La sostenibilità urbana è un tema sempre più presente sui taccuini politici e sociali, per il suo valore endemico e per le conseguenze che può avere sulla vita di ogni cittadino. Negli ultimi anni, sta cambiando la prospettiva delle città in tutta Europa: non più soltanto motori di crescita economica, ma propulsori del cambiamento in termini di sostenibilità ambientale.
L’inversione di rotta era necessaria ed è già iniziata: la strada intrapresa – e i risultati già ottenuti – dalla città di Valencia possono rappresentare un esempio per tante altre realtà urbane europee, nel nome di una missione collettiva che punti a ridurre sempre di più l’impatto ambientale a esse legato.
La sostenibilità urbana tra gli obiettivi dell’Agenda 2030
Nonostante le città occupino soltanto il 3% della superficie terrestre, l’impatto ambientale che generano è enorme: sono responsabili dei tre quarti dell’emissione di gas serra e del consumo delle risorse globali. L’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 mira a ridurre l’inquinamento pro capite prodotto dalle città e a renderle sostenibili, oltre che sicure, inclusive, e resilienti.
Per farlo, si punta a potenziare un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile, aumentando gli sforzi per salvaguardare il patrimonio naturale del pianeta e prestando particolare attenzione alla qualità dell’aria. Gli altri punti chiave intorno ai quali si sviluppa la missione dell’Agenda 2030 sono: la corretta gestione dei rifiuti urbani, l’accesso universale a spazi verdi e pubblici che siano sicuri, accessibili e inclusivi, la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale del mondo, e il rafforzare la congiunzione tra aree urbane, periurbane e rurali.
Per centrare l’obiettivo e tracciare la strada per le città del futuro, quindi, è necessario che il concetto di sostenibilità abbracci le tre sfere attorno alle quali si erige una società moderna: economica, ambientale, e sociale. Ad oggi molte città si stanno attrezzando per far sì che questo si verifichi, mentre altre – come la metropoli di Valencia – hanno già raggiunto risultati sorprendenti.
Valencia, la città dove sostenibilità è sinonimo di priorità
Già nel 2013 il consiglio comunale di Valencia approvò un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile per incentivare gli spostamenti a piedi, in bicicletta e con i trasporti pubblici. Dieci anni dopo, la linea ecologica della città in termini di sostenibilità urbana non è cambiata ma si è soltanto rafforzata, tanto da ottenere il premio di Capitale verde europea 2024.
È anche grazie all’italiano Giuseppe Grezzi – assessore alla mobilità dal 2015 – che Valencia può vantare un abbassamento del 25% delle emissioni rispetto al 2015. La riduzione del traffico di oltre il 10%, la pedonalizzazione di diverse aree della città come Plaza de la Reina e la realizzazione di 170km di piste ciclabili, sono alcuni dei risultati che hanno reso la città spagnola una delle più sostenibili in Europa. Tra le altre iniziative spiccano l’installazione di pergole fotovoltaiche e il rinnovo del sistema di illuminazione pubblico, che permette di risparmiare diversi milioni di euro e di reinvestirli nell’efficenza energetica.
Altri, invece, i progetti che prenderanno presto piede nella terza metropoli spagnola: GrowGreen e WaysTup. Questi progetti si occuperanno rispettivamente della realizzazione di sistemi di accumulo dell’acqua piovana e del recupero degli scarti dell’industria della carne, del pesce, e delle capsule da caffè, al fine di ottenere materiali utili per la produzione di energia o fertilizzanti.
La sostenibilità urbana nelle città italiane
Se Bolzano, Trento, e Belluno occupano da diversi anni le prime posizioni in classifica in termini di sostenibilità, altre città italiane stanno seguendo la loro scia. Cagliari ne è l’esempio e, non a caso, è arrivata a contendersi il premio di Capitale verde europea 2024 proprio con Valencia. Tra i numerosi provvedimenti intrapresi in termini di sviluppo sostenibile e salvaguardia delle aree naturali, Sardegna Verde è quello più rilevante: punta, entro il 2030, alla completa decarbonizzazione della regione, sfruttando soltanto fonti rinnovabili in un’ottica di risparmio, efficienza energetica, e sostenibilità ambientale.
Oltre al capoluogo sardo, sono sempre di più le città italiane che stanno rendendo la sostenibilità urbana un tema cardine nelle loro agende. Milano utilizzerà le acque reflue depurate per irrigare gli 800 ettari del Parco Nord, Prato – attraverso il progetto Prato Urban Jungle – sta realizzando la prima giungla urbana che punta a riqualificare aree marginali e trasformarle in spazi ad alta intensità di verde, Bologna trasformerà definitivamente uno spazio carrabile di circa 700 mq in luogo di aggregazione libera che favorisca la promozione di sistemi di mobilità sostenibile e a Roma nascerà il GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Bici).
Anche in Italia, quindi, le città hanno iniziato a intraprendere un percorso di transizione ecologica. È importante sfruttare a pieno i bandi e finanziamenti europei per far sì che, in ogni città, si possa ammortizzare il peso economico di questa riconversione energetica. Portare avanti tale missione permetterebbe di ridimensionare l’impatto ambientale urbano e di migliorare, allo stesso tempo, le condizioni di vita degli stessi cittadini.