rimodellare la leadership capendo che le nuove generazioni hanno un approccio al lavoro completamente diverso, finalizzato all’evolvere personalmente in azienda: lo possono fare solo se trovano leader illuminati (e preparati) di fronte.
Le aziende sono consapevoli di quanto importante sia cambiare i propri modelli di leadership. Ne abbiamo avuto un assaggio da una nostra recente survey, condotta tra imprese padovane e veneziane, di cui circa la metà (53%) con meno di 50 dipendenti, quasi il 40% di medie dimensioni e l’8% con più di 250 collaboratori. Abbiamo chiesto alle aziende di individuare il livello di priorità con cui l’organizzazione intende mobilitare il proprio capitale cognitivo. Più della metà del panel (53%) ritiene che investire nella formazione del proprio personale abbia una priorità medio alta o alta (20% dei casi), in particolare per quanto riguarda il personale con ruoli di responsabilità (priorità massima per un’impresa su quattro), seguiti dal personale operativo (21%). Da quest’anno si registra anche la “direzione generale” e la “proprietà dell’impresa” come un target rilevante per l’implementazione delle strategie formative. Nel 19% dei casi sono proprio queste figure imprenditoriali a cui si pensa per progetti di formazione.
Un cambio di paradigma, questo, davvero interessante: se fino a qualche anno fa l’imprenditore era convinto di essere la fonte unica e primaria di conoscenza in azienda, adesso capisce che deve agire anche su sé stesso per poi esercitare al meglio una leadership autorevole. Penso al modello di Elon Musk. Lui è leader è orientato all’azione, che basa tutte le proprie decisioni su una profonda conoscenza tecnica dei prodotti che vuole lanciare. Ad esempio, lo stile di gestione di Tesla è incentrato sul raggiungimento degli obiettivi concreti aziendali. Il lavoro, dunque, è basato su conoscenze concrete, una leadership sui contenuti e non solo sulla generica capacità di “esser gentili” col sottoposto “per farlo lavorare di più”.
D’altro canto, serve saper esercitare molti differenti modelli di leadership. Silent Generation, Baby Boomer, Gen X, Millennial e Gen Z: oggi si ritrovano a convivere nell’ambiente lavorativo quattro, a volte cinque generazioni diverse, con annesse problematiche che fino a qualche tempo fa non esistevano. Tra i vari lavoratori, le esigenze sono diverse anche dal punto di vista del welfare e in generale nel modo di intendere il lavoro. Qualche anno fa l’offerta migliore sarebbe stato il contratto a tempo indeterminato. Adesso i giovani chiedono programmi di crescita e alto coinvolgimento in azienda, e servono leader in grado di polarizzare la loro attenzione.
Anche per questo, abbiamo partecipato qualche tempo fa al progetto “New Strategies for a New Era – blended”, master per formare i migliori manager del Nord Italia assieme a Assindustria Veneto Centro, Politecnico di Milano e La Salle Academy. Un percorso rivolto alla seconda generazione di imprenditori veneti, che in questa fase storica stanno progressivamente prendendo le redini delle aziende. Per condurle ad una nuova fase di vita, servono strumenti nuovi, competenze multiple su innovazione a digitalizzazione, ma anche sulla gestione d’impresa. Lo scopo di questo master era di trasformare imprenditori locali in manager internazionali. Di questo parliamo: saper gestire risorse umane, marketing, gestione interna e strategia, economia d’impresa, digitalizzazione, sostenibilità, innovazione 4.0, smart working per portare le aziende ad un reale miglioramento.
Noi di Fòrema siamo certi: solo attraverso un importante set di competenze i manager saranno in grado di portare nelle aziende stili di lavoro imprenditoriali internazionali e all’avanguardia. Per questo, un buon leader deve avere anche la capacità di conoscere le lacune che ha. E formarsi per poter essere un leader migliore domani. Lo direbbe anche Indira Gandhi.
di Enrico Del Sole
Presidente Fòrema