Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale: «Ecco come fare delle risorse disponibili una leva di sviluppo per il Paese»
Oltre cento top manager delle principali aziende pubbliche e private italiane che mettono a disposizione del Governo conoscenze, competenze, tempo e risorse per centrare appieno gli obiettivi fissati dal Pnrr e contribuire a cogliere i traguardi di Agenda2030.
È l’obiettivo del think tank costituitosi all’interno della Fondazione per la Sostenibilità Digitale che, dopo un percorso di incontro e confronto culminato con gli Stati Generali che hanno riunito alcuni dei maggiori attori dell’innovazione, ha portato alla realizzazione del «Digital Sustainability Paper, come le istituzioni possono vincere la sfida della sostenibilità con il digitale».
Un articolato documento programmatico che intende fungere da supporto alle istituzioni per il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale e di sviluppo tecnologico.
«Il nostro Paese dispone di competenze di assoluto rilievo all’interno di aziende pubbliche e private che hanno messo a disposizione le loro esperienze consolidate affinché vengano utilizzate al meglio le risorse economiche del Pnrr – spiega Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale –. Abbiamo sviluppato un manifesto programmatico che identifica capitoli e priorità da portare avanti affinché la sostenibilità digitale possa diventare una leva di sviluppo per il Paese».
Il manifesto programmatico: sei aree di intervento
Dalla ricerca scientifica al supporto per le imprese, passando per la banda larga e lo smart working. Sono tanti i nodi presi in considerazione e ben sei le direttrici del Pnrr su cui si concentra il Digital Sustainability Paper.
In primo luogo, attenzione all’ecosistema pubblico integrato, per cui è prevista una spesa di 556 milioni di euro dal Pnrr e per cui sono identificate alcune azioni prioritarie, tra cui l’istituzione del Testo Unico della Sostenibilità Digitale e l’implementazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) per garantire l’interoperabilità di dati tra pubbliche amministrazioni.
Sul versante della ricerca scientifica, attesi invece 1,6 miliardi di euro che potrebbero essere destinati alla promozione di studi multidisciplinari, scambi internazionali e trasferimento dei risultati in tema di sostenibilità digitale. Spazio poi alla formazione, attraverso sodalizi e partnership tra Governo, da un lato, e Fondazioni e Casse di Risparmio, dall’altro, che disporrebbero di investimenti per circa 350 milioni di euro nell’ambito del Fondo per la Repubblica Digitale.
Impellenti per lo sviluppo digitale e delineati all’interno del manifesto anche le azioni volte al potenziamento di infrastrutture e reti di accesso sostenibili: programmati nel Pnrr in particolare 6,7 miliardi di euro per la Banda Ultra Larga e 345 milioni di euro per il Piano Italia 5G nelle aree a fallimento di mercato.
Tra i settori di intervento prioritari esaminati dagli Stati Generali, particolare riguardo è stato riservato alla promozione di una cittadinanza digitale consapevole e a una maggiore partecipazione: i 350 milioni di euro del Pnrr messi sul tavolo, anch’essi identificati nel Fondo per la Repubblica Digitale, potrebbero essere indirizzati a iniziative di comunicazione diffuse, culturali ed educative nonché alla promozione di politiche di open data ed open government. Infine, indispensabile per una strategia a lungo termine azioni relative alla misurazione delle performance, alla definizione di metriche condivise, alla valutazione dei risultati e alla certificazione dei processi relativi allo sviluppo sostenibile.
I firmatari del Digital Sustainability Paper
Competenze e messa a terra per «aiutare il Paese a costruire un percorso di sviluppo». È un’ottica di restituzione quella che ha spinto dirigenti, amministratori ed esperti a sottoscrivere il Digital Sustainability Paper.
di Cristina Gennari