E’ uscito Noi, gente di montagna. Pionieri e campioni, capolavori e fallimenti: l’alpinismo fra storia e futuro, il nuovo libro di Reinhold Messner.
Alpinista ed esploratore, classe 1944, è noto per essere stato il primo alpinista al mondo ad aver scalato tutte le quattordici cime del pianeta che superano gli 8.000 metri sul livello del mare, spesso da versanti o in condizioni di eccezionale difficoltà (una di queste ha ispirato il film Nanga Parbat). Tra le sue diverse imprese si ricordano: la traversata a piedi dell’Antartide, passando per il Polo Sud senza mezzi meccanici o animali (1990) e quella, sempre a piedi, del deserto di Gobi (2004).
Autori di diversi libri sull’alpinismo, quest’ultimo scritto con Sandro Filippini, è una vera e propria dichiarazione d’amore alla montagna.
Ospite di Daniele Bossari nel programma di Radio Deejay “Il Boss del Weekend”, Reinhold Messner ha parlato del libro, della montagna e del rispetto per l’ambiente.
“Per me l’alpinismo tradizionale è cultura non uno sport, è un atteggiamento, è rispetto verso la montagna, perché ci misuriamo con la natura selvaggia. Oggi si può acquistare un viaggio sull’Everest, per arrivare in cima alla montagna attraverso una pista preparata, ma questo è turismo non alpinismo. Io mi batto perché l’alpinismo vero non muoia” ha detto in diretta Messner.
Come si capisce qual è il limite da non superare? Ha chiesto Bossari nell’aintevista.
“Prima di tutto bisogna seguire la regola tibetana che dice ‘sempre con passo lento’. In migliaia di salite ho imparato ad avvicinarmi gradualmente al mio limite e ho avuto anche molta fortuna” ha risposto l’alpinista. Infine Reinhold Messner ha ricordato il suo amore per la montagna e il rispetto per le sue leggi.
“Le montagne vanno lasciate come sono, la montagna è lentezza e silenzio. Si percepisce l’infinito“.
Reinhold Messner, l’intervista di Daniele Bossari
Scalare è molto più che uno sport: è una filosofia. E la montagna non è mai «assassina»: è, e basta. Possono essere solamente gli uomini a commettere errori. (Reinhold Messner)
“Noi, gente di montagna. Pionieri e campioni, capolavori e fallimenti: l’alpinismo fra storia e futuro”: è il nuovo libro di Reinhold Messner. La sinossi
Reinhold Messner, oltre che grande scalatore, è anche un attento e impegnato comunicatore del mondo dell’alpinismo, consapevole che la grande sfida, oggi, più che nelle altezze e nei record, sta nel rispetto della montagna e nello spirito con cui la si vive. Nella grande impresa, l’anima di un luogo e il confronto sincero, autentico con se stessi contano di più della bandierina su una vetta. Nella rubrica che tiene periodicamente su «La Gazzetta dello Sport», Messner ha raccontato i protagonisti e gioito dei traguardi dell’alpinismo contemporaneo. Ma, allo stesso tempo, ha raccontato a tutto tondo il mondo della montagna, apprezzando i comportamenti esemplari e condannando la retorica eroica e la commercializzazione della «grande impresa». Perché alcune derive, come per esempio la corsa all’Everest, rischiano di snaturare l’ispirazione con cui gli alpinisti della sua generazione hanno affrontato il corpo a corpo con la vetta, influenzati da grandi maestri come Walter Bonatti e Riccardo Cassin, «così eccezionali da sopravvivere alla loro stessa grandezza». Le parole di Messner portano il segno dell’attualità da cui scaturiscono, ma mostrano un’intenzione e una coerenza capaci di andare oltre il tempo. E seguendo questo filo nasce una storia dell’alpinismo in cui biografia, passioni, convinzioni si intrecciano in un racconto che è soprattutto una dichiarazione d’amore alla montagna e alle più pure emozioni che ha sempre mosso in chi ne ha fatto una ragione di vita.