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San Benedetto ha sempre avuto un rapporto molto stretto con la natura e l’ambiente: un lungo filo azzurro unisce la sua acqua e fa in modo che arrivi intatta ai consumatori. Oggi il gruppo veneto è leader in Italia nelle politiche ecosostenibili e qualunque progetto nasca in azienda è finalizzato all’obiettivo dell’impatto zero. 

“Una decisione presa molti anni fa sapendo quanto fosse importante mettersi in gioco sulla sostenibilità per garantire alle generazioni future un mondo più pulito”, spiega Enrico Zoppas, presidente ed amministratore delegato di Acqua Minerale San Benedetto. “La consapevolezza in merito a quanta responsabilità abbiamo nei confronti dell’ambiente che ci circonda è stata il nostro punto di partenza e quello che ogni impresa dovrebbe avere quando approccia il tema green. Abbiamo tracciato la nostra impronta e studiato come ridurla e compensarla. Da dodici anni proponiamo al mercato una linea, Ecogreen, realizzata con plastica rigenerata fino al 50%, che compensa il 100% di emissioni di anidride carbonica attraverso l’acquisto di crediti per finanziare progetti di riduzione dei gas effetto serra. Un impegno concreto verso l’impatto zero che rappresenterà sempre più il nostro futuro”.

Entrando nel dettaglio dei progetti aziendali, sono quattro le aree su cui San Benedetto è impegnata per raggiungere l’obiettivo dell’impatto zero sull’ambiente: l’utilizzo di plastica riciclata; la riduzione di emissioni di anidride carbonica, l’avvicinamento della produzione ai luoghi di consumo e la completa compensazione delle emissioni di CO2eq.

“Da più di dieci anni lavoriamo per un sistema sempre più sostenibile e siamo orgogliosi di aver abbattuto le emissioni e sviluppato un database per analizzare anche in ottica di progettazione la riduzione di anidride carbonica”, spiega ancora Zoppas. “Tutto ruota intorno a un prodotto che non è opera dell’uomo ma dono della natura: l’acqua. La mission aziendale, “Risorse per la Vita”, impone non solo di preservarne la purezza, ma l’impegno è di lasciare ai nostri figli un mondo più pulito di quello che abbiamo trovato e ricco di risorse. Questo non è solo un dovere morale, ma anche una grande opportunità di crescita”. 

L’interesse di San Benedetto per le tematiche ambientali non è peraltro nato ieri. Fin dai primi anni Ottanta l’azienda ha investito nell’innovazione tecnologica lanciando, fra i primi in Italia nell’acqua, i contenitori in Pet (polietilene tereftalato), plastica facilmente riciclabile, arrivando a brevettare, progettare e produrre contenitori sempre più leggeri, utilizzando minori quantità di materia prima per ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera. 

“Nel 2009 San Benedetto è stata la prima realtà industriale italiana ad avviare un accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente per rilevare, valutare e ridurre le emissioni di anidride carbonica in tutti i settori del gruppo, dalle attività di produzione a quelle di distribuzione, dagli uffici ai laboratori”, ricorda oggi Zoppas. “Si è trattato di un primo passo concreto che ha avuto effetti positivi immediati sulla crescita dell’azienda e ha generato notevoli miglioramenti a tutti i livelli”.  

 

La ricerca continua di nuove tecnologie e l’attenzione al miglioramento e all’ottimizzazione dei processi industriali ha portato nel 2010 alla creazione del progetto “1L Easy”, il primo formato di acqua minerale a CO2eq compensata, con il 100% delle emissioni neutralizzate e l’utilizzo di Pet riciclato, oggi al 50%. “Il maggiore utilizzo di Pet riciclato permette di ridurre la materia prima vergine ed è, soprattutto, un modo intelligente di riutilizzare delle bottiglie favorendo la salvaguardia ambientale”, precisa Zoppas.

Sulla scia del successo della prima bottiglia ecologica nel 2012 è stata lanciata l’Acqua Minerale San Benedetto Ecogreen che è stata la prima linea di prodotti in Italia “carbon neutral” e a ricevere dal Ministero dell’Ambiente la certificazione del Programma per la Valutazione dell’impronta ambientale. In termini di riduzione di emissioni in sei anni San Benedetto ha ridotto sull’intera linea Ecogreen le emissioni di gas effetto serra di 5.260 tonnellate di CO2eq, arrivando ad una riduzione del 23,9% sul formato da un litro.

“Dal punto di vista del packaging abbiamo recentemente lanciato il tappo “Twist&Drink” che non si disperde nell’ambiente perché è legato alla bottiglia”, spiega Zoppas. “Un’innovazione studiata dal reparto ricerca e sviluppo interno e brevettato anticipando la direttiva europea che richiede l’obbligo del tappo attaccato alla bottiglia a partire dal 2024”.

Ma nelle politiche ambientali di San Benedetto rientra anche la scelta di diversificare la produzione in cinque siti strategici in Italia (Scorzè, Popoli, Donato, Viggianello e Atella) avvicinando la produzione ai luoghi di consumo. Attraverso il “progetto network”, un programma pensato per valorizzare le reti di acque locali di alta qualità in tutto il territorio nazionale, il gruppo di Scorzè ha ottenuto una maggiore flessibilità produttiva e logistica, riducendo l’incidenza dei trasporti, grazie a questo progetto si è evitato che venissero percorsi 27.056 chilometri su gomma.

“Ma la responsabilità che sentiamo verso le tematiche del rispetto e della tutela ambientale sono visibili anche grazie alla collaborazione con Treedom, con la quale ha realizzato un progetto di stampo green, unico nel suo genere e primo nella nostra storia aziendale”, conclude Zoppas. “Abbiamo creato una foresta di otto ettari, tramite la donazione di 6.000 alberi a Scorzè. Anche in questo caso il coinvolgimento dei consumatori è stato prioritario: attraverso un concorso, tutti gli amanti della natura hanno avuto la possibilità di adottare un albero della “Foresta San Benedetto” e di seguirne la crescita passo dopo passo. La nostra foresta sarà visitabile in futuro per scopi didattici e dimostrativi e contribuirà concretamente alla riqualificazione ambientale”.