In Emilia-Romagna sono 468 le scuole che hanno aderito a ‘readER’, la biblioteca digitale che consente a studenti, docenti, personale scolastico di accedere liberamente, 24 ore su 24, per sette giorni su sette, complessivamente a 70 mila libri(ebook) e 7 mila giornali, quotidiani e periodici di tutto il mondo oltre a 2 milioni di Open Educational Resources (OER), cioè materiali audio, immagini, video per l’insegnamento, l’apprendimento e la ricerca rilasciati in pubblico dominio o con licenza aperta.
Un progetto unico nel Paese – finanziato dalla Regione e attivato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna – per le scuole primarie e secondarie di I e II grado, statali e paritarie
I primi mesi dall’avvio del progetto (novembre 2021) hanno fatto registrare numeri importanti: oltre 171mila utenti singoli registrati dalle scuole hanno effettuato nella piattaforma quasi 29mila transazioni, di cui quasi 8mila prestiti di ebook. L’impatto sui numeri precedentemente registrati dal servizio di biblioteca digitale è esponenziale.
“E’ in atto una rivoluzione, che mette al centro del sistema il lettore– afferma l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori– i giovani in particolare, che ben sapranno come profittare delle biblioteche digitali, di accesso più veloce, con una disponibilità di testi enormemente più larga. E’ come se il lettore avesse sulla propria scrivania, contemporaneamente, tutte le fonti, e potesse usarle contemporaneamente”
Le scuole che hanno già aderito al progetto sono presenti in tutte le province dell’Emilia-Romagna e vanno dal primo ciclo (312 istituzioni scolastiche) alle superiori (156 istituti).
“La lettura apre mondi, aiuta a sostenere gli apprendimenti e le relazioni fra studenti e costituisce un processo di insegnamento per i nostri ragazzi così provati dalla pandemia, aiutandoli a superare le distanze esperenziali e culturali– commenta il vicedirettore generale dell’USR, Bruno Di Palma-. Ringraziamo la Regione per questa opportunità e sosteniamo il progetto con un forte sostegno formativo per i docenti”.
Sulla piattaforma regionale, il parere dello scrittore Marco Missiroli: “Leggere è tutto e readER ti permette di farlo ovunque”
Attraverso readER inoltre viene esteso alle scuole il servizio fornito dalla rete bibliotecaria regionale, con un profilo personalizzato. Il progetto è attuato dal Servizio Patrimonio Culturale con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, attraverso un apposito gruppo di lavoro interistituzionale.
L’obiettivo non è solo quello di fornire l’accesso alla biblioteca digitale scolastica a studenti, insegnanti e personale, ma è anche quello di favorire una sempre maggiore integrazione tra biblioteche scolastiche e organizzazione bibliotecaria regionale, tra biblioteche pubbliche e sistema educativo, di favorire la lettura e integrare la didattica con nuovi materiali
“Le biblioteche di pubblica lettura– prosegue l’assessore Felicori- liberate dai lavori meno qualificati, potranno sviluppare le funzioni di accompagnamento e consulenza agli utenti, incluso l’addestramento al miglior uso delle risorse digitale”.
Una accelerazione alla lettura su strumenti digitali che si era già registrata prima della pandemia, quando si è notevolmente accentuata.
In Emilia-Romagna, infatti, il dato generale è quello di un incremento dei servizi forniti dalle biblioteche digitali, pubbliche e private, di oltre il 100% nel 2020 rispetto al 2019, confermato nel 2021 con un +90% rispetto sempre al 2019. Le consultazionidi tutti i media sono passate da 2.561.330 nel 2019 a 5.248.992 nel 2021 (+105%); i prestiti di ebook da 192.055 a 318.406 nello stesso periodo (+65,79%), mentre il totale degli utenti è passato da 31.891 a 51.334 (+61%).
Le potenzialità offerte dal digitale aprono anche la lettura a un pubblico sempre più vasto, accanto ai canali tradizionali
“ReadER è un atto contro la disuguaglianza culturale– conclude l’assessore regionale- in un Paese come il nostro, dove gli indici della lettura sono ancora bassi. A me piace anche pensare che sarà uno strumento per i ragazzi e le famiglie dei cittadini immigrati, che potranno mantenere contatti con le culture di origine”.