Arriverà dalle campagne, entro tre anni al massimo, l’aumento di potenza elettrica da fotovoltaico in Italia. Il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha dato via libera al decreto per nuovi impianti agrivoltaici. Nell’arco di 32 mesi si potranno installare 1,04 Gigawatt secondo anche quanto previsto dal PNRR. Un’opportunità da cogliere senza ambiguità. Le valutazioni che il governo sta facendo sulle eventuali modifiche al PNRR, non sembrano interessare un settore fondamentale della nostra transizione energetica. Parliamo di 1 miliardo e 100 milioni di euro da spendere entro il 2026. Progetti ce ne sono e da quel che si sa sono tutti ad un buon livello di esecutività. Il governo si farà carico anche di concedere contributi in conto capitale al 40% per favorire la crescita dei pannelli. Su questo punto Confagricoltura, pur esprimendo soddisfazione per la decisione del Ministro, chiede la definizione della disciplina sulle aree idonee per le fonti rinnovabili. Arriverà. In Italia ci sono migliaia di ettari di terreno abbandonati sulle quali le installazioni potranno funzionare in maniera adeguata. Il provvedimento, chiamato FER 2, è in elaborazione da tempo e ci aspettiamo che metterà la parola fine a interpretazioni locali e ricorsi. Intanto, lo Stato integrerà gli investimenti agrivoltaici con una tariffa agevolata in rapporto all’energia prodotta e immessa in rete.
Un punto meno aleatorio, a mio avviso, è che l‘autonomia energetica del Paese, dopo gli sfracelli provocati dalla guerra in Ucraina con le forniture di gas, troverà nella vocazione agricola dei territori una buona soluzione. Nessun contrasto alla tradizione agraria si vede all’orizzonte, ma soltanto l’abile sfruttamento di pezzi di terra incolti. “La sfida è far coesistere nei campi l’eccellenza agricola con soluzioni nuove per generare energia pulita” ha detto Pichetto Fratin. Le imprese agricole potranno realizzare impianti di potenza fino ad 1 Megawatt facendo coesistere, appunto, su un unico territorio agricoltura e produzione energetica. La strategia di lungo termine con la tappa intermedia al 2030 dovrebbe vedere l’Italia risalire la classifica della potenza elettrica rinnovabile installata. E’ già un buon segnale che la Russia sta per essere superata dall’Algeria nelle forniture di gas, ma le rinnovabili restano il faro.
Anche gli agricoltori,dicevamo, sono soddisfatti per il provvedimento che aspetta ora il parere della Commissione Europea.“Si tratta di un provvedimento molto atteso dal settore” commenta Alessandro Bettoni, Presidente della Federazione nazionale di Prodotto Bioeconomia di Confagricoltura. Rispetto ai progetti preparati si tratta di modelli innovativi di controllo e di produzione a 360 gradi. Una difficoltà, tuttavia, potrebbe essere che molte aziende agricole si trovano in aree soggette a vincoli ambientali o urbanistici. Tali restrizioni possono fermare l’installazione degli impianti e non utilizzare le terre abbandonate. Lo zampino minaccioso della burocrazia, insomma. Il caso non sfugge agli agricoltori. Ed è ancora Alessandro Bettoni a dire che si tratta di un tema “su cui occorre fare una riflessione profonda se vogliamo che il settore agricolo raggiunga la propria indipendenza energetica”. Si capisce che soltanto il governo o la Commissione Ue che esaminerà il decreto, possono sciogliere il dubbio. Sicuramente è meglio partire senza.
di Nunzio Ingiusto